30 NOVEMBRE 2009

 

Consiglio Comunale sull'assestamento di bilancio: il dibattito 

 

Ha visto un partecipato dibattito la seduta del Consiglio Comunale nel corso della quale sono state approvate due pratiche di bilancio – variazione e assestamento generale.

Un Consiglio che, oltre agli aspetti tecnici legati alle pratiche in questione, ha affrontato anche alcune questioni politiche, per come espresso in prima battuta dal capogruppo di Autonomia e Diritti Cataldo Savastano e subito dopo dal   Sindaco Salvatore Perugini nella sua relazione introduttiva. Passaggi questi,  preceduti dalla comunicazione del Presidente Pietro Filippo sul nuovo assetto politico del Consiglio, stante il passaggio di Francesco Dodaro al gruppo misto, con conferma di sostegno alla maggioranza, ed il conseguente scioglimento di Italia dei Valori, per ridimensionamento del gruppo a soli due consiglieri, Ciacco e Frammartino, anche loro confluenti nel gruppo misto.

Come accennato, i lavori si aprono con la lettura di un documento del gruppo di Autonomia e Diritti che il capogruppo Savastano definisce “pregiudiziale alla permanenza in aula del gruppo”. I passaggi salienti del documento dicono di come Autonomia e Diritti “da molti mesi, prima in solitudine ed a poco a poco con la condivisione generale e del Sindaco, ha posto il problema politico della ricostituzione di una maggioranza di governo dinanzi ad un quadro politico del tutto diverso da quello del 2006”. Da qui la richiesta “per rinforzare una maggioranza debole, di un nuovo patto di maggioranza, di un crono programma di rilancio dell’azione amministrativa per la parte conclusiva della consiliatura, della formazione di una squadra di governo che rinsaldasse i rapporti con il nuovo quadro politico e di forze presenti in Consiglio”. Autonomia e Diritti ricorda poi nel documento la fase di consultazione avviata dal Sindaco “per proporre una soluzione politico-amministrativa che riducesse a sintesi le posizioni assunte dai gruppi consiliari. Da allora, nessuna soluzione è stata mai proposta, mentre la Città veniva ulteriormente ferita dalle emergenze che attestano le difficoltà di un’azione amministrativa priva di quello slancio e di quella forza che costituiscono gli elementi migliori per avere il consenso dei cittadini amministrati”.

Il gruppo che si richiama alle posizioni del Presidente della Regione Loiero, sottolinea poi nel documento il senso di responsabilità sempre dimostrato in Consiglio comunale seppure in assenza di “un concreto segnale di avanzamento”.

Nella sua parte conclusiva il documento parla di “ un fatto nuovo e rilevante oggi intervenuto ad interrompere la spirale negativa nella quale andava ad incanalarsi la situazione cittadina”. Il riferimento è all’intervento del Segretario Regionale del Partito Democratico, Carlo Guccioneper la ricomposizione con gli strumenti della politica”. Una rassicurazione  che  impone “di indirizzare il senso di responsabilità che ha sempre caratterizzato l’azione del Gruppo in una direzione che valga a ritrovare gli spazi di quel nuovo patto di maggioranza che dovrà costituire il motore della nuova fase amministrativa e di quel crono programma di fine consiliatura che possa colmare ritardi e lacune sinora accumulatisi”. La responsabilità politica ed amministrativa di questo stato sofferente della Città e della maggioranza, al pari della auspicata soluzione  stanno tutte e fino in fondo nelle mani e nelle prerogative del Sindaco, il quale dovrà in tempi brevissimi riassumere la guida politica del centro sinistra al Comune di Cosenza e rilanciare l’attività amministrativa con una squadra che sia all’altezza della nuova stagione di governo, coordinandosi con le forze politiche ed i gruppi che costituiscono l’attuale centro sinistra”.

L’intervento del Sindaco, prima ancora di entrare nelle cifre delle variazioni di bilancio, si sofferma sul contenuto del documento di Autonomia e Diritti. “In questa aula c’è sempre stata ampiezza di posizioni e, dovendo governare i processi, il senso delle cose va raccolto sempre nella direzione di ragionare, confrontarsi e poi decidere secondo le regole della politica. E comunque, pur nella differenza di posizioni, va sempre apprezzato il senso di responsabilità con cui le cose si espongono. So di essere stato chiamato alla guida della città in un momento difficile, ulteriormente aggravato per fatti esterni, ma insieme abbiamo affrontato il cammino convenendo le scelte fin qui compiute.

C’è l’esigenza avvertita di fare di più sia sul piano amministrativo che sul  piano della coesione politica. Ho ribadito la mia volontà di esercitare le prerogative del Sindaco in armonia con le forze politiche.  Forse sarebbe il momento in cui ognuno di noi dovrebbe rendere più proficui questi rapporti.

