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DICEMBRE 2009
Consiglio
Comunale sull’attuazione delle linee programmatiche.
È la minoranza ad aprire il dibattito con il consigliere Fabrizio
Falvo che, in apertura, tiene a precisare come il
suo intervento voglia essere scevro da polemiche. Il consigliere del Popolo
delle Libertà ripercorre il programma del Sindaco, presentato alla città dei Bruzi in occasione della campagna
elettorale “per dire ciò che è stato fatto e che non è stato fatto. Non si può
pretendere che tutto ciò che è scritto in un programma sia realizzato
ma ci si aspetta almeno che un andamento complessivo venga rispettato. Troppe
cose non sono state realizzate nella realtà dei fatti.
In particolare mi viene da sorridere di fronte ad alcuni
riferimenti del Sindaco che soffrono di una crisi evidente, e mi riferisco ad
esempio alla identità culturale di questa città. Non
vi è chi non veda che quegli intenti sulle identità culturali non sono state realizzati, anzi l’arretramento è sotto gli occhi di
tutti”.
Falvo denuncia che “il centrosinistra non ha un progetto
organico e unitario sullo sviluppo della città” e, con riferimento alla zona
delle casermette indicate nel programma come cuore della città. “Il cuore della
città è il centro storico e se non ripartiamo da lì
siamo distanti anni luce.
Tutto ciò che c’è di buono in questo programma
rimane una mera dichiarazione di intenti.
Domenico Frammartino (Italia dei Valori) ripercorre il suo cammino
all’interno dell’Amministrazione per giungere a notificare all’assemblea la
posizione assunta da Italia dei Valori. “Ricordo che non sono
stato suo elettore, votai un sindaco allora socialista, e dopo sei mesi, non
condividendo i miei allora amici di partito, mi convertii alla causa dandole la
mia fiducia che non le ho fatto mai mancare fino a poco tempo fa. Stasera le notifico che per deliberazione degli organismi di
vertice IDV starà all’opposizione fino a che non si chiarirà il rapporto tra PD
e IDV, finchè non ci sarà un dialogo corretto tra i
due partiti”.
Sulle linee programmatiche, “non entra nel merito dei buoni
propositi “ ma risponde alla richiesta del Sindaco di porgere dei suggerimenti. “Mi limito a quattro.
Sulla cultura, tra le tante disattenzioni del titolare della delega, e che mi
auguro che non ci sia più, c’è l’adesione all’appello del regista Lo Piano per
ottenere i finanziamenti per un film su Ferramonti.
L’associazione che sul territorio da anni svolge il suo impegno perché non si
perda una importante memoria storica, da questa
Amministrazione è stata bistrattata.
Sul personale del Comune, dico che è stato dato un premio
di fiducia a qualche dirigente di questo Comune che non lo merita, e mi
riferisco all’ing. Bartucci. Buona prassi sarebbe
procedere alla rotazione dei dirigenti.
Sulle realizzazioni ed i servizi,
pur amando questa città ho davanti l’esempio della città di Rende che fa
funzionare la sua macchina, sul piano delle opere così come nei servizi, che
vengono erogati con grande efficienza.
Il documento del Sindaco propone il rilancio. Mi auguro non
si seguano strade già percorse, ovvero i rimpasti già
fatti con la sola logica di mantenere inalterati gli equilibri del PD. Una
Giunta che nasce da questo obiettivo, parte già male. Giacchè si è già sbagliato prima, non credo si debba
continuare a sbagliare anche adesso.
Saverio Greco (Gruppo Misto) reputa “assolutamente riformista
l’idea di poter contribuire alla vita della città attraverso la discussione
sulle linee programmatiche. Ciò che
interessa ai cittadini oggi sono i risultati più che l’impegno profuso, per il
quale sento di ringraziare il Sindaco. Ho sempre
creduto nell’etica della responsabilità e credo che le valutazioni vadano fatte
sulla base di ciò che si è promesso con le linee
programmatiche. Da questo punto di vista sentirei di fare un ragionamento che
non vuole essere fazioso, dalla particolarità della mia posizione. A me
interessa assolvere ad un mandato elettorale che mi
viene dai cittadini, ai quali devo rispondere più che a chiunque altro.
