29 OTTOBRE 2007

 

Non si elegge il Presidente, Consiglio rinviato per mancanza del numero legale

 

Dopo una mattinata di dibattito infuocato, il lavori del Consiglio Comunale sono stati rinviati a domani mattina per mancanza del numero legale. All’ordine del giorno c’erano le dimissioni dell’ex Presidente Franco Sammarco e la nuova elezione del Presidente del Consiglio Comunale. Il numero legale è mancato alla ripresa dei lavori, dopo il dibattito e prima delle dichiarazioni di voto.

Questo lo svolgimento dei lavori. Il Vice Presidente Vicario Francesco Incarnato apre la seduta alla presenza di 37 consiglieri.

Incarnato esprime gli auguri al Consigliere Gaudio, che ritorna in aula dopo un’assenza di due mesi a causa di un infortunio. Successivamente si esprimono condoglianze al Consigliere Bartoletti per un lutto in famiglia.

 

Prende la parola il Consigliere Saverio Greco (Grande Alleanza con la Rosa nel Pugno) : “prima di iniziare la seduta chiedo alla Segreteria Generale se le dimissioni del Sindaco, annunciate sulla stampa, sono pervenute ufficialmente o se si tratta di un teatrino da parte della maggioranza”.

La risposta è negativa.

 

Damiano Covelli (Ds) interviene per mozione d’ordine: “abbiamo letto sulla stampa delle possibili dimissioni del Sindaco. È inutile far finta di nulla. Chiedo a nome della maggioranza consiliare un aggiornamento dei lavori alle 18 di oggi pomeriggio”.

 

Saverio Greco interviene contro la mozione: “siamo contrari alla richiesta, innanzitutto per ragioni istituzionali. Ricordo ai colleghi consiglieri che questo dibattito si è attivato con 12 giorni di ritardo rispetto alla richiesta della minoranza.

E’ stato violato un diritto della minoranza. Le regole sono saltate in questo Comune.

Riguardo alla motivazione politica si tratta di una ulteriore presa in giro dei cittadini. Voteremo no a questa richiesta, perché è un modo per sottrarvi alle vostre responsabilità, per regolare conti in sospeso che non hanno nulla di politico.

Le minacce del Sindaco non hanno un valore dignitoso, ma sono il segno di una difficoltà della maggioranza che governa Cosenza, che risponde a interessi nascosti.

E visto che non riuscite a far quadrare il cerchio, è evidente la volontà del Sindaco di resistere. Piuttosto che darvi un aggiornamento, noi continueremo a stare in aula, per dimostrare alla città tutti i ricatti che si stanno esercitando nei confronti di chi, evidentemente, non riesce a trovare altra strada se non quella della minaccia.

Invece di pensare ai problemi della città, all’acqua che non arriva nelle case, a strade che non sono più tali, pensate invece alle risate che avrebbero dovuto sommergere noi e che si trasformeranno nei ghigni dei cittadini che non vedono l’ora di mandarvi via”.

 

Maria Lucente (Ds): “Le motivazioni già scarne espresse da Damiano Covelli erano adattate alla situazione. Ma prendo il compito di dire che una richiesta di aggiornamento è una richiesta di serietà nei confronti della città. Un sindaco votato a grande maggioranza dalla città esprime questa difficoltà, questa voglia di chiarimento, e non è possibile di fronte alla città che lo ha votato non accettare un aggiornamento per chiarire la situazione.

Mi sembra strano che chi ha a cuore le sorti della città possa correre il rischio di far tornare la città alle elezioni. Ma se l’agibilità amministrativa e politica in città ha subito questi duri colpi, credo che nessuno si possa tirare indietro.

Questo consiglio comunale non sa ancora esprimere serietà e impegno a favore della città. Ma io continuo ad appellarmi all’impegno assunto da tutti di fronte alla città, per superare i problemi che sono gravosi e pesanti. Dobbiamo saper rispondere a chi ci ha eletto che non ci ha detto di abbandonare di fronte alle difficoltà. Credo molto responsabile accettare un aggiornamento”.

 

Il Vice Presidente Incarnato mette ai voti la mozione per appello nominale.

