29 OTTOBRE 2007
Non si elegge il Presidente, Consiglio rinviato per mancanza del numero
legale
Dopo una mattinata di dibattito
infuocato, il lavori del Consiglio Comunale sono stati
rinviati a domani mattina per mancanza del numero legale. All’ordine del giorno
c’erano le dimissioni dell’ex Presidente Franco Sammarco
e la nuova elezione del Presidente del Consiglio Comunale. Il numero legale è
mancato alla ripresa dei lavori, dopo il dibattito e prima delle dichiarazioni
di voto.
Questo lo svolgimento dei lavori.
Il Vice Presidente Vicario Francesco Incarnato apre la seduta alla presenza di
37 consiglieri.
Incarnato esprime gli auguri al
Consigliere Gaudio, che ritorna in aula dopo un’assenza di due mesi a causa di
un infortunio. Successivamente si esprimono condoglianze al Consigliere
Bartoletti per un lutto in famiglia.
Prende la parola il Consigliere
Saverio Greco (Grande Alleanza con la Rosa nel Pugno) :
“prima di iniziare la seduta chiedo alla Segreteria Generale se le dimissioni
del Sindaco, annunciate sulla stampa, sono pervenute ufficialmente o se si
tratta di un teatrino da parte della maggioranza”.
La risposta è negativa.
Damiano Covelli
(Ds) interviene per mozione d’ordine: “abbiamo letto
sulla stampa delle possibili dimissioni del Sindaco. È inutile far finta di
nulla. Chiedo a nome della maggioranza consiliare un
aggiornamento dei lavori alle 18 di oggi pomeriggio”.
Saverio Greco interviene contro
la mozione: “siamo contrari alla richiesta,
innanzitutto per ragioni istituzionali. Ricordo ai colleghi consiglieri che
questo dibattito si è attivato con 12 giorni di ritardo rispetto alla richiesta
della minoranza.
E’ stato violato un diritto della
minoranza. Le regole sono saltate in questo Comune.
Riguardo alla motivazione
politica si tratta di una ulteriore presa in giro dei
cittadini. Voteremo no a questa richiesta, perché è un modo per sottrarvi alle
vostre responsabilità, per regolare conti in sospeso
che non hanno nulla di politico.
Le minacce del Sindaco non hanno
un valore dignitoso, ma sono il segno di una difficoltà della maggioranza che
governa Cosenza, che risponde a interessi nascosti.
E visto che non riuscite a far
quadrare il cerchio, è evidente la volontà del Sindaco di resistere. Piuttosto
che darvi un aggiornamento, noi continueremo a stare in aula, per dimostrare
alla città tutti i ricatti che si stanno esercitando nei confronti di chi,
evidentemente, non riesce a trovare altra strada se non quella della minaccia.
Invece di
pensare ai problemi della città, all’acqua che non arriva nelle case, a strade
che non sono più tali, pensate invece alle risate che avrebbero dovuto sommergere
noi e che si trasformeranno nei ghigni dei cittadini che non vedono l’ora di
mandarvi via”.
Maria Lucente
(Ds): “Le motivazioni già scarne espresse da Damiano Covelli
erano adattate alla situazione. Ma prendo il compito di dire che una
richiesta di aggiornamento è una richiesta di serietà nei confronti della
città. Un sindaco votato a grande maggioranza dalla città esprime questa
difficoltà, questa voglia di chiarimento, e non è possibile di fronte alla
città che lo ha votato non accettare un aggiornamento per chiarire la
situazione.
Mi sembra strano che chi ha a
cuore le sorti della città possa correre il rischio di far tornare la città
alle elezioni. Ma se l’agibilità amministrativa e politica in città ha subito
questi duri colpi, credo che nessuno si possa tirare indietro.
Questo consiglio comunale non sa
ancora esprimere serietà e impegno a favore della città. Ma io continuo ad
appellarmi all’impegno assunto da tutti di fronte alla città, per superare i
problemi che sono gravosi e pesanti. Dobbiamo saper rispondere a chi ci ha
eletto che non ci ha detto di abbandonare di fronte alle difficoltà. Credo molto responsabile accettare un aggiornamento”.
Il Vice Presidente Incarnato
mette ai voti la mozione per appello nominale.