In questa direzione invito a leggere l’inserto del Sole 24 ore sulla graduatoria in cui Cosenza regredisce
sotto tutti gli aspetti: tenore della vita, affari e lavoro, ordine pubblico,
servizi e ambiente, tempo libero. La qualità della vita è fortemente
peggiorata. Questo dato lo devo necessariamente legare all’impegno
programmatico assunto dal sindaco nel 2006. Cose che non giudico ma che lascio
alla vostra valutazione. Ho chiara la percezione che il giudizio della città sia negativo e come uomo di centro sinistra sono
preoccupato per questo”.
Greco passa in rassegna alcuni punti del programma: “Valle Crati dalla quale trarre degli utili; Multiservizi,
gestore di energia e invece in liquidazione; nessuna parola sull’area delle
Casermette per la quale il programma parla di referendum e concorso di idee per la conversione, nulla sul referendum per
l’unificazione di Cosenza e Rende. Si scrive di un nuovo modello di
gestione della Città dei Ragazzi ma io vedo più un
modello di conflitto sociale.
Lei, Sindaco, ha ripetuto che intende aprire una fase nuova, ma questa città ha piuttosto bisogno di una stagione
nuova.
Anche Massimo Bozzo (UDC) passa in rassegna alcuni
punti del programma del Sindaco: dalle Circoscrizioni che la legge oggi
abolisce ma per le quali, denuncia, non si è individuato in attesa un nuovo
ruolo. Fa riferimento ad una “scarsa qualità e
vivibilità delle frazioni, ad una necessaria rivalutazione del centro storico e
di San Vito, parla di un problema traffico che è aumentato, di posti di lavoro
da garantire, di servizi alle imprese e alle persone. Quali sono?
E il piano particolareggiato di Donnici?
Donnici superiore è completamente edificabile ma non
ci va a costruire nessuno, se non avviciniamo le frazioni alla città.
Sentiamo argomenti triti e ritriti: Ponte di Calatrava, metropolitana leggera, planetario,
svincolo a Sud, tutti riconducibili ad Amministrazioni precedenti.
Ragioniamo insieme su quanto si può fare in questo anno e mezzo che rimane. Riprendiamo
a parlare di area urbana con l’autorevolezza che appartiene al Sindaco”.
Per Stefano Filice (Diritti
e Autonomia) “è un dato di fatto la scarsa
partecipazione e propositività della minoranza. La
solita esternazione delle negatività non è mai accompagnata da qualcosa che
possa servire da impulso e denoti partecipazione alla vita amministrativa. Stasera usciamo fuori da qualsiasi equivoco politico, con una
maggioranza forte”.
Filice fa poi riferimento al centro storico e alle periferie per i quali chiede nuovo impulso. “Il centro storico va
ripopolato ma non con operazioni di facciata. Va recuperato sul piano
strutturale, dei servizi, della sicurezza. Ci aspettiamo molto dal percorso che
ci separa da fine legislatura e ci crediamo. Le criticità ci sono e vogliamo
che siano risolte ma nel rispetto delle prerogative del Sindaco. Questa maggioranza
deve essere più incisiva, più partecipata. Questo sindaco
deve essere sostenuto con i fatti, dalla Giunta e dalla maggioranza, perché non
sono mancati i periodi di abbandono”.
Sergio Nucci rivendica all’UDC
l’attuazione di una politica della responsabilità “ritenendo di essere sempre
stati sui problemi della città, e di non aver mai fatto mancare il nostro
contributo al dibattito politico sia in aula che nelle
commissioni consiliari. Comprendo il malessere di quanti mi hanno preceduto
nell’enunciare con crudezza le problematiche emerse in questi tre anni.