Contrari: Adamo, Bartolomeo, Belmonte, Bozzo Massimo, Cavalcanti, Commodoro, Falvo, Frammartino, Gaudio, Greco Saverio, Incarnato, Lopez, Magnelli, Mancini, Manna, Nucci, Ruffolo, Sacco, Savastano, Vizza

Favorevoli: Ambrogio, Bozzo Francesca, Corigliano, Covelli, Dionesalvi, Dodaro, Falbo, Filice, Filippo, Greco Gianluca, Lucente, Mazzuca, Napoli, Rovito, Salatino, Sammarco, Spadafora, Spataro

La mozione è respinta con 20 voti contrari e 18 a favore.

 

Gianluca Greco (Pd) chiede una interruzione di cinque minuti. Il Vice Presidente Incarnato respinge la richiesta, i lavori proseguono con l’approvazione dei verbali delle precedenti sedute consiliari che avviene all’unanimità.

Si procede, quindi, al secondo punto all’ordine del giorno: “dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio irrevocabilmente rassegnate dall’Avv. Francesco Sammarco con foglio del 9 luglio 2007. Nuova elezione del Presidente del Consiglio Comunale ai sensi dell’art. 19 dello Statuto e dell’art. 3 del Regolamento del Consiglio Comunale”.

 

Chiede la parola il Consigliere Franco Sammarco (Ds): “la sacralità del momento istituzionale imporrebbe un diverso modo di affrontare le problematiche, ovvero le fibrillazioni che si innestano nella vita istituzionale di questa Amministrazione. Però la pretesa della prevaricazione e la pretesa di volere assimilare situazioni tra loro non assimilabili mi pare non sia consentito. Nella precedente elezione del Presidente del Consiglio non si è svolta nessuna discussione. Ne diamo atto, dunque l’elezione del presidente del Consiglio non può prevedere nessuna discussione. Ma il punto all’odg è complesso e include le motivazioni sulle dimissioni del precedente Presidente. Avviare l’elezione del nuovo presidente senza procedere alla discussione sulle dimissioni dell’ex presidente credo che sia ineludibile. La discussione va aperta, se nessuno vuole parlare lo spiegherà ai cittadini”.

Una discussione informale si anima nei contenuti e per le tonalità, ma il Vicepresidente Incarnato resta ferma sulle sue posizioni.

 

Vincenzo Adamo (Grande alleanza con la Rosa nel Pugno): “a proposito di prevaricazioni, eviterò di urlare. Il Consiglio Comunale in precedenti sedute decise di andare direttamente al voto del Presidente del Consiglio, senza dibattito. Ci fa piacere che oggi parte della maggioranza la pensi in maniera diversa. Però, o quella del Consigliere Sammarco è una mozione oppure vada avanti, signor Presidente, come meglio ritiene. In mancanza di diversi pronunciamenti vale la precedente posizione assunta dal Consiglio comunale”.

 

Il Vice Presidente Vicario Francesco Incarnato dà lettura delle dimissioni da Presidente del Consiglio del Consigliere Franco Sammarco. La lettera è datata 9 luglio 2007, prot. 455.

Dopo la lettura il Vice Presidente Incarnato apre il dibattito.

 

Fabrizio Falvo (An): “l’argomento sta molto a cuore ai cittadini, ma poco alla maggioranza che sostiene il Sindaco, che rinvia la discussione da oltre quattro mesi. Nella lettera dell’avv. Sammarco abbiamo sentito di nuovo le vere ragioni delle dimissioni dell’ex Presidente del Consiglio Comunale, che pesano sulla maggioranza di centro sinistra che governa la città di Cosenza. Lo dice uno dei massimi esponenti di questa stessa maggioranza: la città è immobile. Questa crisi dura ormai ininterrottamente sin dall’insediamento e le dimissioni di Sammarco ne hanno solo sancito l’ufficialità, visto che si era già dimesso, poi aveva ritirato le dimissioni fino a ripresentarle definitivamente. Quello che dice Sammarco nella sua lettera, del resto, è quello che l’opposizione dice sin dall’inizio.

E oggi dobbiamo parlare anche delle dimissioni annunciate dallo stesso Sindaco. Oggi, quindi, discutiamo della crisi e mi auguro che si arrivi ad una determinazione senza bluff, senza fasulle dimissioni, perché questa città non è amministrata da troppo tempo e questo Centro Sinistra dimostra di non essere in grado di governare la città di Cosenza e la Regione Calabria. I cittadini manifestano contro la corruzione e i partiti dovrebbero avere il coraggio di mettere da parte gli indagati, perché la politica richiede solo luci e non ombre.