Contrari: Adamo, Bartolomeo, Belmonte, Bozzo Massimo, Cavalcanti, Commodoro, Falvo, Frammartino, Gaudio, Greco Saverio, Incarnato, Lopez, Magnelli, Mancini, Manna, Nucci, Ruffolo, Sacco, Savastano, Vizza
Favorevoli: Ambrogio, Bozzo
Francesca, Corigliano, Covelli,
Dionesalvi, Dodaro, Falbo, Filice, Filippo, Greco Gianluca, Lucente, Mazzuca, Napoli, Rovito,
Salatino, Sammarco, Spadafora,
Spataro
La mozione è respinta con 20 voti
contrari e 18 a favore.
Gianluca Greco (Pd) chiede una interruzione di cinque minuti. Il Vice Presidente Incarnato
respinge la richiesta, i lavori proseguono con l’approvazione dei verbali delle
precedenti sedute consiliari che avviene all’unanimità.
Si procede, quindi, al secondo
punto all’ordine del giorno: “dimissioni dalla carica
di Presidente del Consiglio irrevocabilmente rassegnate dall’Avv. Francesco Sammarco con foglio del 9 luglio 2007. Nuova
elezione del Presidente del Consiglio Comunale ai sensi dell’art. 19 dello
Statuto e dell’art. 3 del Regolamento del Consiglio Comunale”.
Chiede la parola il Consigliere
Franco Sammarco (Ds): “la
sacralità del momento istituzionale imporrebbe un diverso modo di affrontare le
problematiche, ovvero le fibrillazioni che si innestano nella vita
istituzionale di questa Amministrazione. Però la pretesa della prevaricazione e
la pretesa di volere assimilare situazioni tra loro non assimilabili mi pare
non sia consentito. Nella precedente elezione del Presidente del Consiglio non
si è svolta nessuna discussione. Ne diamo atto, dunque l’elezione del
presidente del Consiglio non può prevedere nessuna discussione. Ma il punto
all’odg è complesso e include le motivazioni sulle
dimissioni del precedente Presidente. Avviare l’elezione del nuovo presidente
senza procedere alla discussione sulle dimissioni dell’ex presidente credo che
sia ineludibile. La discussione va aperta, se nessuno vuole
parlare lo spiegherà ai cittadini”.
Una discussione informale si
anima nei contenuti e per le tonalità, ma il Vicepresidente Incarnato resta
ferma sulle sue posizioni.
Vincenzo Adamo
(Grande alleanza con la Rosa nel Pugno): “a proposito di prevaricazioni,
eviterò di urlare. Il Consiglio Comunale in precedenti sedute decise di
andare direttamente al voto del Presidente del Consiglio, senza dibattito. Ci
fa piacere che oggi parte della maggioranza la pensi in maniera diversa. Però,
o quella del Consigliere Sammarco è una mozione
oppure vada avanti, signor Presidente, come meglio ritiene. In
mancanza di diversi pronunciamenti vale la precedente posizione assunta dal
Consiglio comunale”.
Il Vice Presidente Vicario
Francesco Incarnato dà lettura delle dimissioni da Presidente del Consiglio del
Consigliere Franco Sammarco. La lettera è datata 9
luglio 2007, prot. 455.
Dopo la lettura il Vice
Presidente Incarnato apre il dibattito.
Fabrizio Falvo (An): “l’argomento sta molto a cuore ai cittadini, ma poco alla
maggioranza che sostiene il Sindaco, che rinvia la discussione da oltre quattro
mesi. Nella lettera dell’avv. Sammarco abbiamo
sentito di nuovo le vere ragioni delle dimissioni dell’ex Presidente del Consiglio
Comunale, che pesano sulla maggioranza di centro sinistra che governa la città
di Cosenza. Lo dice uno dei massimi esponenti di questa stessa maggioranza: la
città è immobile. Questa crisi dura ormai ininterrottamente sin
dall’insediamento e le dimissioni di Sammarco ne
hanno solo sancito l’ufficialità, visto che si era già dimesso, poi aveva
ritirato le dimissioni fino a ripresentarle definitivamente. Quello che dice Sammarco nella sua lettera, del resto, è quello che
l’opposizione dice sin dall’inizio.
E oggi dobbiamo parlare anche
delle dimissioni annunciate dallo stesso Sindaco. Oggi, quindi, discutiamo
della crisi e mi auguro che si arrivi ad una determinazione senza bluff, senza
fasulle dimissioni, perché questa città non è amministrata da troppo tempo e
questo Centro Sinistra dimostra di non essere in grado di governare la città di
Cosenza e la Regione Calabria. I cittadini manifestano contro la corruzione e i
partiti dovrebbero avere il coraggio di mettere da parte gli indagati, perché
la politica richiede solo luci e non ombre.
