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MARZO 2009
Il Consiglio Comunale di Cosenza approva il
Piano Strategico Cosenza-Rende
Con 17 voti favorevoli e due
astenuti (i consiglieri Saverio Greco e Vittorio Cavalcanti) il Consiglio
Comunale di Cosenza ha approvato il Piano Strategico Cosenza-
Rende.
Molto partecipato il
dibattito in aula, aperto dal consigliere Sergio Nucci. “Non è facile raccapezzarsi in più di 700 pagine – ha esordito.
Ho cercato di capire l’idea di città insita nel Piano così come ho visto che
tra i progetti ve ne sono di antichi, ad esempio il ponte di Calatrava. C’è dunque una continuità con il passato che non
mi sento di criticare. Il Piano però non realizza i partenariati necessari ai
progetti previsti, non c’è un piano finanziario. L’idea di città illustrata nel
Piano non ci soddisfa, avremmo voluto modificarla, alcune incongruenze potevano
essere corrette all’origine, ma l’occasione non ci è stata data.
Antonio Ciacco sottolinea che per la prima volta “si disegna un Piano
strategico in un contesto elaborativo che rivendica ammirato apprezzamento. Nel merito, si tratta di uno strumento di programmazione dell’area Cosenza-Rende rappresentando la visione dello sviluppo
dell’area da qui a cinquant’anni, rafforzando la coesione sociale e sfruttando
le eccellenze di ciascun territorio”. Nel definirlo il manifesto
politico dell’area urbana Cosenza-Rende, Ciacco propone però di non ridurre
a questo l’area urbana promuovendo la più vasta aggregazione possibile, per
creare un’area leader in Calabria e nel Mezzogiorno. “Alle forze
riformiste chiedo di guardare con attenzione a questo documento e chiedo un
voto favorevole come elemento portante di un comune sentire”.
Vittorio Cavalcanti definisce il dibattito sul Piano Strategico “un vero e
proprio invito a nozze. Partecipo alla
discussione con i sentimenti di chi vede avvicinarsi al porto un documento
proposto in avvio di legislatura proprio dal Gruppo Socialista, ma con il
rammarico di una discussione poco strutturata. Il Consiglio comunale invece che
luogo di partenza, è diventato luogo d’arrivo.
Invece il Consiglio può ancora dare un contributo d’idee. Uno strumento
ultradecennale deve essere di tutti. Questa logica va assunta per le fasi
successive d’attuazione.” Nel merito, dà atto che è
stato compiuto un buon lavoro, che ha dato spazio alla partecipazione ed apre una serie di riflessioni. “Auspico che lo strumento
del Piano Strategico possa essere il momento di avvio di una stagione in cui il
centrosinistra trovi la compattezza finora mancata,
anche per creare le condizioni per contrastare l’avanzata delle forze di
centrodestra”.
Francesco Gaudio afferma che “è difficile dire no a un documento di
programmazione. Altrettanto difficile è
dire sì pregiudizialmente. Sottoscriverei molte delle cose dette
dall’architetto Barresi. Stasera non si è parlato di ‘crescita’, termine che fa
pensare al Pil; si è parlato invece di ‘sviluppo’ ed è un dato importante.
Finalmente si parla di sviluppo qualitativo. Importante è anche l’idea di
qualità della vita di un territorio basata su uno
sviluppo sostenibile ambientalmente e socialmente.
Ma
le idee hanno bisogno di gambe per camminare. Qui si parla
solo di tendenze”.
Vincenzo Adamo esordisce
ringraziando i consiglieri di maggioranza che erano presenti
alla manifestazione di Pino Gentile ed ai quali dice “è l’ora di
staccare la spina a questa Amministrazione il 30 marzo prossimo”. Annunciando
il voto contrario del suo gruppo , ha parole di
apprezzamento per il lavoro dell’arch. Barresi, “ma – dice - è una foglia
di fico della cattiva coscienza di questa Amministrazione. Al Piano manca una
premessa, e cioè che finora non si è fatto nulla. La
partecipazione non ha riguardato i consiglieri, che hanno ricevuto un documento
preconfezionato solo pochi giorni fa”. Adamo si chiede
“Qual è il Piano strategico sulla cultura? Non quello
del Morelli o del Rendano.”
Francesco Incarnato ribalta l’invito di Adamo esordendo “invito il Sindaco a
non staccare la spina perché i segnali sono d’impegno e i cosentini lo
riconoscono. Uno di
questi segnali è il Piano Strategico”. Incarnato
ripercorre la storia della città ed il rapporto col territorio. Parla di una
città che da recinto chiuso diventa città aperta, di una integrazione
col territorio che permette di parlare di un unico soggetto, che definisce
territorio urbanizzato. “Oggi dobbiamo chiederci come si può e si deve
progettare un territorio alla luce delle crisi che incombono: culturale,ambientale, economica, dei trasporti. Il problema non è più
l’espansione ma risiede nella riqualificazione
delle immense periferie costruite negli anni ‘50, interi quartieri che vanno
recuperati alla vivibilità”.