Apprezzo anche il fatto che in politica non ci siano né ultimatum né tentativi di condizionamento o ricatti politici. Dunque un confronto a tutto campo, con grande senso di responsabilità. E questo percorso lo abbiamo avviato già in Commissione Affari generali dove stiamo dicendo non solo quello che abbiamo fatto ma soprattutto quel che di meglio possiamo fare, con una scansione temporale precisa”.

Il dibattito

Dopo un breve intervento del Presidente della Commissione Bilancio Raffaele Zuccarelli teso a sottolineare l’unanimità del voto sulla pratica in questione, apre il dibattito la minoranza.

Massimo Bozzo sostiene che “mentre Rende inaugura il so Viale Parco, noi non siamo riusciti in 4 anni a mettere in sesto ciò che era stato malamente realizzato da precedenti Amministrazioni. Ciò che chiediamo al Sindaco è di fare il Consiglio comunale sulle linee programmatiche e stabilire due/tre punti sui quali maggioranza e minoranza possano convergere”.

Immediata la replica del Sindaco per precisare che entro il mese di dicembre si farà la seduta straordinaria per lo stato di attuazione del programma e la verifica delle linee programmatiche.

Fabrizio Falvo rimarca “la necessità di ricorrere a variazione per finanziare una Stagione Lirica con 653mila euro. È ridicolo perché più che una Stagione è un week-end lirico. Spendere tanto per questo tipo di proposta è uno scandalo. Dove è finita la cosiddetta filiera istituzionale, forse i finanziamenti vanno in altre direzioni, in direzione di scelte più oculate. Ci confronteremo sullo stato di attuazione dei programmi. Voglio sentire ancora la giunta dei faremo”.

Giuseppe Mazzuca esprime condivisione per quanto espresso, sul piano politico, dal Sindaco nel suo intervento iniziale. “Da più tempo sto chiedendo al Sindaco il rilancio amministrativo e in alcuni casi ho chiesto anche un azzeramento della giunta ma sempre nel rispetto delle prerogative del Sindaco. Nel 2006 la città ha scelto questa Amministrazione e le si deve dare la possibilità di finire il suo cammino. Nel 2011 vedremo chi i cittadini approveranno e chi bocceranno. Solo quello sarà il momento della verità”.

Roberto Sacco, dopo un primo pensiero a chi “ancora oggi sta protestando per una situazione difficile, a quelle famiglie che non percepiscono stipendio da mesi”,  esprime sostegno alla maggioranza “ma se c’è volontà seria di rilancio. Non possiamo non tener conto che la città è allo sbando, vittima di un abusivismo che fa paura”.

Sergio Nucci richiama l’immagine dei funamboli circensi riconoscendo in essi, oltre a bravura e competenza, anche una buona dose di incoscienza. “La stessa incoscienza che vedo nei ragionamenti di qualcuno che un giorno dichiara di voler mettere a fuoco la casa comunale e il giorno dopo ci riferisce in via pregiudiziale di aver finalmente ricevuto quelle assicurazioni che lo spingono a votare un documento e a non lasciare l’aula al momento del voto”. Il consigliere dell’UDC esprime apprezzamento per le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco “perché ha detto basta a chi fa queste piroette. E lo ha fatto acquisendo un  titolo di merito ai nostri occhi, il titolo di chi ha il coraggio finalmente di dire una parola certa. Noi come UDC abbiamo sempre detto che non avremmo partecipato al voto perché abbiamo rispetto per la città, perché non vogliamo che la nostra posizione possa essere confusa con chi gioca al ventunesimo. Nessuno può farsi i conti con la nostra eventuale presenza o assenza”. Sul fronte del bilancio Nucci parla del fondo sociale del quale “scopriamo in questi giorni che nel bilancio non v’era traccia. Dopo una interrogazione, viene istituito un fondo di 100mila euro e scopriamo che i criteri devono essere ancora approvati. Ma da marzo ad oggi, l’indigenza non c’è stata?”

Per Francesco Lanzone “è facile non riconoscere i meriti di una Amministrazione anche se chiari e palesi”. Soffermandosi in particolare sulla variazione di bilancio per la Stagione Lirica, Lanzone ricorda al consigliere Falvo il taglio drastico operato dal Governo nazionale sul Fondo Unico dello Spettacolo. La denigrazione gratuita della città significa farne gli interessi contrari”.

Michelangelo Spataro afferma la “necessità di spiegare perché si è arrivati a farci apparire sulla stampa come coalizione in difficoltà. Nella riunione di gruppo del mio partito non mi sono nascosto. Anzi alla richiesta di fare documento contro colleghi di IDV, che con decisione presa a livello regionale hanno tolto la loro adesione alle Amministrazioni di centro sinistra, ho risposto che non era il caso di fare documenti contro amici che fino al giorno prima ci avevano sostenuti ma semmai un documento più politico per chiedere al Sindaco il rilancio dell’attività amministrativa attraverso contenuti di qualità. Si tratta di rimodulare l’azione amministrativa, sapendo che il Sindaco gli uomini di qualità ce li ha”.