 

Cataldo Savastano (Federazione Socialisti Calabria) chiede una sospensione dei lavori per 30 minuti. Il Vice Presidente Incarnato respinge la richiesta ricordando che, già prima del dibattito, il Consiglio aveva respinto la proposta di rinvio alle 18.

 

Il Vice Presidente Incarnato, dopo essersi consultato con il Segretario Generale, ribadisce che le mozioni di rinvio, sia quella di cinque minuti che quella di 30 minuti, non possono essere accettate per mancanza di motivazioni.

 

I Consiglieri della maggioranza protestano vivacemente.

 

Vincenzo Adamo (Grande Alleanza con la Rosa nel Pugno) rivolgendosi ai Consiglieri di maggioranza: “smettetela di aggredire il Presidente del Consiglio. Rispettate le istituzioni.”

Le proteste continuano. Il Vice Presidente Incarnato interrompe per ribadire che i lavori del Consiglio non saranno sospesi.

 

Vincenzo Adamo riprende il suo intervento: “è difficile comprendere le reazioni della maggioranza, in tutti i suoi componenti. Ci sono difficoltà, non di oggi certamente, ma invito il Consigliere che ha strappato il foglio davanti al Presidente del Consiglio a chiedere scusa, per aver oltraggiato questo Consiglio Comunale.

Mi auguro che il Sindaco, che abbiamo sempre invitato ad un gesto forte contro certi teatrini, oggi non reciti a soggetto esclusivamente per minacciare frange della sua maggioranza. Se non dovesse rassegnare le dimissioni sarebbe il regista di questo teatrino. La sua maggioranza è andata sotto, mi auguro quindi che nel corso di questi lavori arrivino le sue dimissioni.

Anche l’assenza da questo Consiglio Comunale fa percepire che manca una leadership a questa coalizione. È una maggioranza frammentata, dove ognuno cura le proprie ambizioni, che non riesce ad avere una sintesi a tutto discapito dei problemi della città. Nelle vostre riunioni non si parla dei problemi della città, ma di postazioni e altro.

La Grande Alleanza ha presentato oggi le firme di una petizione che vuole richiamare questa maggioranza agli impegni formali che sono stati presi con gli elettori.

Le opere pubbliche sono ferme. Parliamo del parco acquatico mentre la stazione di Vaglio Lise sta chiudendo, il mercato ha già chiuso, i Domenicani se ne vanno, la Banca d’Italia se n’è andata. Altre realtà vi stanno surclassando da un punto di vista politico e amministrativo. Se il Sindaco si dimette non lo voterà più nessuno, ma almeno salva la dignità, che noi gli riconosciamo e alla quale lo abbiamo sempre richiamato. La sua dignità non può essere un bluff. Se non lo farà significherà che i suoi consiglieri hanno visto giusto, non ritenendolo neanche capace di un atto del genere.

Riguardo alla elezione del Presidente chiedo la possibilità che ciascuno proponga il suo candidato ed esorto la maggioranza a proporre il nome che intende indicare alla guida del Consiglio Comunale.

 

Francesco Rovito (Verdi), prende la parola per mozione d’ordine: “in vista della elezione del nuovo Presidente del Consiglio, chiedo 15 minuti di sospensione per poter consentire una Conferenza dei Capigruppo e un confronto su questo importante tema”.

 

Il Vice Presidente Francesco Incarnato: “non ho motivi contrari ad una riunione dei Capigruppo della maggioranza, soprattutto in vista della necessità di individuare un nome da proporre alla Presidenza del Consiglio. Faccia concludere il dibattito e poi potremo dar luogo ad una riunione dei Capigruppo”.

 

Franco Sammarco (Ds), rivolto al Presidente Incarnato: “le questioni procedurali sono preminenti rispetto ai lavori del Consiglio, in qualunque momento vengano presentate. Lei sta violando norme di regolamento, perché non è lei a dover valutare le motivazioni. Lei ha l’obbligo di mettere ai voti la mozione. Sul piano politico si trarranno le conclusioni del voto.

Io chiedo che lei osservi un regolamento, perché le mozioni vanno votate purché motivate. A lei non spetta alcun tipo di valutazione”.

 

Incarnato: “queste mozioni hanno tutte la stessa motivazione”

 

Saverio Greco (Grande Alleanza con la Rosa nel Pugno) richiama il Regolamento del Consiglio Comunale: art. 29 comma 7 e l’art. 26 comma 8. Nel corso della discussione non può essere presentata nessuna mozione.

