11 NOVEMBRE 2007

 

Consiglio Comunale aperto sui problemi della sanità a Cosenza – prima parte

 

Il Presidente del Consiglio Damiano Covelli, alla presenza di 26 consiglieri oltre al Sindaco Salvatore Perugini, ha avviato i lavori della seduta aperta del Consiglio comunale sul tema della sanità.

Presenti, tra gli altri, il Sen. Franco Bruno, l’On. Ennio Morrone; gli assessori regionali Doris Lomoro, Mario Maiolo e Nicola Adamo; i consiglieri regionali Antonio Acri, Giulio Serra, Damiano Gagliardi, Roberto Occhiuto, Michele Trematerra; il presidente della Provincia Mario Oliverio

Cesare Pelaia (direttore generale Azienda Ospedaliera ), Antonello Scalzo (direttore sanitario Azienda Sanitaria Provinciale), Eugenio Corcioni (presidente provinciale dell’Ordine dei Medici), Enzo Paolini (presidente nazionale dell’AIOP)

Giovanni Latorre, rettore Unical; Prof. Andò preside facoltà di farmacia dell’Unical; numerosi sindaci e amministratori di strutture sanitarie presenti sul territorio.

 

Prima di iniziare i lavori il Presidente Covelli ha espresso una forte solidarietà al Consigliere Spataro vittima di “un atto inqualificabile e violento”.

“Non è la prima volta che il Consiglio comunale discute di sanità. – ha proseguito il Presidente Covelli - L’ultima volta è stato il 2 febbraio scorso. Considero questa seduta la prosecuzione del lavoro già iniziato”.

Prima di passare alla trattazione dell’unico punto all’ordine del giorno, Covelli comunica che il Gruppo della Grande Alleanza con la Rosa nel Pugno assume da oggi la denominazione di Partito Socialista, mentre i Consiglieri comunali Gianluca Greco e Francesca Bozzo si autosospendono dal gruppo del Partito Democratico per convergere nel gruppo misto.

I lavori proseguono con l’intervento dell’Assessore comunale alla salute dei cittadini, Alessandra La Valle già inviato alla stampa.

Si aprono poi gli interventi:

 

Enzo Paolini, Presidente nazionale dell’AIOP.

“Rappresento un settore che è l’altra gamba del sistema sanitario del nostro Paese, sulla quale camminano nella nostra regione 36 case di cura, che danno lavoro a 4000 unità di cui la metà a Cosenza; 800 posti letto per pazienti non acuti, cui la metà nel Cosentino; oltre 2000 posti per pazienti acuti.

84.086 sono state le prestazioni ospedaliere, pari al 21% con un costo del 7% sulla spesa totale. Questo dimostrerebbe, già così, che la sanità privata costa meno di quella pubblica ed offre prestazioni adeguate agli standard di legge. Ma c’è chi ancora si attarda a fare distinzioni tra pubblico e privato. L’assessore Lavalle ha detto che non è possibile che i posti letto privati siano superiori a quelli pubblici. Mi chiedo perché? Non perché ci sia una qualità diversa e superiore, ma solo per motivi ideologici.

Il Consiglio comunale, invece, dovrebbe tener presente alcuni dati, come ad esempio la quota capitarla che a Reggio Calabria è 978 €, a Palmi 1088 €, 1257 € a Locri, a Castrovillari 1169 €; a Cosenza solo 910 €.

I funzionari dell’Assessorato alla sanità ci forniscono vari calcoli per giustificare questa differenza, ma la cosa non mi ha mai convinto.

Altro dato, la ripartizione del fondo sanitario per le prestazioni ospedaliere pubbliche e private: la Calabria cresce del 22% dal 2001 al 2007. le prestazioni per ricoveri ospedalieri decrescono da 895 milioni di euro del 2001 a 710 milioni di euro nel 2007; l’unica voce che cresce è il finanziamento a funzione, es. rianimazione, pronti soccorsi, cresciuto in sei anni del 300%. Eppure non mi risulta che ci sia stata l’apertura di nuovi punti di pronto soccorso. È una riserva che la mano pubblica della gestione si riserva senza specificare dove e quando usarla.

Terza questione è la programmazione, dovrebbe essere la stella polare di una efficace gestione della sanità pubblica. Ma la programmazione preventiva in Calabria viene fatta alla fine dell’anno con conseguente massa di contenziosi legali.

Al Consiglio Comunale chiedo di non limitarsi alle enunciazioni di principio”.