Cataldo Savastano
(Federazione Socialisti Calabria) chiede una sospensione dei lavori per 30
minuti. Il Vice Presidente Incarnato respinge la richiesta ricordando che, già
prima del dibattito, il Consiglio aveva respinto la proposta di rinvio alle 18.
Il Vice Presidente Incarnato,
dopo essersi consultato con il Segretario Generale, ribadisce che le mozioni di
rinvio, sia quella di cinque minuti che quella di 30 minuti, non possono essere
accettate per mancanza di motivazioni.
I Consiglieri della maggioranza
protestano vivacemente.
Vincenzo Adamo (Grande Alleanza
con la Rosa nel Pugno) rivolgendosi ai Consiglieri di maggioranza: “smettetela di aggredire il Presidente del Consiglio.
Rispettate le istituzioni.”
Le proteste continuano. Il Vice
Presidente Incarnato interrompe per ribadire che i lavori del Consiglio non
saranno sospesi.
Vincenzo Adamo riprende il suo
intervento: “è difficile comprendere le reazioni della
maggioranza, in tutti i suoi componenti. Ci sono difficoltà, non di oggi
certamente, ma invito il Consigliere che ha strappato il foglio davanti al
Presidente del Consiglio a chiedere scusa, per aver oltraggiato questo
Consiglio Comunale.
Mi auguro che il Sindaco, che
abbiamo sempre invitato ad un gesto forte contro certi teatrini, oggi non reciti
a soggetto esclusivamente per minacciare frange della sua maggioranza. Se non
dovesse rassegnare le dimissioni sarebbe il regista di questo teatrino. La sua
maggioranza è andata sotto, mi auguro quindi che nel corso di questi lavori
arrivino le sue dimissioni.
Anche l’assenza da questo
Consiglio Comunale fa percepire che manca una leadership a questa coalizione. È
una maggioranza frammentata, dove ognuno cura le proprie ambizioni, che non
riesce ad avere una sintesi a tutto discapito dei problemi della città. Nelle
vostre riunioni non si parla dei problemi della città, ma di postazioni e
altro.
La Grande Alleanza ha presentato
oggi le firme di una petizione che vuole richiamare questa maggioranza agli
impegni formali che sono stati presi con gli elettori.
Le opere pubbliche sono ferme.
Parliamo del parco acquatico mentre la stazione di Vaglio Lise sta chiudendo,
il mercato ha già chiuso, i Domenicani se ne vanno, la Banca d’Italia se n’è
andata. Altre realtà vi stanno surclassando da un punto di vista politico e
amministrativo. Se il Sindaco si dimette non lo voterà più nessuno, ma almeno
salva la dignità, che noi gli riconosciamo e alla quale
lo abbiamo sempre richiamato. La sua dignità non può essere un bluff. Se non lo
farà significherà che i suoi consiglieri hanno visto giusto, non ritenendolo
neanche capace di un atto del genere.
Riguardo alla elezione
del Presidente chiedo la possibilità che ciascuno proponga il suo candidato ed
esorto la maggioranza a proporre il nome che intende indicare alla guida del
Consiglio Comunale.
Francesco Rovito
(Verdi), prende la parola per mozione d’ordine: “in vista della
elezione del nuovo Presidente del Consiglio, chiedo 15 minuti di
sospensione per poter consentire una Conferenza dei Capigruppo e un confronto
su questo importante tema”.
Il Vice Presidente Francesco
Incarnato: “non ho motivi contrari ad una riunione dei
Capigruppo della maggioranza, soprattutto in vista della necessità di
individuare un nome da proporre alla Presidenza del Consiglio. Faccia concludere il dibattito e poi potremo dar luogo ad una
riunione dei Capigruppo”.
Franco Sammarco
(Ds), rivolto al Presidente Incarnato: “le questioni
procedurali sono preminenti rispetto ai lavori del Consiglio, in qualunque
momento vengano presentate. Lei sta violando norme di regolamento, perché non è
lei a dover valutare le motivazioni. Lei ha l’obbligo di mettere ai voti la
mozione. Sul piano politico si trarranno le conclusioni del voto.
Io chiedo che lei osservi un
regolamento, perché le mozioni vanno votate purché motivate. A
lei non spetta alcun tipo di valutazione”.
Incarnato: “queste
mozioni hanno tutte la stessa motivazione”
Saverio Greco (Grande Alleanza
con la Rosa nel Pugno) richiama il Regolamento del Consiglio Comunale: art. 29
comma 7 e l’art. 26 comma 8. Nel corso della discussione non può essere
presentata nessuna mozione.