 

Incarnato: “Resta ferma la mia intenzione. Alla fine del dibattito sarà possibile fare una riunione dei Capigruppo di maggioranza”.

 

Giuseppe Spadafora (Italia di Mezzo): “i colleghi della maggioranza mi chiedono di fare una precisazione sul regolamento. Leggo l’art. 22 lettera f che prevede la possibilità di riunire la Conferenza dei Capigruppo anche su richiesta di un solo consigliere. Chiedo il parere del Segretario Generale”.

 

Francesco Incarnato: “mi rendo conto del tentativo di qualcuno che vuole farmi sospendere i lavori. Ma io, per rispetto alla città, non ne ho alcuna intenzione. Il Segretario Generale si è già pronunciato su questo punto”.

 

Spadafora ribadisce la richiesta del parere del Segretario Generale, chiedendo di riceverla per iscritto.

 

Incarnato precisa che “l’art. 22 prevede la richiesta di una Conferenza dei Capigruppo per determinarsi su un punto all’odg. Noi siamo già nella fase del dibattito. Per rispetto della democrazia, facciamo completare il dibattito. Al termine faremo una breve sospensione”.

Tra i banchi della maggioranza Gianluca Greco e Marco Ambrogio prendono la parola per chiedere il parere del Segretario Generale.

 

Incarnato prosegue con il dibattito e chiama ad intervenire il Consigliere Giuseppe Mazzuca (Ds), che però non è presente in aula. Si prosegue.

 

Massimo Bozzo (Udc): “Dopo le elezioni qualcuno esultava perché Cosenza si era dimostrata una città di Centro Sinistra. E i risultati si vedono, non solo a Cosenza ma anche alla Regione. Io chiederei al Consigliere Sammarco se, rispetto al mese di luglio, le condizioni di questa maggioranza e della vita amministrativa di questa città sono cambiate oppure no.

La lettera di dimissioni rappresenta un vero e proprio atto d’accusa verso una politica che non riesce a dare dimostrazione di impegno serio e concreto nei confronti dei problemi della città. Una completa negazione della democrazia, come dimostra ciò che accade oggi in Consiglio comunale.

Per quattro mesi la maggioranza non ha fatto discutere su quell’atto d’accusa. E se oggi siamo qui, è perché questa è una maggioranza che si spacca sull’elezione del Presidente del Consiglio. Non si può litigare per questa carica, perché altrimenti mi viene da pensare che non si litiga per la città, ma per l’indennità di funzione del Presidente del Consiglio. Da quando è passata l’indennità di funzione non si convocano più commissioni, mentre prima ce n’erano parecchie al giorno. Di questo dovreste vergognarvi.

Questa è una classe politica che i cittadini ci chiedono di mandare a casa”.

 

Francesco Gaudio (Rifondazione comunista): “da quattro mesi la maggioranza chiede il rinvio sulle motivazioni che hanno indotto alle dimissioni del Presidente del Consiglio comunale. Perché hanno rinviato al 29 ottobre? Perché c’erano le primarie del 14 ottobre ed evidentemente bisogna accordarsi. Ma, evidentemente, il Partito democratico appena nato deve essere già in crisi. L’altro inconfessato motivo in discussione era il rimpasto della giunta. Si è discusso di chi doveva diventare vicesindaco, e si parlava dell’ex presidente del Consiglio.

Ieri è stato toccato l’apice, perché il Sindaco di Cosenza ha annunciato che, se la sua maggioranza non avesse ritrovato l’unità sulla proposta del rinvio dell’elezione del Presidente del Consiglio comunale, si sarebbe dimesso. Da un uomo di parola ci saremmo aspettati le sue dimissioni. Ma non tutti sono uomini di parola.

Rifondazione comunista ha annunciato la stessa intenzione alla Regione e, visto che nulla cambiava, ha coerentemente deciso di lasciare la Giunta regionale.

Qui ci troviamo in situazioni peggiori: la maggioranza è spaccata. Dovremmo discutere dei motivi. Si dibatte dei problemi della città o di posti e di poltrone?

Avremmo molti motivi per gioire di questa situazione, ma dovremmo uscire dalla propaganda politica e chiederci: di cosa si discute nelle riunioni con il Sindaco?

C’è un gruppo che sfida il Sindaco a rassegnare le dimissioni. Atteggiamento non certo politico, ma di altro tipo.