 

Pietro Filippo (Udeur), Presidente della Commissione Consiliare alla Sanità.

“Già in passato la Commissione consiliare ha evidenziato lo stato di malessere della sanità cosentina, che lamenta uno stato di disagio protrattosi nel tempo.

Va sottolineato che le imminenti nomine dei nuovi direttori generali, che la Regione sta per operare, dovranno essere svincolate da appartenenze politiche e legate solo a capacità manageriali. Bisogna invertire la tendenza, passando dalle parole ai fatti.

Emerge il disastroso stato delle strutture della sanità cosentina. Si scontano problemi in ordine al personale, alle attrezzature tecnologiche e alle strutture adeguate ai requisiti minimi previsti dalle norme. La quota procapite è la più bassa rispetto ai cittadini residenti in altre Aziende sanitarie calabresi. È necessario procedere ad un attento esame dei bilanci aziendali e all’accertamento dei debiti. Una seria programmazione è alla base per avviare a soluzione la crisi della sanità cosentina.

Solo una ottimizzazione della rete permetterà un recupero, altrimenti i pazienti continueranno a guardare altrove esponendo la Regione e le aziende sanitarie a far fronte alle ingenti spese di una sanità passiva”.

 

Massimo Bozzo (Udc)

“L’Amministrazione si è svegliata dopo un anno e mezzo in cui non abbiamo sentito alcuna solidarietà alle case di cura private, ai professionisti della sanità che pure attraversano momenti di difficoltà ormai atavici. Dal 2001 Cosenza e la sua provincia hanno perso servizi importanti, come l’elisoccorso, e  noti primari costretti a lasciare la Calabria. Le strutture sanitarie sono sempre più logore e fatiscenti e gli operatori sanitari lanciano segnali di aiuto alla classe politica.

La situazione è drammatica, quest’estate è bastato che una sola casa di cura chiudesse il reparto di ginecologia per creare un grande problema in città.

L’ASP è un mostro acefalo. Gli operatori sanitari ormai hanno perso ogni punto di riferimento, il governo regionale penalizza la città di Cosenza e sposta l’asse della sanità verso l’area Catanzaro-Germaneto-Lamezia terme. Quella che doveva essere una filiera è stata una groviera istituzionale.

Il gruppo Udc presenta un documento con cui si propone di impegnare Sindaco e Amministrazione affinché venga chiesto con forza il coinvolgimento del Comune di Cosenza. Chiede anche che l’Amministrazione comunale si impegni ad usare i terreni di sua proprietà per la costruzione di un nuovo ospedale, perché l’asse della città non continui a spostarsi verso nord.

Impegna il Sindaco a costituire il Comune in tutti i procedimenti giudiziari di malasanità a Cosenza.

Sollecita un rapido intervento della Regione per permettere all’ex Aias di recuperare le proprie funzioni e diventare un centro di eccellenza a livello regionale. Chiede in conclusione all’Assessore Lomoro di dire al Presidente Loiero di andare a casa”.

 

Eugenio Concioni, Presidente dell’Ordine dei medici

“Di fronte al paziente la prima risposta la dà il medico e, in questa situazione caotica, questo, spesso, viene sbattuto in prima pagina, senza trovare sostanziali gratificazioni che non siano le frasi di circostanza. Le difficoltà che si vivono sono davanti a tutti.

Si potrebbe essere molto polemici questa sera. Serve? Forse è meglio dire cosa possiamo e dobbiamo fare. Non conosciamo il nuovo piano se non per le anticipazioni di stampa. Ma vorremmo dire, a tal proposito, che c’è una mancanza di prescrizione del percorso assistenziale che il cittadino deve fare. La politica del territorio è strutturalmente carente e si trascina dal piano precedente.

Vanno assolutamente potenziate le strutture territoriali, poi vanno specializzati gli ospedali.

Non è accettabile che in una città come Cosenza, con grande tradizione medica, si lascino morire alcune professionalità quali quelle presenti nelle case di cura della città che forse hanno la colpa di non aver vinto un concorso con i meccanismi con i quali si fanno i concorsi.

L’ospedale attuale è assolutamente inefficiente. Immaginiamo una struttura ospedaliera che possa davvero essere competitiva; le responsabilità sono tutte della politica e della gestione; è necessario uno stimolo universitario”.

 

Roberto Sacco (Autonomi per Mastella)

“Sarebbe troppo semplice ricordare i tanti episodi di malasanità verificatisi in questi ultimi giorni. Cosenza è stata spogliata giorno dopo giorno di strutture e di servizi. Nulla si è fatto per recuperare il centro Aias, o cardiologia. La Madonnina, il Sacro Cuore, la Misasi, tutte cliniche al collasso. La città di Cosenza non ha mosso un dito per arginare questa spoliazione.