Potremmo elencarli
tutti i problemi ed affondare il coltello in
tante piaghe sollevate dall’intero Consiglio ma non vogliamo trarre da questo
dibattito momento di ulteriore divisione. Perché nelle parole del Sindaco c’è
l’intento di voltare pagina e ciò significa mettere una pietra su quello che è
stato e cercare per il tempo che rimane di imprimere all’azione amministrativa
una velocità che ad oggi nessuno ha rilevato.
Accogliamo questa
sorta di ravvedimento operoso, cogliamo nelle parole del Sindaco uno spirito di
rilancio dell’azione amministrativa ma ci chiediamo in
che tempi e con chi andremo a realizzare questa nuova stagione?
Diversamente non ne usciamo né siamo disposti ad attardarci su discorsi
sterili che rimarrebbero enunciazioni. Diciotto mesi, che si riesce
a fare? Se la Giunta è la stessa che ad oggi ha
guidato la città, riteniamo poco. Non in rapporto all’impegno dei singoli ma
alle realizzazioni. Siamo pronti ad aprire la fase dell’ascolto ma a patto che
ci si dica cosa realmente si vuole realizzare. Un cronoprogramma,
questo vogliamo. Chiediamo ad
un’Amministrazione che in diciotto mesi vuole guidare un nuovo corso, una seria
politica delle regole per cui tutti facciano il proprio dovere e rispondano
delle loro azioni. È per noi punto imprescindibile in un ragionamento politico
serio. Punto ineludibile è riaffermare la centralità della città capoluogo.
Cosenza ha perso posizioni per nostre criticità e negligenze, non per i dispetti
di altri Comuni. Queste sono le basi di un ragionamento
politico al quale non ci sottrarremo ma se questi presupposti non sussistono,
non siamo interessati”.
Francesco Gaudio (Rifondazione Comunista) lamenta che “l’intervento del
Sindaco non declini un programma con la grande crisi che stiamo vivendo. L’evoluzione della recessione economica non può non
condizionare qualunque discussione. In questa aula il
dato della crisi economica e sociale non è stato toccato. Oggi vorremmo
capire come si intende declinare il lavoro di questo
anno e mezzo che rimane con la crisi esistente, che ha devastato il tessuto
occupazionale e sociale della nostra città e della nostra provincia. 7000 posti
di lavoro in meno in provincia nell’ultimo anno, 854 negozi chiusi, nessun
incremento della cassa integrazione perché imperversa il lavoro nero, aumento
della percentuale di famiglie sotto la soglia di povertà: in un quadro così
desolante ci aspettavamo uno scatto di reni di questa
Amministrazione. Pensiamo siano prevalsi invece politicismi e
tatticismi che non sono leciti in periodi di vacche magre”.
Francesco Lanzone (PD), rispondendo a chi lamentava scarsa partecipazione,
parla piuttosto di eccesso di discussione. Riprende poi la classifica del Sole
24 Ore per sottolineare che “gli indicatori di qualità
della vita si riferiscono alla provincia. E comunque, quando gli indicatori danno la provincia al terzo posto è merito della istituzione
Provincia, quando c’è la regressione il demerito è dell’Amministrazione del
capoluogo. Nelle linee programmatiche ci sono idee che vengono
portate avanti. Io invito a credere tenacemente nelle cose”.
Lanzone fa poi riferimento alla problematica dei rifiuti per
dimostrare, attraverso la lettura di un articolo di stampa di
qualche anno fa, come il problema non sia di questi anni. Piuttosto rivendica a a questa Amministrazione “il
coraggio di aver rotto un meccanismo infernale, solo questo basterebbe a farle
un plauso”.
Per Roberto Bartolomeo (Movimento delle Libertà) “i
problemi sono sempre gli stessi da tre anni e mezzo ad
oggi. Randagismo, opere pubbliche, Multiservizi,Valle Crati, Città dei Ragazzi,
Demetra. Le critiche vengono da tutti, indipendentemente dalla posizione
ricoperta. Sono le critiche di chiunque vuole bene alla città. Mi auguro che in questo scorcio di legislatura, il
Sindaco agisca con una nuova Giunta, più autorevole”.