Incarnato:
“Resta ferma la mia intenzione. Alla fine del
dibattito sarà possibile fare una riunione dei Capigruppo di maggioranza”.
Giuseppe Spadafora
(Italia di Mezzo): “i colleghi della maggioranza mi
chiedono di fare una precisazione sul regolamento. Leggo l’art. 22 lettera f
che prevede la possibilità di riunire la Conferenza dei Capigruppo anche su
richiesta di un solo consigliere. Chiedo il parere del
Segretario Generale”.
Francesco Incarnato: “mi rendo conto del tentativo di qualcuno che vuole farmi
sospendere i lavori. Ma io, per rispetto alla città, non ne ho alcuna
intenzione. Il Segretario Generale si è già pronunciato su
questo punto”.
Spadafora
ribadisce la richiesta del parere del Segretario Generale, chiedendo di
riceverla per iscritto.
Incarnato
precisa che “l’art. 22 prevede la richiesta di una Conferenza dei Capigruppo
per determinarsi su un punto all’odg. Noi
siamo già nella fase del dibattito. Per rispetto della democrazia, facciamo
completare il dibattito. Al termine faremo una breve
sospensione”.
Tra i banchi della maggioranza
Gianluca Greco e Marco Ambrogio prendono la parola per chiedere il parere del
Segretario Generale.
Incarnato prosegue con il
dibattito e chiama ad intervenire il Consigliere Giuseppe Mazzuca
(Ds), che però non è presente in aula. Si prosegue.
Massimo Bozzo
(Udc): “Dopo le elezioni qualcuno esultava perché Cosenza si era dimostrata una
città di Centro Sinistra. E i risultati si vedono, non solo a Cosenza ma
anche alla Regione. Io chiederei al Consigliere Sammarco
se, rispetto al mese di luglio, le condizioni di questa maggioranza e della
vita amministrativa di questa città sono cambiate oppure no.
La lettera di dimissioni
rappresenta un vero e proprio atto d’accusa verso una politica che non riesce a
dare dimostrazione di impegno serio e concreto nei confronti dei problemi della
città. Una completa negazione della democrazia, come dimostra ciò che accade
oggi in Consiglio comunale.
Per quattro mesi la maggioranza
non ha fatto discutere su quell’atto d’accusa. E se oggi siamo qui, è perché
questa è una maggioranza che si spacca sull’elezione del Presidente del
Consiglio. Non si può litigare per questa carica, perché altrimenti mi viene da
pensare che non si litiga per la città, ma per
l’indennità di funzione del Presidente del Consiglio. Da quando è passata
l’indennità di funzione non si convocano più commissioni, mentre prima ce
n’erano parecchie al giorno. Di questo dovreste vergognarvi.
Questa è una
classe politica che i cittadini ci chiedono di mandare a casa”.
Francesco Gaudio (Rifondazione
comunista): “da quattro mesi la maggioranza chiede il
rinvio sulle motivazioni che hanno indotto alle dimissioni del Presidente del
Consiglio comunale. Perché hanno rinviato al 29 ottobre? Perché c’erano le
primarie del 14 ottobre ed evidentemente bisogna accordarsi. Ma, evidentemente,
il Partito democratico appena nato deve essere già in crisi. L’altro
inconfessato motivo in discussione era il rimpasto della giunta. Si è discusso
di chi doveva diventare vicesindaco, e si parlava dell’ex presidente del
Consiglio.
Ieri è stato toccato l’apice,
perché il Sindaco di Cosenza ha annunciato che, se la sua maggioranza non
avesse ritrovato l’unità sulla proposta del rinvio dell’elezione del Presidente
del Consiglio comunale, si sarebbe dimesso. Da un uomo di parola ci saremmo
aspettati le sue dimissioni. Ma non tutti sono uomini di parola.
Rifondazione comunista ha
annunciato la stessa intenzione alla Regione e, visto che nulla cambiava, ha
coerentemente deciso di lasciare la Giunta regionale.
Qui ci troviamo in situazioni
peggiori: la maggioranza è spaccata. Dovremmo discutere dei motivi. Si dibatte
dei problemi della città o di posti e di poltrone?
Avremmo molti motivi per gioire
di questa situazione, ma dovremmo uscire dalla propaganda politica e chiederci:
di cosa si discute nelle riunioni con il Sindaco?
C’è un gruppo che sfida il Sindaco
a rassegnare le dimissioni. Atteggiamento non certo politico, ma di altro tipo.