Il centro unico di prenotazione è, in realtà, una sala d’attesa dove rimanere una intera giornata. L’inefficienza degli ospedali cittadini è disastrosa; pare che l’unica cosa che funziona a dovere siano in concorsi per farmacisti.

Con il nuovo anno l’intero comparto della sanità privata, a cui sono stati ancora tagliati i fondi, salterà in aria. Ben 10.000 operatori del settore, tra assunti e indotto, vedono il loro posto di lavoro appeso ad un filo. Pretendiamo di sapere con forza dove e come sono stati spesi i tanti milioni previsti”.

 

Carmine Vizza (Partito Socialista)

“Il nostro gruppo da tempo pretende una maggiore attenzione degli istituzioni ai problemi della sanità. È questo il motivo delle nostre critiche costruttive alla giunta Loiero.

Temevano l’incapacità di gestire l’esistente, ma l’azienda ospedaliera è in caduta libera, in coma. Primari divenuti ex perché vanno via e il più delle volte sbattendo la porta. Colleghi medici delusi e abbandonati a sé stessi; attrezzature che non arrivano o che cadono in pezzi; Migliaia di euro elargiti a pochi dipendenti amministrativi a fronte di qualche euro alla intera classe medica. Utenti che muoiono senza capire perché. Predomina la cultura del fatiscente, l’esaltazione della trascuratezza nei confronti dei cittadini più indifesi.

L’azienda sanitaria è abbandonata a se stessa, incapace di sviluppare alcun progetto, con una dirigenza messa lì dal politicante di turno.

Ma noi vogliamo misurarci sul piano della proposta, estraneo a questa amministrazione arroccata ad una maggiorana che non c’è. Il Piano sanitario regionale non ha un’anima, oramai ci si rivolge all’amico per una gastroscopia, per un posto più comodo. Questo non è il diritto alla salute sancito dalla costituzione, ma quello che il gruppo socialista vuole cancellare dalla memoria dei cosentini.

Il Governo regionale ha gravi responsabilità e questa amministrazione ha il dovere irrinunciabile di fare le battaglie in difesa del cittadini.

Dalla capacità delle nomine dei nuovi manager si capirà meglio la reale intenzione di cambiare pagina.

Facciamo una proposta conclusiva: istituiamo una consulta di cittadini tecnici da istituzionalizzare, una sorta di comitato di saggi capace di offrire alla città le proprie indispensabili conoscenze. È una proposta a costo zero e in linea con quanto previsto nel disegno di legge approvato dal Ministro Turco come collegato alla finanziaria 2008”.

 

Mario Oliverio (Presidente Amministrazione Provinciale)

“Bisogna evitare le tifoserie, soprattutto su una problematica come quella che stiamo discutendo. Evitiamo l’approccio di parte, perché il bene della salute richiede uno strumento di programmazione che si proietta nel futuro. Nelle sedi istituzionali ci vuole maturità.

I ritardi accumulati in Calabria non possono essere riconducibili agli ultimi due anni. Lo dico pur non essendo stato tenero con l’Assessore regionale Lo Moro.

Lo dico perché vorrei evitare che qui, adesso, i problemi accumulati negli anni fossero concentrati solo negli ultimi due anni di centrosinistra. Se così fosse sarebbero di facile soluzione. Purtroppo non è così.

Il Piano sanitario regionale approvato dalla giunta, con le proposte tecniche integrative, costituisce una base di discussione. Ma lo sforzo culturale che dobbiamo compiere è quello di costruire la rete.

Bisogna lavorare perché nella rete ci sia la specializzazione delle strutture ospedaliere.

Per il nuovo ospedale abbiamo messo a disposizione i terreni di proprietà della Provincia nei pressi della sede Rai, ma siamo disponibili a ricercare localizzazioni migliori. L’esigenza di un nuovo ospedale, però, è di vitale importanza; nelle more della costruzione vanno affrontati i problemi della struttura attuale.

Un sistema sanitario adeguato, infine, non può prescindere dalla ricerca. Si pone il problema della istituzione della facoltà di medicina mentre il corso di farmacia è già una realtà.

Ritengo utile evitare una contrapposizione tra pubblico e privato. Quest’ultimo è un patrimonio da considerare senza lenti ideologiche ma per la funzione che svolge al servizio dei cittadini.

