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NOVEMBRE 2009
Consiglio
Comunale sull'assestamento di bilancio: il dibattito
Ha visto un partecipato dibattito la seduta del Consiglio
Comunale nel corso della quale sono state approvate due pratiche di bilancio
– variazione e assestamento generale.
Un Consiglio che, oltre agli aspetti tecnici legati alle
pratiche in questione, ha affrontato anche alcune questioni politiche, per come
espresso in prima battuta dal capogruppo di Autonomia e Diritti Cataldo Savastano e subito dopo dal Sindaco Salvatore
Perugini nella sua relazione introduttiva. Passaggi questi, preceduti
dalla comunicazione del Presidente Pietro Filippo sul nuovo assetto politico
del Consiglio, stante il passaggio di Francesco Dodaro
al gruppo misto, con conferma di sostegno alla maggioranza, ed il conseguente
scioglimento di Italia dei Valori, per ridimensionamento del gruppo a soli due
consiglieri, Ciacco e Frammartino,
anche loro confluenti nel gruppo misto.
Come accennato, i lavori si aprono con la lettura di un
documento del gruppo di Autonomia e Diritti che il capogruppo Savastano definisce “pregiudiziale alla permanenza in
aula del gruppo”. I passaggi salienti del documento dicono di come
Autonomia e Diritti “da molti
mesi, prima in solitudine ed a poco a poco con la condivisione generale e del
Sindaco, ha posto il problema politico della ricostituzione di una maggioranza
di governo dinanzi ad un quadro politico del tutto diverso da quello del 2006”.
Da qui la richiesta “per
rinforzare una maggioranza debole, di un nuovo patto di maggioranza, di un
crono programma di rilancio dell’azione amministrativa per la parte
conclusiva della consiliatura, della formazione di
una squadra di governo che rinsaldasse i rapporti con il nuovo quadro politico
e di forze presenti in Consiglio”. Autonomia e Diritti ricorda poi
nel documento la fase di consultazione avviata dal Sindaco “per proporre una soluzione
politico-amministrativa che riducesse a sintesi le posizioni assunte dai gruppi
consiliari. Da allora, nessuna soluzione è stata mai proposta, mentre la
Città veniva ulteriormente ferita dalle emergenze che attestano le
difficoltà di un’azione amministrativa priva di quello slancio e
di quella forza che costituiscono gli elementi migliori per avere il consenso
dei cittadini amministrati”.
Il gruppo che si richiama alle posizioni del Presidente
della Regione Loiero, sottolinea poi nel documento il
senso di responsabilità sempre dimostrato in Consiglio comunale seppure
in assenza di “un concreto
segnale di avanzamento”.
Nella sua parte conclusiva il documento parla di “ un fatto nuovo e rilevante oggi intervenuto
ad interrompere la spirale negativa nella quale andava ad incanalarsi la
situazione cittadina”. Il riferimento è
all’intervento del Segretario Regionale del Partito Democratico, Carlo Guccione “per
la ricomposizione con gli strumenti della politica”. Una
rassicurazione che impone “di indirizzare il senso di responsabilità che ha sempre
caratterizzato l’azione del Gruppo in una direzione che valga a ritrovare
gli spazi di quel nuovo patto di maggioranza che dovrà costituire il
motore della nuova fase amministrativa e di quel crono programma di fine consiliatura che possa colmare ritardi e lacune sinora
accumulatisi”. La
responsabilità politica ed amministrativa di questo stato sofferente della
Città e della maggioranza, al pari della auspicata soluzione
stanno tutte e fino in fondo nelle mani e nelle prerogative del Sindaco, il
quale dovrà in tempi brevissimi riassumere la guida politica del centro
sinistra al Comune di Cosenza e rilanciare l’attività
amministrativa con una squadra che sia all’altezza della nuova stagione
di governo, coordinandosi con le forze politiche ed i gruppi che costituiscono
l’attuale centro sinistra”.
L’intervento del Sindaco, prima ancora di
entrare nelle cifre delle variazioni di bilancio, si sofferma sul contenuto del
documento di Autonomia e Diritti. “In
questa aula c’è sempre stata ampiezza di posizioni e, dovendo governare i processi, il senso delle
cose va raccolto sempre nella direzione di ragionare, confrontarsi e poi
decidere secondo le regole della politica. E comunque, pur nella differenza di
posizioni, va sempre apprezzato il senso di responsabilità con cui le
cose si espongono. So di essere stato chiamato alla guida della città in
un momento difficile, ulteriormente aggravato per fatti esterni, ma insieme
abbiamo affrontato il cammino convenendo le scelte fin qui compiute.
C’è
l’esigenza avvertita di fare di più sia sul piano amministrativo
che sul piano della coesione politica. Ho ribadito la mia volontà
di esercitare le prerogative del Sindaco in armonia con le forze
politiche. Forse sarebbe il momento in cui ognuno di noi dovrebbe rendere
più proficui questi rapporti.
