11 GIUGNO 2008

 

Consiglio comunale contro la sottrazione dei fondi ex Fintecna da parte del Governo: gli interventi dei consiglieri comunali

 

Nel corso della seduta del Consiglio comunale di ieri, gli interventi dei consiglieri hanno confermato l’adesione bipartisan dell’assemblea alla giornata di mobilitazione dei Consigli comunali e provinciali di tutta la regione per protestare contro la sottrazione dei fondi ex Fintecna,  già destinati ad opere infrastrutturali in Calabria ed in Sicilia, decisa dal Governo Berlusconi per la copertura del taglio dell’ICI sulla prima casa.

La discussione ha riguardato la mozione sullo stesso argomento firmata dai consiglieri Frammartino, Ciacco, Filice, Spadafora, Bartolomeo e Magnelli.

Di seguito il dettaglio degli interventi dei singoli consiglieri, a cominciare da quello del Consigliere del Gruppo Misto Sergio Bartoletti che ha parlato a favore della mozione presentata da Frammartino:

 

Sergio Bartoletti (Gruppo Misto) : “Oggi il centrosinistra calabrese sta attivando una protesta, che coinvolge molte province e comuni, contro il Governo nazionale, reo di aver scippato dei fondi per lo sviluppo infrastrutturale calabrese per pagare l’abolizione dell’ICI sulla prima casa .

A parte che questi stessi amministratori potevano protestare negli anni passati, atteso che di infrastrutture in Calabria la sinistra non ne ha realizzate. Ma tutta l’operazione è naturalmente e sterilmente strumentale

Il mio sostegno alla mozione è un sostegno politico. Non ho problemi a parlare di un argomento delicato e difficile.

Il collasso economico-finanziario che vive la Calabria non lo vive nessuna regione Europea. Non sono contrario alla protesta perché sulla Calabria occorre investire sempre più nei prossimi anni, ma non bisogna farlo con strumentalizzazioni.

C’è bisogno di un bagno di umiltà ed occorre ripartire da zero. La Calabria non ha bisogno di colori politici.

 

Domenico Frammartino (Partito Democratico): “Condivido le osservazioni del Consigliere Bartoletti.

L’abolizione dell’Ici sulla prima casa viene risolta attraverso un  recupero dei fondi destinati alle infrastrutture della Calabria e tra queste l’ammodernamento della 106 jonica tristemente nota come la strada della morte. La protesta si deve levare per come i rappresentanti del governo si sono posti. Tremonti ha risposto a Loiero dicendo che tutto sommato il Governo si impegnava a sbloccare i fondi comunitari. Ma la Calabria ha bisogno di fondi aggiuntivi.

Anche le esternazioni del sottosegretario Cosentino e la posizione di Roberto Castelli, sottosegretario alle infrastrutture, non ci sono piaciute. Il primo ha parlato di fondi chiesti in prestito che poi saranno restituiti ai calabresi. Il secondo ha quasi parlato, a proposito del Ponte sullo Stretto come il contentino da dare alla Calabria e alla Sicilia, affermando, peraltro, che altre devono essere le infrastrutture da programmare e che devono essere localizzate nel Nord del Paese.

Oggi i consessi riuniti nella nostra regione devono saper protestare, attraverso la cultura della proposta. Vanno ripristinati i fondi che servono per la realizzazione delle importanti infrastrutture che sono poi propedeutiche al Ponte sullo Stretto.

Concordo sul fatto che si possa giungere ad una deliberazione e che questo decreto 93 sia iniquo, penalizzando esclusivamente regioni come Calabria e Sicilia.

Deve essere formulata una precisa richiesta di modificare il decreto ripristinando i fondi destinati alla Regioni.

 

Franco Napoli (Partito Democratico): “Un ringraziamento particolare esprimo nei confronti del Presidente dell’Amministrazione provinciale di Cosenza Mario Oliverio che è riuscito su questo argomento a mobilitare e a mettere d’accordo,indipendentemente dal colore politico, i cinque Presidenti delle Province calabresi.

Il Governo ha tagliato fondi alla regione più povera d’Italia che esporta lo 0,1% di ciò che si esporta a livello nazionale. Una regione con una economia debole, dove è presente un alto tasso di disoccupazione e nella quale assistiamo al lento spegnimento del tessuto imprenditoriale.

