IL SINDACO, IL CONSIGLIERE E LA CITTÀ “NORMALE”

25 Ottobre 2006

 

Signor Sindaco,

ho pensato lungamente all’appellativo per rivolgermi a Lei. Dal “caro”, comprensibile vista la parentela, al gentile considerati i Suoi modi sempre cortesi e educati, dall’egregio troppo formale e distante, al signore, semplice ma efficace e rispondente alla realtà se si pensa che signori…si nasce.

Trovata la forma passiamo alla sostanzaSignor Sindaco, da consigliere speravo, con le mie interrogazioni e i miei interventi in consiglio come in commissione, di avere risposte sulle tante emergenze che vive quotidianamente  Cosenza.

Ad oggi, tuttavia, e nonostante l’iperattività, unanimemente riconosciuta (anche a ferragosto sic!) le risposte ai quesiti sono state veramente scarse. Motivo per il quale  ho deciso di percorrere un nuova strada che affiancasse quelle già battute: la lettera aperta.

Ed è di questo che si tratta: una lettera rivolta a Lei e per conoscenza ai nostri concittadini, fiducioso che questa possa essere una nuova formula di dialogo più semplice e diretta.

In apertura una premessa doverosa perché mi ritengo intellettualmente onesto oltre che politically-correct: Lei, signor Sindaco, è persona stimata ed apprezzata come uomo, come professionista e come politico, e certamente non Le si possono, ad oggi,  addebitare i problemi grandi e piccoli della  nostra comunità nonostante i ruoli istituzionali da Lei ricoperti in passato (consigliere comunale, presidente del consiglio, vice-presidente della provincia). Ruoli nei quali forse si sarebbe potuto spendere maggiormente per denunciare lacune, incongruenze, storture e quant’altro, sempre secondo i bene informati, La stanno limitando oggi nella sua azione di governo.

Fatta la premessa, veniamo a noi.

Signor Sindaco, la sua amministrazione, congiuntamente con la maggioranza che la sostiene, ed Ella in testa, andate ripetendo che la nostra città, ovvero Cosenza, è una città normale.

Sono tante le volte che lo avete ripetuto che anche io, ogni tanto mi sorprendo a pensare “E se fosse vero?”

Tuttavia, riflettendo e rimuginando, ripensando e valutando non sono del tutto convinto di questo assunto. Vorrei chiederLe, nella maniera più rispettosa possibile, se quello che vedo è normale, o meglio se quello che vedo rende normale la nostra città. E via dunque con le domande.

Signor Sindaco, è normale che questa città viva assediata in un traffico perenne dal mattino quando si sveglia alla sera quando va a riposare? Che questo fiume di auto rumorose e inquinanti non possa essere diretto e regolato ma debba autodisciplinarsi secondo gli usi ed i costumi degli automobilisti? Che il parcheggio in doppia, terza e quarta fila sia la regola e non l’eccezione? È normale che non si veda neanche a pagarlo oro un vigile urbano nelle zone nelle quali c’è realmente bisogno di controllo e disciplina?

È normale che in questa città le strade siano ricoperte da non più di un ricordo dell’asfalto che fu e che oggi non c’è più? Che la quasi totalità dei marciapiedi della città siano impercorribili sia perché sconnessi sia perché occupati, molte volte abusivamente dal furbetto di turno? E che la loro piena fruizione da parte dei diversamente abili sia solo una bella enunciazione e nient’altro visto come vengono rispettati gli scivoli d’accesso?

E’ normale che gli spazi verdi, al pari degli alberi cittadini miseramente abbandonati, siano diventati l’orinatoio dei cani o il luogo di appuntamenti hard-core sostituendo la naturale destinazione e cioè luoghi dove nonni premurosi fanno giocare e rincorrere i propri nipotini?

Signor Sindaco, è normale che il trasporto pubblico sia diventato una odissea per chi ha la malaugurata idea di servirsene? Che le coincidenze non vengano rispettate al pari delle corsie riservate solo sulla carta?

Signor Sindaco, è normale che si viva in condizioni al limite della decenza considerate le condizioni igieniche in cui versa la pulizia della città? Che esistano quartieri dove alla vista di un operatore ecologico si fa festa come a capodanno? Che in alcune zone della città non ci siano ancora le fogne? Che la raccolta differenziata rappresenti il solito proclama da inserire nel programma elettorale? Che le affissioni sulle mura cittadine, selvagge quanto incivili, non siano minimamente sanzionate dagli uffici preposti?

Ed ancora. È normale una città dove l’acqua corrente è per alcuni solo un bel ricordo di tempi che furono e per altri un sogno irrealizzabile? Che gli interventi di manutenzione avvengano con modalità e tempi da periodo bellico? Che i cantieri aperti dal comune restino aperti lunghi anni senza che vi sia il benché minimo controllo sullo sperpero del pubblico denaro?

È normale che in alcune zone della città l’illuminazione sia un optional non compreso nelle tasse che si versano periodicamente all’Amministrazione? Che le tasse per alcuni siano un dovere civico mentre per altri un fastidioso contrattempo del quale non tener conto?

E’ normale che le scuole cittadine, e quindi i nostri figli, i nostri fratelli o i nostri nipoti, vivano nel disagio proprio di uno stato di perenne abbandono? Che quando si ha la palestra manchi la sala informatica, quando si ha la sala informatica non si dispone di un servizio mensa che se presente è il più caro dell’area urbana?

E’ normale che una squadra di calcio diventi uno strumento politico per dar luogo a camarille della peggior risma? Che l’unica realtà sportiva di rilievo come la squadra di pallanuoto che milita in serie A1 non venga adeguatamente aiutata nonostante porti il nome della nostra città?

Signor Sindaco, Le chiedo,  è normale?

Se tutto questo, e anche di più, è normale allora ha ragione Lei: Cosenza è una città normale.

 

Salutandola “indistintamente”

 

Sergio Nucci

Consigliere Comunale

Gruppo Consiliare “Grande Alleanza con la Rosa nel Pugno”