Rifondazione Comunista decide di non partecipare più al dibattito e di uscire dall’aula. La maggioranza ha perso, non ci interessa se si metterà d’accordo perché lo farà patteggiando posti e incarichi”.

 

Marco Ambrogio (Pd): “chiedo immediatamente di verificare il numero legale”.

 

Vittorio Cavalcanti (Grande Alleanza con la Rosa nel Pugno): “ricordo il precedente specifico: si può chiedere la presenza del numero legale solo quando si è in votazione e non durante il dibattito. Così ha stabilito il precedente Presidente del Consiglio”.

 

Incarnato si consulta col Segretario Comunale, nel mentre rientrano in aula i consiglieri.

 

Marco Ambrogio (Pd): “il presidente ha violato ancora una volta una regola fondamentale della democrazia, non verificando il numero legale che era stato richiesto legittimamente da un consigliere comunale. Il Presidente deve essere garante della democrazia in aula e non lo è stato, con grave responsabilità del segretario”. Rinuncia all’intervento.

 

Sergio Nucci (Grande Alleanza con la Rosa nel Pugno): “invito chiunque dovesse ravvisare violazioni di norme e di leggi a rivolgersi alla autorità competenti perché eventuali abusi e arbitrii vengano sanzionati. Quando sono stati violati i nostri diritti noi ci siamo rivolti alle autorità competenti, da cui aspettiamo una risposta. Esprimo solidarietà umana e politica al Presidente per tutto ciò che ha dovuto sopportare in questo Consiglio. Ha mantenuto il polso fermo al pari di colleghi che l’hanno preceduta in quello scomodo ruolo.

Venendo al dibattito, io non ci sto a venire in quest’aula per litigare. Gli episodi ai quali ci abbandoniamo non ci onorano e non ci sto a confondermi con quanti ritengono che la politica sia una cosa personale, portata avanti per soddisfare le proprie ambizioni e raggiungere traguardi altrimenti difficilmente raggiungibili.

Vorremmo confrontarci con le altre forze politiche su ciò di cui abbisogna la città per evitare questo declino che sembra irreversibile. Forse abbiamo a volte alzato i toni del confronto, ma nessuno può negare la nostra buona fede e il nostro serio impegno.

La maggioranza non può farci una colpa dei propri problemi, né dei rilievi che scrive la Corte dei Conti. Rileggendo la lettera dell’ex Presidente Sammarco penso che anche nella maggioranza ci sia stato chi ha visto e segnalato per tempo tutto ciò che non andava. Oggi vediamo che il Consigliere Sammarco, che pure non ha aderito al Pd ma è rimasto nei Ds, è divenuto comunque organico a questa maggioranza.

A proposito del Sindaco, forse è vero quello che dice il Consigliere Cavalcanti: il verbo dimettere a Cosenza si coniuga dalla seconda persona in poi. È una regola che abbiamo rilevato anche oggi”.

 

Saverio Greco (Grande Alleanza con la Rosa nel Pugno): “è la prima volta che mi capita di vedere un ostruzionismo della maggioranza. Sarà perché, drammaticamente per la città, questa maggioranza si presenta sparpagliata, confusa.

Noi non siamo soddisfatti. Oggi al Sindaco è mancato il coraggio di essere presente in aula, ma noi, che siamo la prima forza politica di questa città, soffriamo nel vedere queste situazioni nel consiglio comunale di Cosenza.

Peraltro, alla fine di questo dibattito, la maggioranza potrebbe eleggere il suo presidente. Ciò che è accaduto stamattina è la messa in scena di un teatrino che serve a far turare il naso a qualcuno della maggioranza. Perché il sindaco si è spinto così oltre che adesso l’unico modo che avete per andare avanti è eleggere un presidente. La nostra battaglia è stata quella di portarvi ad eleggerlo; in questo senso si spiegano le nostre reiterate richieste di arrivare all’elezione per recuperare il funzionamento istituzionale.

Ma a Cosenza il dibattito è fortemente pregiudicato dalla pregiudiziale antisocialista del gruppo di potere che guida questa maggioranza. Noi, comunque, siamo pronti a partecipare ad un percorso di condivisione della scelta di un presidente del Consiglio. Certo, non accetteremo l’indicazione di chi in questi mesi ha lavorato seminando odio e divisione. Facendolo, scavereste un solco ancora più profondo di quello attuale.

Però questa politica dei veleni non riesce più a convincere neanche tutti i consiglieri di maggioranza, vuol dire che pian piano qualcosa sta cambiando. I protagonisti di questa campagna di odio stanno emergendo con il loro vero volto.