Apprezzo anche il fatto che in
politica non ci siano né ultimatum né tentativi di
condizionamento o ricatti politici. Dunque un confronto a tutto campo, con
grande senso di responsabilità. E questo percorso lo abbiamo avviato
già in Commissione Affari generali dove stiamo dicendo non solo quello
che abbiamo fatto ma soprattutto quel che di meglio possiamo fare, con una
scansione temporale precisa”.
Il dibattito
Dopo un breve intervento del Presidente della Commissione
Bilancio Raffaele Zuccarelli teso a sottolineare
l’unanimità del voto sulla pratica in questione, apre il dibattito
la minoranza.
Massimo Bozzo sostiene
che “mentre Rende inaugura il so Viale Parco, noi non siamo riusciti in 4
anni a mettere in sesto ciò che era stato malamente realizzato da
precedenti Amministrazioni. Ciò che chiediamo al Sindaco è di
fare il Consiglio comunale sulle linee programmatiche e stabilire due/tre punti
sui quali maggioranza e minoranza possano convergere”.
Immediata la replica del Sindaco per precisare che
entro il mese di dicembre si farà la seduta straordinaria per lo stato
di attuazione del programma e la verifica delle linee programmatiche.
Fabrizio Falvo rimarca “la necessità di ricorrere a
variazione per finanziare una Stagione Lirica con 653mila euro. È
ridicolo perché più che una Stagione è un week-end lirico.
Spendere tanto per questo tipo di proposta è uno scandalo. Dove è
finita la cosiddetta filiera istituzionale, forse i finanziamenti vanno in
altre direzioni, in direzione di scelte più oculate. Ci confronteremo
sullo stato di attuazione dei programmi. Voglio sentire ancora la giunta dei
faremo”.
Giuseppe Mazzuca esprime condivisione per quanto espresso, sul piano
politico, dal Sindaco nel suo intervento iniziale. “Da più tempo
sto chiedendo al Sindaco il rilancio amministrativo e in alcuni casi ho chiesto
anche un azzeramento della giunta ma sempre nel rispetto delle prerogative del
Sindaco. Nel 2006 la città ha scelto questa Amministrazione e le si deve
dare la possibilità di finire il suo cammino. Nel 2011 vedremo chi i
cittadini approveranno e chi bocceranno. Solo quello sarà il momento
della verità”.
Roberto Sacco, dopo un
primo pensiero a chi “ancora oggi sta protestando per una
situazione difficile, a quelle famiglie che non percepiscono stipendio da
mesi”, esprime sostegno alla maggioranza “ma se
c’è volontà seria di rilancio. Non possiamo non tener conto
che la città è allo sbando, vittima di un abusivismo che fa
paura”.
Sergio Nucci richiama
l’immagine dei funamboli circensi riconoscendo in essi, oltre a bravura e
competenza, anche una buona dose di incoscienza. “La stessa incoscienza
che vedo nei ragionamenti di qualcuno che un giorno dichiara di voler mettere a
fuoco la casa comunale e il giorno dopo ci riferisce in via pregiudiziale di
aver finalmente ricevuto quelle assicurazioni che lo spingono a votare un
documento e a non lasciare l’aula al momento del voto”. Il
consigliere dell’UDC esprime apprezzamento per le dichiarazioni
rilasciate dal Sindaco “perché ha detto basta a chi fa queste
piroette. E lo ha fatto acquisendo un titolo di merito ai nostri occhi,
il titolo di chi ha il coraggio finalmente di dire una parola certa. Noi come
UDC abbiamo sempre detto che non avremmo partecipato al voto perché
abbiamo rispetto per la città, perché non vogliamo che la nostra
posizione possa essere confusa con chi gioca al ventunesimo. Nessuno può
farsi i conti con la nostra eventuale presenza o assenza”. Sul fronte del
bilancio Nucci parla del fondo sociale del quale “scopriamo in questi
giorni che nel bilancio non v’era traccia. Dopo una interrogazione, viene
istituito un fondo di 100mila euro e scopriamo che i criteri devono essere
ancora approvati. Ma da marzo ad oggi, l’indigenza non c’è
stata?”
Per Francesco Lanzone “è
facile non riconoscere i meriti di una Amministrazione anche se chiari e
palesi”. Soffermandosi in particolare sulla variazione di bilancio per la
Stagione Lirica, Lanzone ricorda al consigliere Falvo il taglio drastico operato dal Governo nazionale sul
Fondo Unico dello Spettacolo. “La denigrazione gratuita
della città significa farne gli interessi contrari”.
Michelangelo Spataro afferma la “necessità di spiegare
perché si è arrivati a farci apparire sulla stampa come
coalizione in difficoltà. Nella riunione di gruppo del mio partito non
mi sono nascosto. Anzi alla richiesta di fare documento contro colleghi di IDV,
che con decisione presa a livello regionale hanno tolto la loro adesione alle
Amministrazioni di centro sinistra, ho risposto che non era il caso di fare
documenti contro amici che fino al giorno prima ci avevano sostenuti ma semmai
un documento più politico per chiedere al Sindaco il rilancio
dell’attività amministrativa attraverso contenuti di
qualità. Si tratta di rimodulare l’azione amministrativa, sapendo
che il Sindaco gli uomini di qualità ce li ha”.