Vittorio Cavalcanti
(Autonomia e Diritti) esprime apprezzamento per il Sindaco che “con volontà
propositiva ha svolto ha una relazione che rappresenta
il risultato di una discussione politica svolta in questi mesi, che aveva come
base quella di rilanciare l’azione di un’Amministrazione della quale venivano
evidenziati da più parti carenze e ritardi. Leggo tante cose importanti nella
relazione che me ne fanno condividere il taglio politico di
fondo.
Non abbiamo bisogno di classifiche sulla qualità della vita
per capire che Cosenza vive una situazione di difficoltà, sia per la situazione di carattere generale, per i tagli, per una
politica che riduce i trasferimenti agli enti locali condizionando la qualità
dei servizi. Ma colgo anche una difficoltà specifica
che sta proprio nell’elencazione delle cose fatte, uno stato di attuazione
delle linee programmatiche che è carente. In tre anni e mezzo si poteva fare di
più e ciò sta proprio nelle cose che vengono elencate
in cui il livello di realizzazione non trova quello stato che ci si sarebbe
potuto attendere se l’attuazione avesse percorso tappe e velocità diverse da
quelle verificate. Tutto questo è giusto denunziarlo ad
una città che manifesta quotidianamente le carenze e i limiti di
un’amministrazione. È evidente che nel momento in cui, al termine di
un’elencazione delle cose fatte, si propone un rilancio della vita
amministrativa, si riconosce una carenza e va apprezzato
lo sforzo in questa direzione. Nella relazione del Sindaco si legge la volontà
di rilancio e di supplire alle carenze che finora
hanno caratterizzato l’azione amministrativa. Voglio dare atto al Sindaco di un
impegno positivo e forte, e però in questo ci sta anche una chiave di lettura
politica che va analizzata. Ho visto spesso il Sindaco in solitudine,
affrontare i problemi senza avere al suo fianco in maniera forte né la sua
Amministrazione né i soggetti politici che compongono la sua maggioranza. Questo
è un elemento che ha creato debolezze e non dovrà verificarsi in futuro. Nelle parole del Sindaco c’è la sollecitazione a
ritrovare lo spirito di maggioranza, a far sì che il prossimo anno sia di
completamento alle cose fatte e di forte accelerazione. La possibilità di
ritrovarsi su questa base, sia pur nelle posizioni distinte, è l’ulteriore elemento che il Sindaco ha inteso lanciare
parlando di contributi, di collaborazione”.
Michelangelo Spataro (PD) afferma che “i cittadini sanno bene che le problematiche
citate oggi in aula si sono consolidate nel tempo e oggi sono esplose
definitivamente. Ribadisco
lealtà al Sindaco nel pieno rispetto delle sue prerogative circa le intenzioni
di un rimpasto, riconoscendogli la capacità di aprire una nuova fase se lo
riterrà opportuno”.
Marco Ambrogio (PD) apre il suo intervento anticipando che il PD si farà
portatore di una richiesta di intitolazione di un luogo cittadino al compianto
Antonio Acri.
Sull’Ordine del Giorno, evidenzia l’impegno
dell’Amministrazione sul fronte della problematica del
lavoro, con l’obiettivo di non aver causato la perdita di alcun posto di
lavoro. “Infondato l’allarmismo intorno a Città dei ragazzi e
Valle Crati, per non parlare dei vigili urbani oggi
full time, dunque implementazione dei livelli
occupazionali.
Sulle frazioni a sud di Cosenza, penso che ciò che ha fatto questa Amministrazione non si era mai fatto in
cinquanta anni di Amministrazione. Né penso che dallo svincolo a sud possa
dipendere lo sviluppo di quelle zone.
Stasera approviamo un documento che è un nuovo patto con la
città. Il Sindaco ha parlato di sfida aggiungendo che vogliamo vincerla. Il PD è al fianco del Sindaco per il rilancio
amministrativo che è anche politico”.
Replica del Sindaco
“Un dato è assolutamente condiviso ed è emerso da tutti i
ragionamenti: il Paese è attraversato da due anni da una crisi tra le più
imponenti dal Dopoguerra ad oggi.