Rifondazione Comunista decide di
non partecipare più al dibattito e di uscire dall’aula. La
maggioranza ha perso, non ci interessa se si metterà d’accordo perché lo farà
patteggiando posti e incarichi”.
Marco Ambrogio (Pd): “chiedo immediatamente di verificare il numero legale”.
Vittorio Cavalcanti (Grande
Alleanza con la Rosa nel Pugno): “ricordo il
precedente specifico: si può chiedere la presenza del numero legale solo quando
si è in votazione e non durante il dibattito. Così ha
stabilito il precedente Presidente del Consiglio”.
Incarnato si consulta col
Segretario Comunale, nel mentre rientrano in aula i consiglieri.
Marco Ambrogio (Pd): “il presidente ha violato ancora una volta una regola
fondamentale della democrazia, non verificando il numero legale che era stato
richiesto legittimamente da un consigliere comunale. Il
Presidente deve essere garante della democrazia in aula e non lo è stato, con
grave responsabilità del segretario”. Rinuncia all’intervento.
Sergio Nucci
(Grande Alleanza con la Rosa nel Pugno): “invito
chiunque dovesse ravvisare violazioni di norme e di leggi a rivolgersi alla
autorità competenti perché eventuali abusi e arbitrii vengano sanzionati.
Quando sono stati violati i nostri diritti noi ci siamo rivolti alle autorità
competenti, da cui aspettiamo una risposta. Esprimo solidarietà umana e
politica al Presidente per tutto ciò che ha dovuto sopportare in questo
Consiglio. Ha mantenuto il polso fermo al pari di colleghi che l’hanno
preceduta in quello scomodo ruolo.
Venendo al
dibattito, io non ci sto a venire in quest’aula per litigare. Gli episodi ai
quali ci abbandoniamo non ci onorano e non ci sto a confondermi con quanti
ritengono che la politica sia una cosa personale, portata avanti per soddisfare
le proprie ambizioni e raggiungere traguardi altrimenti difficilmente
raggiungibili.
Vorremmo
confrontarci con le altre forze politiche su ciò di cui abbisogna la città per
evitare questo declino che sembra irreversibile. Forse abbiamo a volte alzato i
toni del confronto, ma nessuno può negare la nostra buona fede e il nostro
serio impegno.
La maggioranza non
può farci una colpa dei propri problemi, né dei rilievi che scrive la Corte dei
Conti. Rileggendo la lettera dell’ex Presidente Sammarco
penso che anche nella maggioranza ci sia stato chi ha visto e segnalato per
tempo tutto ciò che non andava. Oggi vediamo che il Consigliere Sammarco, che pure non ha aderito al Pd ma è rimasto nei
Ds, è divenuto comunque organico a questa maggioranza.
A proposito del
Sindaco, forse è vero quello che dice il Consigliere Cavalcanti: il verbo
dimettere a Cosenza si coniuga dalla seconda persona in poi. È
una regola che abbiamo rilevato anche oggi”.
Saverio Greco (Grande Alleanza
con la Rosa nel Pugno): “è la prima volta che mi
capita di vedere un ostruzionismo della maggioranza. Sarà perché,
drammaticamente per la città, questa maggioranza si presenta sparpagliata,
confusa.
Noi non siamo soddisfatti. Oggi
al Sindaco è mancato il coraggio di essere presente in aula, ma noi, che siamo
la prima forza politica di questa città, soffriamo nel vedere queste situazioni
nel consiglio comunale di Cosenza.
Peraltro, alla fine di questo
dibattito, la maggioranza potrebbe eleggere il suo presidente. Ciò che è
accaduto stamattina è la messa in scena di un teatrino che serve a far turare
il naso a qualcuno della maggioranza. Perché il sindaco si è spinto così oltre
che adesso l’unico modo che avete per andare avanti è eleggere un presidente.
La nostra battaglia è stata quella di portarvi ad eleggerlo; in questo senso si
spiegano le nostre reiterate richieste di arrivare all’elezione per recuperare
il funzionamento istituzionale.
Ma a Cosenza il dibattito è
fortemente pregiudicato dalla pregiudiziale antisocialista del gruppo di potere
che guida questa maggioranza. Noi, comunque, siamo pronti a partecipare ad un
percorso di condivisione della scelta di un presidente del Consiglio. Certo,
non accetteremo l’indicazione di chi in questi mesi ha lavorato seminando odio
e divisione. Facendolo, scavereste un solco ancora più profondo di quello
attuale.
Però questa politica dei veleni
non riesce più a convincere neanche tutti i consiglieri di maggioranza, vuol
dire che pian piano qualcosa sta cambiando. I protagonisti di questa campagna
di odio stanno emergendo con il loro vero volto.