Nella replica Salvatore Perugini riafferma il ruolo
del Consiglio comunale quale luogo della partecipazione democratica, ravvisando
“la necessità che si debba ulteriormente adeguare lo Statuto in
riferimento agli strumenti di partecipazione, anche se in contrasto con i
provvedimenti della politica nazionale. Diminuire così drasticamente il
numero dei Consiglieri lo interpreto come un vulnus alla democrazia, farlo
attraverso la legge finanziaria è un ulteriore atto di arroganza
politica. Non posso dunque non apprezzare il contributo di tutte le forze politiche
sia di maggioranza che di minoranza, che forti di questo principio lo
testimoniano con la loro presenza in Consiglio indipendentemente dalla loro
espressione di voto. Grazie per tutti gli interventi che ho ascoltato, che
danno fiducia e stimolo a questa Amministrazione.
L’assestamento di bilancio è il completamento
del bilancio di previsione, la verifica di ciò che si è fatto e
di ciò che si può fare. E qui qualcosa di più
l’avremo da fare perché il bilancio di previsione dell’anno
prossimo è alle porte. Quest’anno abbiamo avuto a che fare non
solo con la crisi economica ma abbiamo affrontato con casse comunali una
emergenza di sei mesi costata circa due milioni di euro per le frane e mai
rimborsate dallo Stato per come aveva garantito. Così come non abbiamo
ricevuto il milione e mezzo di euro di gettito ICI sulla prima casa, che ci
compete. Basta tirare una riga sotto queste cifre per capire come possono
incidere tre milioni e mezzo di euro sul bilancio comunale di un Comune come
Cosenza. Eppure noi i servizi li abbiamo resi. Questo non ci fa sentire
appagati, ma ci sono adesso momenti successivi importanti, c’è la
verifica dello stato di attuazione del programma da farsi entro la fine
dell’anno, per cui l’Amministrazione si presenterà in questa
aula per discutere con tutto il Consiglio il bilancio di tre anni di
attività e determinare il modo concreto del rush finale. Dovremo avere
la capacità di poter destinare molte delle economie fatte a scelte che
possano migliorare la qualità della vita e caratterizzare
l’attività di questa fase amministrativa della città, e lo
faremo in un clima di rinnovata coesione politica. Io non so se è
necessario fare patti di nuova maggioranza. Io so che questo Consiglio ha una
sua maggioranza che vuole continuare a lavorare. Le forze politiche hanno
subito decisioni non maturate in questo Consiglio e non lo trovo giusto. Va
recuperato un clima complessivo nel quale i fatti amministrativi devono essere
disgiunti dai fatti che riguardano gli equilibri della politica. L’esercizio
del potere del sindaco merita dialogo, confronto, rispetto di tutte le forze
politiche che sostengono la maggioranza”.
Dopo una breve pausa, richiesta dal consigliere Cataldo Savastano, si rientra in aula per le dichiarazioni di
voto. Giacomo Mancini parla di “fallimento
dell’amministrazione citando, a titolo di esempio, il centro storico
abbandonato, la cultura fallimentare, la Casa delle Culture chiusa, la Banca
d’Italia, il mercato ortofrutticolo, la crisi occupazionale, il Viale
parco di cui si annuncia a più riprese la riapertura. Aggiungo che non
è mai stata costruita un’opera pubblica, un solo parcheggio. Sul
fronte dei servizi, la città è sporca, poco illuminata. Il
Sindaco dice che i ritardi sono a causa delle ristrettezze economiche,
però tre anni fa ci è stato detto che questa Amministrazione
poteva vantare una filiera istituzionale che poteva cambiare il volto della
città. Per questo, giudicando sui fatti, abbandoneremo l’aula
registrando come in questa seduta si è evidenziato come le asserzioni
del Sindaco non sono state in alcun modo sostenute dalla sua maggioranza che
sarà magari numerica ma non politica”.
Nel preannunciare il suo voto di astensione, Antonio Ciacco sottolinea che la scelta è frutto
dell’obbedienza “a una ferrea regola di partito”. Duro
l’attacco a quella che definisce “la cordata di Loiero
i cui interessi pesano come macigni sulla vita delle istituzioni. È un
corto circuito incendiario che testimonia come atto di igiene pubblica il
liberarsi dell’ingombrante presenza di Loiero e
del suo corrosivo sistema di potere”. Riconducendo la rottura tra IDV e
PD “ all’ambiguo diniego opposto dal Presidente della
Amministrazione provinciale all’ingresso in giunta dell’esponente
di IDV” Ciacco parla di scippo politico per il
quale “sono obbligato a collocarmi all’opposizione, contro il mio
Sindaco e la mia maggioranza. È per me una collocazione innaturale che
subisco solo per ragioni di partito, innaturale per la mia storia”.
Dopo la votazione sulle pratiche di bilancio, che
registrano entrambe 23 voti favorevoli e 3 astensioni, il Consiglio, su
richiesta di Antonio Belmonte, viene rinviato a data
da destinarsi.