Fabrizio Falvo
parla di un Piano Strategico “scritto
bene dal punto di vista tecnico, e condivisibile negli intenti. Io però rispetto solo le idee che diventano azioni.
Cosenza vuole tornare ad essere città leader del
territorio di cui è capoluogo e, perché no, della Calabria. Il territorio di
Cosenza oggi però ha una battuta d’arresto, che non andrà addebitata solo a questa Amministrazione, ma come si può dire nel Piano
Strategico che l’attenzione è sul centro storico quando è abbandonato?
Non possiamo votare questo piano perché non lo riteniamo concretamente
applicabile alla nostra realtà. Questa città deve subire un
cambiamento e deve passare attraverso una nuova classe dirigente”. In
chiusura Falvo lamenta un deficit di democrazia
interna per la scarsa condivisione del Piano Strategico con i consiglieri.
Massimo Bozzo parla di
un documento senz’anima e di poca chiarezza dei quadri economici. “E’ senz’altro condivisibile il rilancio del centro storico, l’UDC
ne parla dal primo Consiglio comunale. Ci aspettavamo di più sul welfare
e invece lo troviamo poco presente nel Piano. Ci sembra insomma un’elencazione
di progetti vecchi e non collegati tra loro, spesso privi di copertura
economica. Apprezziamo gli sforzi ma è l’ennesima occasione
persa per Cosenza”.
Stefano Filice
anticipa il voto favorevole quale “atto
dovuto nei confronti della città, dell’area urbana e del territorio tutto che
circonda Cosenza. Si tratta di uno
strumento che disegna l’area urbana e senza il quale nessuna Amministrazione di
questa area urbana potrebbe attingere a
finanziamenti”.
Saverio Greco ritiene
che l’esito di questo Consiglio comunale, in relazione
agli effetti che si produrranno negli anni, sia un passaggio fondamentale.
“Ringrazio il Sindaco che qualche giorno fa ci ha consegnato
una sintesi del Piano e ci ha significato l’importanza del documento.
Nel corso di quell’incontro col Sindaco ho partecipato la mia percezione della
situazione amministrativa. Penso che sia pertinente ad
una responsabile azione della minoranza riconoscere le cose buone
dell’Amministrazione ma altra cosa è pensare di condividere responsabilità con
una Amministrazione alla quale non si appartiene sin dal momento fondativo. Ciò può avvenire solo se di
fronte c’è una stagione amministrativa nuova”. Greco parla di indiscutibile impegno profuso nell’elaborazione del Piano
sottolineandone qualche qualche carenza, ad esempio
nella quantificazione delle risorse.
“Bisogna capire se questo Piano sarà realizzabile, con
quale capacità di governo, con quale maggioranza. Offrirei la mia
responsabilità a quale squadra di governo, a quale maggioranza? Il Piano può essere una buona occasione per la città
ed impone a qualunque minoranza un profilo di responsabilità soprattutto in un
quadro critico del centrosinistra. La necessità di coerenza mi
impone di valutare però con grande attenzione la complessità dei lavori
di questo Consiglio comunale per capire se vi sono gli elementi per risolvere
le criticità”.
Michelangelo Spataro
parla del voto al Piano Strategico come
del “vero voto politico, più del bilancio.
Sono d’accordo con chi ha detto che in un Piano
a così a lunga scadenza avremmo voluto trovare ad esempio il nuovo
ospedale e il percorso della metropolitana”.
Sul piano politico Spataro
precisa la posizione dell’Udeur, che si colloca
nel centro destra fermo restando il rispetto degli impegni assunti negli enti
locali. “Dopo il Consiglio di stasera e quello sul bilancio di previsione
ognuno di noi si determinerà sulla strada da seguire. Il mio è un voto politico
a questa Amministrazione e a questo Sindaco. Non ci
sono altre strade da percorrere. L’auspicio è di continuare a
governare con questo Sindaco e con questa maggioranza”.
Domenico
Frammartino
Annuncia il voto favorevole alla pratica per come già
espresso in Commissione, ritenendo il Piano Strategico un
importante strumento di programmazione dell’area urbana. “Alcune mie
perplessità – relative alla partecipazione – mi sono state chiarite
esaustivamente dall’arch Barresi. A
questo Piano assegno un merito che è quello di essersi occupato di area urbana,
e non con un semplice assemblaggio di progetti preesistenti”. Sul piano
politico Frammartino valuta positivamente l’approccio
complessivo dell’aula alla discussione. “ Una nuova stagione
politica dovrà aprirsi, e non è alternativa a quella che stiamo vivendo, semmai
la arricchisce. Questo stasera avvertiamo nel
contenuto degli interventi che si sono succeduti in aula”.