Sui giornali qualche consigliere ha indicato che in Consiglio c’è chi alimenta la violenza. Ma il Paese, l’intero Paese, ha capito.

Oggi dovrebbe essere il giorno della verità. E allora perché non si ha il coraggio di dire in quest’aula ciò che si dice alla stampa? Addirittura il nostro sindaco dice una cosa e poi ne fa un’altra. Esercitazioni grottesche di un modo di fare politica proprio di un ceto conservatore meridionale che noi non apprezziamo.

Ma dimenticate che i cosentini hanno scoperto l’ambizione di essere in Europa, al seguito di una classe dirigente di altissimo livello”.

 

Domenico Frammartino (Partito Democratico): “provo imbarazzo nel dover giustificare due cose, giuste, sacrosante e legali. Ho votato contro il rinvio proposto e lo rifarei, ritenendolo atto giusto, serio e corretto. Lo stesso ho fatto consentendo il numero legale in quest’aula. Non capisco, perché, dopo aver votato contro il rinvio avrei dovuto allontanarmi.

Perché non ho accolto la richiesta di rinvio? Non avrei immaginato che il voto di Maria Lucente, Corigliano, Salatino, Rovito, fosse quello di un rinvio. Poi mi si spiegherà. Trovo questo atteggiamento curioso e grottesco, da parte di chi contraddice le cose che ha sempre sostenuto. Abbiamo fatto bene a proseguire i lavori, perché probabilmente stasera uscirà una soluzione. Diversamente, probabilmente, non avremmo avuto soluzione. Noi ci auguriamo una risposta che questa Amministrazione deve alla città.

Mi voglio rinvolgere al Sindaco, anche se non è presente. Non l’ho sostenuto in campagna elettorale, ma ho compreso che le ragioni di doverlo sostenere erano sacrosante. Perché non mi ritrovo nella posizione di dover creare difficoltà ad un sindaco solo perché non è del mio schieramento. Per questo ho fatto un cammino diverso da quello dei miei ex colleghi, sapendo che c’era una prospettiva politica, quella del Partito Democratico, di fare un percorso insieme.

Ma credevo che, dopo la costituende nazionale del Partito Democratico, qualcosa potesse cambiare. Forse il partito di Milano è diverso da quello di Cosenza. Ma oggi non si può rinviare per la mancata capacità di una proposta da parte del Partito Democratico. È una grave responsabilità politica che grava sulle spalle del sindaco che doveva, semmai, scudisciare il Partito Democratico, che aveva l’obbligo di prendere una decisione e comunicarla agli alleati che, devo dire la verità, sono stati leali.

Questo partito democratico non è ancora decollato, abbiamo formato il gruppo consiliare prima degli altri ed è stato un errore. C’è un linguaggio di bilinguismo, si continua a parlare il linguaggio del partito di appartenenza. Io sono socialista, credo in questa nuova formazione pur senza rinunciare ai miei principi e ai valori ai quali sono cresciuto. Ma credo che il confronto debba essere alla base di un partito che raccoglie esponenti di diverse culture. Possiamo dire a questo punto che ci siamo uniti in maniera sprovveduta. Il nuovo partito fa ridere se continuiamo in questa direzione. Io non vorrei essere diverso da mia figlia che sabato è scesa in piazza per manifestare a favore di De Magistris. Ma se cresce l’antipolitica la responsabilità è della politica, che non fa il proprio dovere.

 

Massimo Bozzo (Udc) presidente della commissione controllo e garanzia. “I consigli comunali della città di Cosenza si sono sempre svolti a porte aperte. Ma le porte di Palazzo dei Bruzi oggi sono chiuse. È un fatto estremamente grave e chiedo al Presidente di far aprire immediatamente le porte del palazzo perché se un cittadino vuole assistere ai lavori del Consiglio comunale deve essere in grado di farlo liberamente”.

 

Gianluca Greco (Pd): “avevo preannunciato la decisione di asternermi dal partecipare al dibattito, perché oggi ci è stato negato il diritto ad espletare le nostre funzioni di consiglieri comunali. Questa è la vera vergogna di questa giornata. Noi respingiamo al mittente accuse di comportamenti poco ortodossi. I cittadini, vedendo le registrazioni, constateranno direttamente come l’opposizione abbia insultato la maggioranza definendoci mafiosi e pagliacci”.