Nella replica Salvatore Perugini riafferma il ruolo del Consiglio comunale quale luogo della partecipazione democratica, ravvisando “la necessità che si debba ulteriormente adeguare lo Statuto in riferimento agli strumenti di partecipazione, anche se in contrasto con i provvedimenti della politica nazionale. Diminuire così drasticamente il numero dei Consiglieri lo interpreto come un vulnus alla democrazia, farlo attraverso la legge finanziaria è un ulteriore atto di arroganza politica. Non posso dunque non apprezzare il contributo di tutte le forze politiche sia di maggioranza che di minoranza, che forti di questo principio lo testimoniano con la loro presenza in Consiglio indipendentemente dalla loro espressione di voto. Grazie per tutti gli interventi che ho ascoltato, che danno fiducia e stimolo a questa Amministrazione.

L’assestamento di bilancio è il completamento del bilancio di previsione, la verifica di ciò che si è fatto e di ciò che si può fare. E qui qualcosa di più l’avremo da fare perché il bilancio di previsione dell’anno prossimo è alle porte. Quest’anno abbiamo avuto a che fare non solo con la crisi economica ma abbiamo affrontato con casse comunali una emergenza di sei mesi costata circa due milioni di euro per le frane e mai rimborsate dallo Stato per come aveva garantito. Così come non abbiamo ricevuto il milione e mezzo di euro di gettito ICI sulla prima casa, che ci compete. Basta tirare una riga sotto queste cifre per capire come possono incidere tre milioni e mezzo di euro sul bilancio comunale di un Comune come Cosenza. Eppure noi i servizi li abbiamo resi.  Questo non ci fa sentire appagati, ma ci sono adesso momenti successivi importanti, c’è la verifica dello stato di attuazione del programma da farsi entro la fine dell’anno, per cui l’Amministrazione si presenterà in questa aula per discutere con tutto il Consiglio il bilancio di tre anni di attività e determinare il modo concreto del rush finale. Dovremo avere la capacità di poter destinare molte delle economie fatte a scelte che possano migliorare la qualità della vita e caratterizzare l’attività di questa fase amministrativa della città, e lo faremo in un clima di rinnovata coesione politica. Io non so se è necessario fare patti di nuova maggioranza. Io so che questo Consiglio ha una sua maggioranza che vuole continuare a lavorare. Le forze politiche hanno subito decisioni non maturate in questo Consiglio e non lo trovo giusto. Va recuperato un clima complessivo nel quale i fatti amministrativi devono essere disgiunti dai fatti che riguardano gli equilibri della politica. L’esercizio del potere del sindaco merita dialogo, confronto, rispetto di tutte le forze politiche che sostengono la maggioranza”.  

Dopo una breve pausa, richiesta dal consigliere Cataldo Savastano, si rientra in aula per le dichiarazioni di voto. Giacomo Mancini parla di “fallimento dell’amministrazione citando, a titolo di esempio, il centro storico abbandonato, la cultura fallimentare, la Casa delle Culture chiusa, la Banca d’Italia, il mercato ortofrutticolo, la crisi occupazionale, il Viale parco di cui si annuncia a più riprese la riapertura. Aggiungo che non è mai stata costruita un’opera pubblica, un solo parcheggio. Sul fronte dei servizi, la città è sporca, poco illuminata. Il Sindaco dice che i ritardi sono a causa delle ristrettezze economiche, però tre anni fa ci è stato detto che questa Amministrazione poteva vantare una filiera istituzionale che poteva cambiare il volto della città. Per questo, giudicando sui fatti, abbandoneremo l’aula registrando come in questa seduta si è evidenziato come le asserzioni del Sindaco non sono state in alcun modo sostenute dalla sua maggioranza che sarà magari numerica ma non politica”.

Nel preannunciare il suo voto di astensione, Antonio Ciacco sottolinea che la scelta è frutto dell’obbedienza “a una ferrea regola di partito”. Duro l’attacco a quella che definisce “la cordata di Loiero i cui interessi pesano come macigni sulla vita delle istituzioni. È un corto circuito incendiario che testimonia come atto di igiene pubblica il liberarsi dell’ingombrante presenza di Loiero e del suo corrosivo sistema di potere”. Riconducendo la rottura tra IDV e PD “ all’ambiguo diniego opposto dal Presidente della Amministrazione provinciale all’ingresso in giunta dell’esponente di IDV” Ciacco parla di scippo politico per il quale “sono obbligato a collocarmi all’opposizione, contro il mio Sindaco e la mia maggioranza. È per me una collocazione innaturale che subisco solo per ragioni di partito, innaturale per la mia storia”.

Dopo la votazione sulle pratiche di bilancio, che registrano entrambe 23 voti favorevoli e 3 astensioni, il Consiglio, su richiesta di Antonio Belmonte, viene rinviato a data da destinarsi.