Terminato il dibattito, replica il Sindaco Salvatore
Perugini che in prima battuta ribadisce una serie
di ringraziamenti “che – dice – non sono semplici attestazioni di stima ma
contengono una scelta politica fatta da questa Amministrazione: il
coordinamento del Piano, l’arch Barresi, che è anche
responsabile del progetto, e l’ing. Sole del Comune di Rende;) i dirigenti dei
due Comuni che insieme hanno lavorato affiancati nell’elaborazione del Piano
Strategico dall’Università della Calabria nei suoi dipartimenti di
sociologia e di economia e statistica. La composizione del gruppo nasce da una
scelta condivisa tra i due Comuni. Si poteva affidare all’esterno la
progettazione ma abbiamo ritenuto giusto valorizzare un cuore pulsante delle
Amministrazioni con accanto il mondo del sapere
universitario, e creare una sorta di osmosi tra figure, esperienze e
capacità diverse finalizzate a tradurre in piano gli indirizzi che comunque
erano contenuti nei programmi amministrativi delle due città. Estendo il
ringraziamento all’ATI che si è aggiudicata la gara
per i piani d’azione, e poi la parte importante che si è concretizzata
nell’URBAN LAB, il luogo in cui hanno interagito i cosiddetti portatori di
interesse. Luogo di capitalizzazione dell’ascolto che si è poi tradotto in
filosofia del Piano. Ringrazio tutta la Giunta ed il
Consiglio comunale che stasera ha voluto dare un contributo del quale occorre
fare tesoro”.
Il Sindaco apre a una serie di riflessioni politiche. “L’approvazione di questo documento di per sé apre una stagione
politica nuova, ancor prima per la comunità che siamo chiamati ad amministrare.
Apprezzo la ricchezza del dibattito che si è sviluppato e per questo non
intendo replicare a polemiche. Il consuntivo in democrazia lo fanno sempre gli
elettori. Altra cosa sono le percezioni, che aiutano il cammino della politica.
Apprezzo chi manifesta la sua percezione perché significa avvertire, andare
avanti sulle cose buone e correggere eventuali distorsioni dell’azione
amministrativa. Sono convinto che le spinte accelerative
al cammino della politica possono anche creare delle difficoltà. Le dinamiche
della politica richiedono piccoli, medi e grandi passi, tutti apprezzabili se
puntano ad un obiettivo. Ben vengano l’attenzione, la
partecipazione e, se possibile la convergenza su questioni della vita
cittadina. Ben venga una collaborazione più
intensa, più partecipata. Resta da vedere come si compongono a sintesi
anche le differenze e le integrazioni che vengono
proposte. La strada è di totale accoglienza. Sarebbe miope non rispettare
queste ragioni ma altrettanto miope sarebbe porre queste ragioni come paletti.
È un ragionamento che sul terreno delle cose e nel rispetto dei ruoli può
interessare tutte le forze politiche in questo Consiglio comunale
sarebbe un grande arricchimento e un grande servizio per la città”.
Nel merito, il Sindaco sottolinea
poi l’essenza del Piano Strategico, quale “disegno politico dello sviluppo
sostenibile in una prospettiva di medio e lungo periodo, per come tracciata
dalla delibera del CIPE che lo origina, precisando il richiamo alla verifica in
itinere, all’aggiornamento - proprio in quanto strumento a medio e lungo
termine - nella sede di confronto per la città, cioè nel Consiglio comunale.
“Partiamo da un Piano strategico che mette a valore alcune
eccellenze di questo territorio, identificandole nel centro storico di Cosenza
e nelle colline di Donnici quale risorsa
naturalistica. Come si fa allora a non guadare ad
un’area urbana che non colloqui con il Savuto”. A
questo proposito fa riferimento ad uno dei tre livelli
di governance del Piano, l’Associazione
del Piano Strategico quale luogo del percorso partecipativo, “una sorta di
conferenza dei servizi, perché quando si parla di progetti integrati, di
progetti complessi non c’è dubbio che parliamo di un’area che va aldilà del
territorio di confine”.
Sulla questione risorse, il Sindaco di Cosenza precisa che
è stato scelto un Piano Strategico con i Piani d’azione per
poter partecipare certo ai bandi regionali. Ma
il Piano strategico ci consente di entrare a 360 gradi nella programmazione
regionale così come ci fa entrare in rapporto diretto con l’Europa per misure
direttamente finanziabili, o con il PON sicurezza, o ancora con la finanza
regionale che non necessariamente deve essere solo derivata da quella europea,
o con gli Accordi di Programma Quadro. Lì si giocherà la vera partita, sul
terreno delle priorità e della capacità di intercettare risorse in relazione alle priorità”.
Nella fase di dichiarazione di voto interviene soltanto il
consigliere Saverio Greco
“Discussione importante, con tanti punti
di convergenza ma anche con punti di criticità. Mi auguro possa servire per rispondere all’esigenza di
cambiamento che viene dalla nostra città in una congiuntura difficile. Uno slancio
nuovo si può dare se si adottano regole nuove, prassi politiche nuove. Ed una di quelle da
sconfiggere è quella della politica fatta per l’interesse specifico. Questa
sera la responsabilità che ci siamo caricati sin dall’inizio è mancata in
alcuni settori della maggioranza. Da questo punto di vista avverto l’esigenza
di distinguermi. Differenzio la mia posizione per una diversa
configurazione del centro sinistra nella nostra città”.