Sui giornali qualche consigliere
ha indicato che in Consiglio c’è chi alimenta la violenza. Ma il Paese,
l’intero Paese, ha capito.
Oggi dovrebbe essere il giorno della
verità. E allora perché non si ha il coraggio di dire in quest’aula ciò che si
dice alla stampa? Addirittura il nostro sindaco dice una cosa e poi ne fa
un’altra. Esercitazioni grottesche di un modo di fare politica proprio di un
ceto conservatore meridionale che noi non apprezziamo.
Ma dimenticate
che i cosentini hanno scoperto l’ambizione di essere in Europa, al seguito di
una classe dirigente di altissimo livello”.
Domenico Frammartino
(Partito Democratico): “provo imbarazzo nel dover
giustificare due cose, giuste, sacrosante e legali. Ho votato contro il rinvio
proposto e lo rifarei, ritenendolo atto giusto, serio e corretto. Lo stesso ho
fatto consentendo il numero legale in quest’aula. Non capisco, perché, dopo
aver votato contro il rinvio avrei dovuto allontanarmi.
Perché non ho accolto la
richiesta di rinvio? Non avrei immaginato che il voto di Maria Lucente, Corigliano, Salatino, Rovito,
fosse quello di un rinvio. Poi mi si spiegherà. Trovo questo atteggiamento
curioso e grottesco, da parte di chi contraddice le cose che ha sempre
sostenuto. Abbiamo fatto bene a proseguire i lavori, perché probabilmente
stasera uscirà una soluzione. Diversamente, probabilmente, non avremmo avuto
soluzione. Noi ci auguriamo una risposta che questa Amministrazione deve alla
città.
Mi voglio rinvolgere al Sindaco,
anche se non è presente. Non l’ho sostenuto in campagna elettorale, ma ho
compreso che le ragioni di doverlo sostenere erano sacrosante. Perché non mi
ritrovo nella posizione di dover creare difficoltà ad un sindaco solo perché
non è del mio schieramento. Per questo ho fatto un cammino diverso da quello
dei miei ex colleghi, sapendo che c’era una prospettiva politica, quella del
Partito Democratico, di fare un percorso insieme.
Ma credevo che, dopo la costituende nazionale del Partito Democratico, qualcosa
potesse cambiare. Forse il partito di Milano è diverso da quello di Cosenza. Ma
oggi non si può rinviare per la mancata capacità di una proposta da parte del
Partito Democratico. È una grave responsabilità politica che grava sulle spalle
del sindaco che doveva, semmai, scudisciare il Partito Democratico, che aveva
l’obbligo di prendere una decisione e comunicarla agli alleati che, devo dire
la verità, sono stati leali.
Questo partito democratico non è
ancora decollato, abbiamo formato il gruppo consiliare prima degli altri ed è
stato un errore. C’è un linguaggio di bilinguismo, si continua a parlare il
linguaggio del partito di appartenenza. Io sono socialista, credo in questa
nuova formazione pur senza rinunciare ai miei principi e ai valori ai quali
sono cresciuto. Ma credo che il confronto debba essere alla base di un partito
che raccoglie esponenti di diverse culture. Possiamo dire a questo punto che ci
siamo uniti in maniera sprovveduta. Il nuovo partito fa ridere se continuiamo
in questa direzione. Io non vorrei essere diverso da mia figlia che sabato è
scesa in piazza per manifestare a favore di De Magistris.
Ma se cresce l’antipolitica la responsabilità è della politica, che non fa il
proprio dovere.
Massimo Bozzo (Udc) presidente
della commissione controllo e garanzia. “I consigli comunali della città di
Cosenza si sono sempre svolti a porte aperte. Ma le porte di Palazzo dei Bruzi
oggi sono chiuse. È un fatto estremamente grave e chiedo al
Presidente di far aprire immediatamente le porte del palazzo perché se un
cittadino vuole assistere ai lavori del Consiglio comunale deve essere in grado
di farlo liberamente”.
Gianluca Greco (Pd): “avevo preannunciato la decisione di asternermi
dal partecipare al dibattito, perché oggi ci è stato negato il diritto ad
espletare le nostre funzioni di consiglieri comunali. Questa è la vera vergogna
di questa giornata. Noi respingiamo al mittente accuse di comportamenti poco
ortodossi. I cittadini, vedendo le registrazioni,
constateranno direttamente come l’opposizione abbia insultato la maggioranza
definendoci mafiosi e pagliacci”.