 

Maria Lucente (Pd): “Dibattito sulle dimissioni del Presidente Sammarco avrebbero dovuto essere dibattute in Consiglio Comunale. Ma nessuno oggi aveva interesse a discutere su quei temi. C’è una minoranza a cui, nel gioco delle parti, non pare vero di poter contribuire ad affossare questa amministrazione. Mentre la maggioranza è assorbita a discutere di questo momento delicatissimo per la città, legato alle dimissioni del sindaco. Il quale chiedeva a noi tutti serietà, perché non vuole subire atteggiamenti ambigui. Non siamo ingenui, spesso scattano in una amministrazione mugugni, interessi di parte. Ma questa volta c’è un sindaco che non vuole assecondare comportamenti non lineari. Non usa atteggiamenti timidi o concilianti, anzi, il suo è un comportamento coraggioso, corretto, che dovrebbe portarci a proseguire i colloqui e il confronto per amministrare la città.

I cittadini erano stanchi, lo sono ancora di più dopo questo consiglio. E non credo che qualcuno di noi possa sottrarsi alla responsabilità.

Costa fatica non rispettare una data fissata già con tanti problemi. Non eravamo ancora pronti ad indicare il presidente del Consiglio? Ebbene equilibrio e serenità sono elementi individuabili in tante persone presenti nell’aula.

Un presidente sereno non avrebbe impedito una pausa nel dibattito. Ma questo è un problema che deve risolvere la maggioranza anche se vorremmo che si arrivasse alla individuazione mediante il confronto”.

 

Francesco Incarnato informa l’assemblea che le porte del Palazzo sono state chiuse dalle forze dell’ordine a causa della intenzione di una quarantina di manifestanti che volevano occupare l’aula per impedire i lavori del Consiglio. “È stata una decisione presa per motivi di ordine pubblico”.

 

Vittorio Cavalcanti (Grande Alleanza con la Rosa nel Pugno): “Oggi si parla solo di dimissioni, quelle vere del Presidente Sammarco e quelle annunciate del Sindaco Perugini.

Nella discussione di oggi non ho sentito una sola parola nel merito della lettera con la quale il Presidente Sammarco ha rassegnato le dimissioni. Io lo voglio fare, perché penso che ci sia un filo invisibile tra quelle denunce, quello che accade in città e quello che si è verificato oggi in aula.

La città sparisce troppo spesso dalle discussioni di questo Consiglio comunale. Credo che i cittadini siano poco interessati a sapere chi sarà il prossimo presidente, mentre sono molto interessati a sapere quali sono i motivi di un declino nel quale la città sta sprofondando giorno dopo giorno.

Cosenza soffre di una assoluta mancanza di amministrazione. Non potete non vedere e non sentire il disagio che vivono i cosentini. Non avete un’idea di città, non sapete dove la volete portare. Ho sentito che era stato chiesto a Sammarco di tornare a fare il Presidente. Lo ritegno offensivo politicamente”.

 

Francesca Bozzo (Pd) rinuncia al suo intervento.

 

Pietro Filippo (Udeur): “sono dispiaciuto e rammaricato per lo spettacolo poco decoroso che abbiamo offerto alla Città nella sua assise più importante. Siamo qui per eleggere il Presidente del Consiglio Comunale, che deve essere il Presidente di tutta l’assemblea. Quanto sta accadendo in Italia e in Calabria deve indurci ad una riflessione seria.

Non essendo un politico di professione, credevo che l’elezione del Presidente del Consiglio fosse una cosa semplice. Abbiamo preso atto con rammarico delle dimissioni del Presidente Sammarco. Ma perché ora non si riesce a trovare il bandolo della matassa e si discute in questo modo? Non ho potentati alle spalle, sono stato un consigliere comunale leale. Mio malgrado, ho votato anche ciò che non condividevo, così come ho fatto oggi quando mi è stato proposto un rinvio su cui non ero d’accordo. A questo punto, però, credo sia giunto il momento che ognuno prenda la decisione che ritiene più giusta. Credo che questa città e questo Consiglio abbiano bisogno di un presidente che sia espressione di tutta l’Assemblea. Per questi motivi annuncio la mia candidatura, sia pure transitoria qualora se ne dovessero ravvisare le necessità”.