Mi auguro che questa sera non debbano affermarsi gli spiriti partigiani”.

 

Il Presidente Covelli comunica di aver ricevuto un intervento dell’Associazione Diabetici che sarà messo agli atti del Consiglio.

 

Giovanni La Torre, Rettore dell’Università della Calabria

“Sono Rettore per il nono anno ed è la prima volta che sono invitato ad una occasione come questa.

Noi non possiamo rinunciare a coprire tutti gli aspetti del sapere che si fertilizzano in modo incrociato. Saremmo dunque favorevoli a questo completamento, l’aggiunta di una facoltà di medicina completerebbe i sapere fondamentali.

Parlando delle emergenze della sanità cosentina, la facoltà di medicina potrebbe sembrare una fuga in avanti. Ma credo che questo consesso e non solo questo debba porsi il problema non solo dell’oggi ma anche di costruire il domani.

La Calabria è dotata di capitale umano, fondamentale nella economia della conoscenza. Abbiamo anche strutture finalizzate alla valorizzazione del capitale umano. Il sistema universitario ha una sua dignità, una sua rilevanza nel sistema nazionale e internazionale. Pur essendo giovani nella valutazione del Ministero della Ricerca, l’Unical è la quinta università del Mezzogiorno, preceduta dalla Federico II di Napoli, da Bari, Palermo e Catania. Siamo al 20° posto tra le 60 università italiane. Con 35.000 studenti, un bilancio di 320 milioni di euro annui, un finanziamento statale per le spese correnti di circa 100 milioni di euro all’anno, l’Università della Calabria è anche dal punto di vista economico un presidio fondamentale per il territorio.

Una facoltà di medicina richiede circa 20 milioni di euro all’anno. Ma nell’ordine di priorità degli investimenti in ricerca, sia a livello nazionale che mondiale, il primato riguarda proprio l’ambito della salute. Al momento siamo incapaci di intercettare queste risorse che potrebbero consentire di costruire, in realtà, un moltiplicatore di risorse che noi potremmo attrarre.

Si propone, cioè di replicare quello che già accade con la presenza stessa dell’università che già oggi portano sul territorio risorse importanti. La prima è costituita proprio dalla presenza di 35.000 studenti che non sono costretti a studiare fuori portando risorse in altre regioni”.

 

Fabrizio Falvo (An)

“Attaccare la giunta regionale di centrosinistra e l’assessore alla sanità sarebbe come sparare sulla crocerossa.  La quota procapite di contributo sanitario della provincia di Cosenza equivale alle briciole di questa Regione, che penalizza il territorio cosentino su tutti i fronti.

Dall’elisoccorso alle liste d’attesa in tilt, bisogna parlare di emergenza e non di normalità come fa la giunta di centrosinistra per quanto riguarda la sanità.

I cosiddetti viaggi della speranza non diminuiscono negli ultimi tempi. E mi auguro di non sentire che questo sfascio della sanità è stato ereditato. Né vale il richiamo al senso di responsabilità, di cui ci si ricorda solo quando al governo c’è il centrosinistra”.

Falvo conclude leggendo l’accorata email di una signora che descrive l’odissea del padre, di 78 anni, ricoverato presso le strutture ospedaliere di Cosenza prima di morire.

 

Domenico Frammartino (Partito Democratico)

Mi auguro che il Consigliere Vizza abbia consegnato le sue critiche al collega di partito che è nella giunta regionale insieme all’assessore Lo Moro.

Io non vedo maggioranza e minoranza quando si discute di sanità, ma lo scorso 2 febbraio avemmo un voto difforme. Io mi astenni.

Nel documento approvato, comunque, chiedemmo alla Regione di istituire una unità di cardiochirurgia e impegnammo il Sindaco nella realizzazione del nuovo ospedale a Cosenza, fermo restando tutte le azioni per valorizzare l’esistente presidio ospedaliero.

Alla luce della recente approvazione del piano sanitario noi possiamo esprimere soddisfazione per come i due obiettivi siano stati centrati dalla città di Cosenza.

Questo non è sufficiente ma rappresenta un buon punto di partenza, così come lo stesso piano che ha prodotto scelte coraggiose come la riduzione del numero delle Asl o l’attenzione riservata alla medicina sul territorio, o la centrale unica degli acquisti”.

Al termine dell’intervento del Consigliere Frammartino si dà lettura di un documento del Consigliere Sergio Nucci che si riporta in allegato.

Il Consiglio prosegue.