Maria Lucente (Pd): “Dibattito
sulle dimissioni del Presidente Sammarco avrebbero dovuto essere dibattute in Consiglio Comunale. Ma
nessuno oggi aveva interesse a discutere su quei temi. C’è una minoranza a cui,
nel gioco delle parti, non pare vero di poter contribuire ad affossare questa
amministrazione. Mentre la maggioranza è assorbita a discutere di questo
momento delicatissimo per la città, legato alle dimissioni del sindaco. Il
quale chiedeva a noi tutti serietà, perché non vuole
subire atteggiamenti ambigui. Non siamo ingenui, spesso scattano in una amministrazione mugugni, interessi di parte. Ma questa
volta c’è un sindaco che non vuole assecondare comportamenti non lineari. Non
usa atteggiamenti timidi o concilianti, anzi, il suo è un comportamento coraggioso,
corretto, che dovrebbe portarci a proseguire i
colloqui e il confronto per amministrare la città.
I cittadini erano stanchi, lo
sono ancora di più dopo questo consiglio. E non credo che qualcuno di noi possa
sottrarsi alla responsabilità.
Costa fatica non rispettare una
data fissata già con tanti problemi. Non eravamo ancora pronti ad indicare il
presidente del Consiglio? Ebbene equilibrio e serenità sono elementi
individuabili in tante persone presenti nell’aula.
Un presidente sereno non avrebbe
impedito una pausa nel dibattito. Ma questo è un problema che deve risolvere la
maggioranza anche se vorremmo che si arrivasse alla
individuazione mediante il confronto”.
Francesco Incarnato informa
l’assemblea che le porte del Palazzo sono state chiuse dalle forze dell’ordine
a causa della intenzione di una quarantina di
manifestanti che volevano occupare l’aula per impedire i lavori del Consiglio.
“È stata una decisione presa per motivi di ordine pubblico”.
Vittorio
Cavalcanti (Grande Alleanza con la Rosa nel Pugno): “Oggi si parla solo di
dimissioni, quelle vere del Presidente Sammarco e
quelle annunciate del Sindaco Perugini.
Nella discussione di oggi non ho
sentito una sola parola nel merito della lettera con la quale il Presidente Sammarco ha rassegnato le dimissioni. Io lo voglio fare,
perché penso che ci sia un filo invisibile tra quelle denunce, quello che
accade in città e quello che si è verificato oggi in
aula.
La città sparisce troppo spesso
dalle discussioni di questo Consiglio comunale. Credo che i cittadini siano
poco interessati a sapere chi sarà il prossimo presidente, mentre sono molto
interessati a sapere quali sono i motivi di un declino nel quale la città sta
sprofondando giorno dopo giorno.
Cosenza soffre di una assoluta mancanza di amministrazione. Non potete non
vedere e non sentire il disagio che vivono i cosentini. Non avete un’idea di
città, non sapete dove la volete portare. Ho sentito che era stato chiesto a Sammarco di tornare a fare il Presidente. Lo ritegno offensivo politicamente”.
Francesca Bozzo (Pd) rinuncia al
suo intervento.
Pietro Filippo (Udeur): “sono dispiaciuto e rammaricato per lo spettacolo poco
decoroso che abbiamo offerto alla Città nella sua assise più importante. Siamo
qui per eleggere il Presidente del Consiglio Comunale, che deve essere il
Presidente di tutta l’assemblea. Quanto sta accadendo in Italia e in Calabria
deve indurci ad una riflessione seria.
Non essendo un politico di
professione, credevo che l’elezione del Presidente del Consiglio fosse una cosa
semplice. Abbiamo preso atto con rammarico delle dimissioni del Presidente Sammarco. Ma perché ora non si riesce a trovare il bandolo
della matassa e si discute in questo modo? Non ho potentati alle spalle, sono
stato un consigliere comunale leale. Mio malgrado, ho votato
anche ciò che non condividevo, così come ho fatto oggi quando mi è stato
proposto un rinvio su cui non ero d’accordo. A questo punto, però, credo sia
giunto il momento che ognuno prenda la decisione che ritiene più giusta. Credo
che questa città e questo Consiglio abbiano bisogno di un presidente che sia
espressione di tutta l’Assemblea. Per questi motivi annuncio
la mia candidatura, sia pure transitoria qualora se ne dovessero ravvisare le
necessità”.