 

Franco Sammarco (Ds): “Sono convinto che in politica, come in tutte le altre attività che riguardano la vita sociale, quello che conta sono gli atti. Io li ho prodotti, in maniera chiara, assolutamente netta, non li ho revocati e per questo motivo oggi se ne discute.  Si parla per atti, in maniera tale che a nessuno venga in mente di insinuare motivazioni chiedendo a me se le questioni che ho posto sono ancora valide. Se avessi ritenuto che quelle questioni avessero avuto una qualche chiarificazione, probabilmente, avrei improntato i miei atti a presupposti di natura diversa.

Sono abituato a prendere la responsabilità degli atti che assumo, anche quando sono gravosi. Devo dare conto alla città di queste scelte, meditate, che mi sono costate

Ho ritenuto che ad un certo punto della vita amministrativa della città fosse necessario mandare anche un messaggio comprensibile, netto e chiaro. Questo messaggio non è stato colto. La città ha capito che questo messaggio non è stato colto, non solo dalla maggioranza che probabilmente lo ha sottovalutato. Non è stato colto neanche dalle minoranze di questa città, che hanno proseguito in un clima di strumentalizzazione delle opposizioni politiche.

I cittadini di questa città, ma anche il popolo di questo Paese, ha smesso da tempo di gradire che si sia costantemente e sempre in campagna elettorale. Deve avere un senso, la fine della campagna, che sta nel superamento delle divisioni che hanno portato a schieramenti diversi in questa città.

Non credo che le minoranze abbiano colto il messaggio e il sacrificio che io ho inteso sopportare per ristabilire quelli che, secondo me, dovevano e dovranno essere i presupposti perché questa amministrazione, al di là di una burocratica elezione del Presidente del consiglio, possa garantire i diritti dei cittadini.

Bisogna mettere da parte rissosità personali, che non sono frutto di una pregiudiziale vera o presunta che sia. Perché io ho colto in questi mesi un lavorìo continuo anche dalle forze di minoranza di non tentare un approccio diverso.

La città ha bisogno non dell’ingresso in Giunta degli amici socialisti, o dei compagni di Rifondazione. Questa città ha necessità che una amministrazione illuminata vada oltre se stessa, che garantisca non il governo della propria maggioranza ma di governare anche istanze e richieste che vengono anche dalle minoranze soprattutto se fanno parte dello stesso quadro politico.

Questa Amministrazione deve aprire un tavolo con la tradizione e la rappresentanza socialista della città sui grandi temi e le grandi emergenze. Lo abbiamo detto un anno e mezzo fa.

Quali che siano le condizioni per pervenire ad un dibattito serio di superamento, bisogna mettersi a tavolino con serietà, discuterle e proporle. Cari Assessori dovete avere anche il coraggio di considerare che in genere l’onore delle armi lo riconoscono i vincitori sugli avversari sconfitti. Su questo punto bisogna fare chiarezza e io insisterò. 

La dobbiamo smettere di pensare che la gestione amministrativa sia interesse dei partiti o che il consiglio possa servire come camera di compensazione tra gli interessi dei partiti. Noi dobbiamo essere in grado di dire che bisogna fare un passo indietro. Il sindaco deve riappropriarsi per intero delle prerogative che la legge gli garantisce per poter governare al meglio.

In questa città c’è bisogno di maggiore sinistra. Nel rispetto delle posizioni delle minoranze e dei contributi che possono dare. Tanto più che registriamo un vulnus originario rappresentato dalla mancata presentazione delle liste delle forze contrapposte in questa assemblea”.

Al termine del dibattito il Vice Presidente Vicario Incarnato sospende per 30 minuti. Il Consigliere Spataro chiede una sospensione di due ore per tornare in aula alle 16,30. Ma il Presidente Incarnato ribadisce che i lavori riprenderanno dopo 30 minuti.

 

Oltre un’ora più tardi Francesco Incarnato riapre i lavori del Consiglio Comunale.

Sono presenti 12 consiglieri, rappresentanti dei gruppi consiliari Udc, An e Grande Alleanza con la Rosa nel Pugno. La seduta è sciolta per mancanza del numero legale.

Il Presidente Incarnato rinvia a domani, ma il Consigliere Saverio Greco prende la parola: “intendo chiarire una questione di legittimità. La seduta di seconda convocazione si attiva quando la prima convocazione va deserta. Non è questo il caso, qui è solo venuto meno il numero legale”.

Il Presidente Incarnato, dopo essersi consultato con il Segretario Comunale procede allo scioglimento della seduta riconvocando il Consiglio per domani mattina.