I fondi che erano stati già destinati alla realizzazione in Calabria di alcune necessarie opere infrastrutturali non devono essere tagliati. Perché questo sia impedito, la classe politica calabrese deve far quadrato. Solo insieme si possono prefigurare risultati incoraggianti per il nostro futuro. Ma per far questo c’è bisogno di una classe politica capace di difendere le regioni del Sud e la Calabria tra queste, e dire con forza che i fondi non si toccano.

 

Eugenio De Rango (Partito Democratico) : “Nessuno è contrario, in linea di principio, all’abolizione dell’Ici. Durante la campagna elettorale l’elemento che ha accomunato destra e sinistra è stato il fermo dei consumi e la necessità di studiare le misure in grado di rilanciare i consumi.

E tutto questo è avvenuto senza dire quali politiche si intendessero adottare per arginare l’erosione del potere d’acquisto di stipendi e pensioni e quali misure studiare per agevolare i senza casa e tutti coloro che non riescono ad arrivare alla fine del mese.

Il decreto del Governo sui tagli ai fondi per la realizzazione di opere infrastrutturali in Calabria è lesivo dei principi di eguaglianza e solidarietà, costituzionalmente garantiti. Ecco perché è necessario approvare un documento unanime di condanna.

 

Maria Francesca Corigliano (Partito Democratico) : “Lo scippo perpetrato dal governo ai danni della Calabria, della Sicilia e degli italiani tutti, è veramente grave e pesante.

Intervengo anche per esprimere solidarietà ai cittadini dei comuni interessati ed è particolarmente doloroso considerare con quanta sciatteria e superficialità si tolgono i fondi sull’ammodernamento della 106. Non è in discussione la bontà del provvedimento, ma la volontà di isolare ed emarginare Calabria e Sicilia con un attacco concentrico.

Non possono essere Calabria e Sicilia a pagare l’80% della somma. Occorre una distribuzione più equa. Stasera non si celebra solo un momento di unitarietà e di condivisione, oggi è importante perché dai nostri consigli muove un’azione verso il governo per chiedere la modifica del decreto. Chiediamo giustizia ed equità per le nostre regioni.

 

Francesco Gaudio (Rifondazione Comunista) : “Il Partito della Rifondazione comunista” è ovviamente favorevole ad una deliberazione degli enti locali al fine di una modifica immediata del decreto legge del governo Berlusconi.

I tagli all’Ici sono una cosa positiva. D’altra parte Rifondazione Comunista sostiene da almeno 5 anni che questa imposta andava abolita.

E’ un’imposta che viene vissuta ingiustamente e male dagli italiani che con grandi sacrifici riescono ad acquistare la prima casa. Berlusconi ha fatto il suo mestiere, ma scarsa attenzione è stata dedicata dal Governo ai problemi del Mezzogiorno e di quelle fasce di popolazione tra le più diseredate.

Basti pensare al clima di intolleranza manifestato verso gli ultimi della società e gli ultimi degli ultimi: gli immigrati.

Il dato più preoccupante risiede nel fatto che il governo rigetta sugli ultimi responsabilità che non hanno.

Sono d’accordo con l’ordine del giorno, ma esigiamo che sia chiara la certezza delle compensazioni che il governo ha promesso, per il ripristino dei fondi destinati alla realizzazione delle nostre opere infrastrutturali.

Marco Ambrogio (Partito Democratico) : “Ci ritroviamo uniti con la stragrande maggioranza dei consigli comunali e provinciali della regione per discutere non tanto dell’abolizione dell’Ici, ma dello scellerato scippo di fondi attuato ai danni di Calabria e Siilia: 2 miliardi e 400 milioni di euro destinati da Prodi alla 106 e un miliardo di euro destinato alle strade provinciali.

Non è il momento di strumentalizzare la situazione.Non è vero, come dice il collega Bartoletti, che i nostri politici non hanno peso: l’On Minniti nella sua funzione di viceministro agli Interni ha inflitto colpi durissimi alle cosche ed il senatore Franco Bruno si è molto battuto per la stabilizzazione dei precari calabresi. La protesta univoca deve portare a far rivedere questo atto scellerato.

 

Gianluca Greco (Democrazia e Partecipazione) : “L’abolizione dell’Ici sulla prima casa metterà certamente in difficoltà i comuni italiani ed, in particolare, i comuni della Calabria e della Sicilia. Infatti, l’ammontare della compensazione prevista è inferiore al necessario. E non si capisce perché il Governo, per quantificare il dovuto, non abbia fatto riferimento alle certificazioni che i Comuni hanno depositato al Ministero dell’Interno, come richiesto dalla Finanziaria approvata dal governo Prodi che aveva già abbattuto l’ICI per unità abitativa adibita a prima casa.