È un dato dal quale partire altrimenti alcuna conclusione è
coerente. Certo è indiscutibile che si può fare di più,
così come un anno e sei mesi è un periodo sul quale fare un punto ma senza
tralasciare il contesto.
Nel programma amministrativo erano evidenziati
quattro/cinque macroaree. Sui servizi minimi essenziali e sull’emergenza idrica
abbiamo investito cinque + cinque milioni di euro ed i
risultati ci sono. Sui rifiuti, certo che ci sarebbe piaciuto stare in
organizzazioni che producessero utili, ma la realtà era incancrenita, la stiamo
modificando e dobbiamo accelerare il lavoro perché la fase transitoria finisca
presto. E sulle manutenzioni, abbiamo fatto una serie di cose con le nostre
risorse sapendo che si può fare di più ma in un contesto
di risorse economiche che si assottigliano sempre di più.
Sul tema delle opere di infrastrutturazione primaria nelle zone a sud della città
abbiamo investito milioni di euro e tutti dal bilancio comunale. Le opere
pubbliche, in un momento di crisi, e dovendo rispettare il patto di stabilità
che abbiamo rispettato, sono stati appaltati 60
milioni di euro di opere pubbliche. E a gennaio sottoscriveremo con la Regione
il patto per lo sviluppo, sostitutivo del PSU che
impegnerà risorse importanti e anche lì saranno opere, occupazione, sviluppo.
La metropolitana leggera è una realtà, 120 milioni di euro,
con risorse già individuate. E non è stato facile mettere insieme tutti i
soggetti istituzionali. Lo svincolo a sud: abbiamo firmato l’accordo con l’ANAS
che ha detto di poterle fare alcune cose ed altre no.
Continueremo la nostra battaglia. E anche sulla tangenziale a est, sono sotto
gli occhi di tutti i lavori che coinvolgono anche la Provincia di Cosenza. La
racconto così perché credo che abbiamo il dovere di guardare e valorizzare il
bicchiere mezzo pieno con l’idea di colmare la parte vuota.
La difficoltà finanziaria di cassa del Comune è il vero
tumore di tutti i Comuni e nessuna bacchetta magica può migliorarla se non
quelle politiche di riequilibrio dei bilanci che stiamo cercando di mettere in
piedi.
Sul lavoro, nessun posto è stato perduto. Non lasciamoci
prendere dalle strumentazioni politiche, il dato è oggettivo. E mi riferisco
soprattutto a quel sistema indotto di servizi gestiti dall’Amministrazione che
produce sostegno sociale. Non ho sentito un solo esempio teso a dimostrare la
diminuzione dei servizi.
Sulla conurbazione, il Piano Strategico l’abbiamo
fatto ed è stato molto apprezzato, approveremo anche il piano della mobilità. E
guarderemo comunque a questo strumento con un occhio allargato all’area urbana
che non è solo quella che sviluppa a nord.
Allora, coltiviamo un minimo di fiducia perché tre anni non
sono brevi ma nemmeno un tempo indefinibile. È più che legittimo che
l’esercizio dell’Amministrazione sia ad includere, per
questo esprimo rammarico per la scelta di Frammartino
fatta solo per ragioni di partito, ed entusiasmo per apertura dell’UDC sulle
questioni di programma.
Su questo dato politico ribadisco
disponibilità a confronti di idee, di posizioni democraticamente espresse che
valgano a concludere un mandato nei suoi diciotto mesi finali con senso di
responsabilità. La partecipazione, tema che forse ha subito rallentamenti, non
è fatta di gesti unilaterali ma di strumenti attraverso cui si registrano le
disponibilità. È un terreno sul quale abbiamo prodotto risultati positivi ed il nuovo statuto dovrà guardare a nuovi spazi di
partecipazione. La strada che abbiamo davanti non può che essere per il
completamento, che politicamente rinsaldi un vincolo
di maggioranza, perché no, allargato a quanti hanno voglia di collaborare con
spirito costruttivo.