Franco Sammarco (Ds): “Sono convinto che in politica, come in
tutte le altre attività che riguardano la vita sociale, quello che conta sono
gli atti. Io li ho prodotti, in maniera chiara, assolutamente netta, non
li ho revocati e per questo motivo oggi se ne discute. Si parla per atti, in maniera tale che a
nessuno venga in mente di insinuare motivazioni chiedendo a me se le questioni
che ho posto sono ancora valide. Se avessi ritenuto che quelle questioni
avessero avuto una qualche chiarificazione, probabilmente, avrei improntato i
miei atti a presupposti di natura diversa.
Sono abituato a prendere la
responsabilità degli atti che assumo, anche quando sono gravosi. Devo dare
conto alla città di queste scelte, meditate, che mi sono costate
Ho ritenuto che ad un certo punto
della vita amministrativa della città fosse necessario mandare anche un
messaggio comprensibile, netto e chiaro. Questo messaggio non è stato colto. La
città ha capito che questo messaggio non è stato colto, non solo dalla
maggioranza che probabilmente lo ha sottovalutato. Non è stato colto neanche
dalle minoranze di questa città, che hanno proseguito in un clima di
strumentalizzazione delle opposizioni politiche.
I cittadini di questa città, ma
anche il popolo di questo Paese, ha smesso da tempo di gradire che si sia costantemente
e sempre in campagna elettorale. Deve avere un senso, la fine della campagna,
che sta nel superamento delle divisioni che hanno portato a schieramenti
diversi in questa città.
Non credo che le minoranze
abbiano colto il messaggio e il sacrificio che io ho inteso sopportare per
ristabilire quelli che, secondo me, dovevano e dovranno essere i presupposti
perché questa amministrazione, al di là di una burocratica elezione del
Presidente del consiglio, possa garantire i diritti dei cittadini.
Bisogna mettere da parte
rissosità personali, che non sono frutto di una pregiudiziale vera o presunta
che sia. Perché io ho colto in questi mesi un lavorìo
continuo anche dalle forze di minoranza di non tentare un approccio diverso.
La città ha bisogno non dell’ingresso
in Giunta degli amici socialisti, o dei compagni di Rifondazione. Questa città
ha necessità che una amministrazione illuminata vada
oltre se stessa, che garantisca non il governo della propria maggioranza ma di
governare anche istanze e richieste che vengono anche dalle minoranze
soprattutto se fanno parte dello stesso quadro politico.
Questa Amministrazione deve
aprire un tavolo con la tradizione e la rappresentanza socialista della città
sui grandi temi e le grandi emergenze. Lo abbiamo detto un anno e mezzo fa.
Quali che siano le condizioni per
pervenire ad un dibattito serio di superamento, bisogna mettersi a tavolino con
serietà, discuterle e proporle. Cari Assessori dovete avere anche il coraggio
di considerare che in genere l’onore delle armi lo
riconoscono i vincitori sugli avversari sconfitti. Su questo punto
bisogna fare chiarezza e io insisterò.
La dobbiamo smettere di pensare
che la gestione amministrativa sia interesse dei partiti o che il consiglio
possa servire come camera di compensazione tra gli interessi dei partiti. Noi
dobbiamo essere in grado di dire che bisogna fare un passo indietro. Il sindaco
deve riappropriarsi per intero delle prerogative che la legge gli garantisce
per poter governare al meglio.
In questa città c’è bisogno di
maggiore sinistra. Nel rispetto delle posizioni delle minoranze e dei
contributi che possono dare. Tanto più che registriamo un
vulnus originario rappresentato dalla mancata presentazione delle liste delle
forze contrapposte in questa assemblea”.
Al termine del dibattito il Vice
Presidente Vicario Incarnato sospende per 30 minuti. Il Consigliere Spataro chiede una sospensione di due ore per tornare in
aula alle 16,30. Ma il Presidente Incarnato ribadisce che i lavori
riprenderanno dopo 30 minuti.
Oltre un’ora più tardi Francesco
Incarnato riapre i lavori del Consiglio Comunale.
Sono presenti 12 consiglieri,
rappresentanti dei gruppi consiliari Udc, An e Grande Alleanza con la Rosa nel
Pugno. La seduta è sciolta per mancanza del numero legale.
Il Presidente Incarnato rinvia a
domani, ma il Consigliere Saverio Greco prende la parola: “intendo
chiarire una questione di legittimità. La seduta di seconda convocazione si
attiva quando la prima convocazione va deserta. Non è questo
il caso, qui è solo venuto meno il numero legale”.
Il Presidente Incarnato, dopo
essersi consultato con il Segretario Comunale procede allo scioglimento della
seduta riconvocando il Consiglio per domani mattina.