Soprattutto non si sa quando queste risorse arriveranno ai Comuni che abitualmente le riscuotono direttamente e autonomamente nei mesi di giugno e dicembre per provvedere alle necessità dei loro bilanci.

Sembra chiaro che i soldi non arriveranno prima dell’autunno, se tutto andrà bene, e ancora non si sa come verranno ripartiti.

Questo metterà a dura prova tanti comuni, soprattutto quelli che già soffrono difficoltà di cassa.

Ma c’è di più. Il provvedimento fissa la compensazione al livello del gettito stimato (al ribasso) nel 2007. Non si tiene conto dell’espansione naturale del gettito Ici che si sarebbe verificata nel 2008 e nelle annualità successive.

Sembra che l’unica alternativa sia quella si tagliare i servizi essenziali delle autonomie locali.

Dobbiamo tentare di cambiare questo scellerato decreto. Si può fare.”

 

Massimo Commodaro (UDC) : “Non c’è certezza sul taglio dei fondi, ma  è una eventualità. C’è una eccessiva demonizzazione del governo che si è insediato ancora da poco tempo. L’abolizione dell’Ici è una misura giusta, ma non è una priorità.

Il sottosegretario Cosentino parla di una riallocazione dei fondi che l’anno prossimo saranno reintegrati.

Per Prodi la Calabria doveva essere una figlia perdiletta e invece si è ritrovata orfana. L’unità deve esserci per la tutela del nostro territorio.

Se la sottrazione fosse vera, sarebbe gravissima. Lo dobbiamo appurare. Se così sarà, è giusto che ci sia una forte protesta.

 

Sergio Nucci (Gruppo Misto). “Apprezzo molto che in questa aula si richiami l’unità dell’assise comunale. Sarebbe stato opportuno assumere decisioni condivise dalla totalità del consiglio anche in altre circostanze. Stamane ho letto sulla stampa che il Sindaco ha dato ampie assicurazioni sul mantenimento in città della sede della Banca d’Italia. E’ di oggi un documento dei sindacati che indica nel 27 novembre 2009 la data di chiusura definitiva della Banca d’Italia. Anche stavolta abbiamo dato un pessimo esempio di classe politica, globalmente intesa.

Se le istituzioni locali avessero manifestato seriamente e in maniera convinta su ciò che accade in Calabria avrebbero avuto a Roma ben altri uditori.

Se si fosse alzata la voce sui fondi europei non spesi, sulle truffe alla Legge 488, se avessimo discusso della disoccupazione e del precariato presenti nella nostra Regione, se ci fossimo all’unisono comportati nell’adozione di provvedimenti bipartisan avremmo avuto a Roma altri interlocutori.

Questo quotidianamente non lo facciamo. Andiamo avanti così, e quando qualcuno dall’alto ci ordina di fare un provvedimento lo adottiamo, è questo  il nostro destino.”

 

Antonio Belmonte (Partito Democratico) : “Mi corre l’obbligo di stigmatizzare anch’io lo scippo che si sta perpetrando ai danni della Calabria. Vengono sottratte alla nostra regione  risorse importantissime che erano state già destinate dal passato governo. A me sembra di vedere un film visto e rivisto.

 

Stefano Filice (Movimento Politico per Cosenza) : “ad una bella notizia  ne è seguita una pessima . Non è possibile sottrarre fondi destinati alla Calabria per annose problematiche per compensare i mancati introiti dei Comuni. Nella nostra terra, martoriata da anni, questo equivale ad una doppia beffa. Su di noi il taglio dell’Ici va ad incidere in minima parte mentre il taglio ai fondi per le strutture incide su ampie fasce di popolazione. C’è bisogno di una politica forte per contrastare questi metodi che non appartengono ad una società civile.

 

Prima dell’approvazione da parte del Consiglio della  nuova composizione delle Commissioni consiliari, da registrare la protesta del Consigliere di Rifondazione comunista Francesco Gaudio che ha contestato i 60 minuti di sospensione non sul documento anti-tagli, uguale in tutti i Comuni della Calabria.

 

Gaudio ha parlato di “Consiglio tracotante e vergognoso, che per questo oggi è finito sulla stampa nazionale.”