LA VERITA’, NIENT’ALTRO CHE LA VERITA’

6 Aprile 2007

 

Le paventate “lacrime e sangue” sbandierate dagli amministratori comunali di Cosenza lentamente si materializzano nei portafogli dei cosentini.

E’ la logica conclusione di una campagna mediatica che, scagliandosi contro un passato reo, secondo alcuni, di aver portato le casse comunali sull’orlo del baratro, prova al contempo a cancellare dall’inconscio collettivo le imbarazzanti connivenze che gran parte degli amministratori attuali hanno con quelle esperienze da rimuovere.

Se bastassero solo le parole a creare la, o le verità, ognuno costruirebbe la propria ragione a piacimento. Ma la realtà è cosa ben diversa. La memoria arriva in soccorso di chi si vorrebbe annientare, e i tentativi di cambiar solo il nome ai padroni del vapore miseramente falliscono sotto il peso delle bugie.

E chi ha fardelli meno pesanti dei quali render conto, come ad esempio il sindaco Perugini, diventa suo malgrado, per accordi presi e riconoscenze dovute, colpevole al pari di coloro i quali per i loro trascorsi sono responsabili di questo presente.

Nel gioco delle parti, è bene chiarirlo, Perugini ha un ruolo da comprimario. Avrebbe potuto, se ne avesse avuto la voglia e la forza, liberarsi di quel tempo che ritiene scomodo, ma non può rinunciare, né agli entusiasmanti progetti ereditati dall’era Mancini, né alla squadra di governo che è figlia dell’epoca del leader socialista.

Ma i cosentini sono stufi di queste estenuanti polemiche. Non comprendono se le responsabilità del passato alle quali Perugini allude siano di natura giudiziaria o meramente politica.

Perché a seconda dell’una o dell’altra ipotesi gli scenari sarebbero inevitabilmente diversi.

Innanzitutto: c’è del dolo in questa “voragine” che condiziona così pesantemente la vita di ciascuno di noi?

Se la risposta fosse affermativa, l’attenzione dovrebbe rivolgersi più che verso i politici verso i burocrati, intendendo in questo senso i dirigenti del Comune che per legge esprimono il proprio parere sugli atti amministrativi. Fino ad oggi Perugini non ha mai tirato in ballo il personale dell’ente, ergo, parlando di responsabilità è evidente che si riferisca a quelle politiche.

Ed allora parliamo dei protagonisti delle compagini politiche che hanno sostenuto le giunte Mancini prima e Catizone poi, non prima di aver fatto una doverosa premessa: non si può giustificare la propria inattività amministrativa addossando le colpe ad altri. E soprattutto, non si può addossare la colpa a chi non può più difendersi. In questo concordiamo con Giacomo Mancini Junior. Perché non si è scelto di criticare ed attaccare Mancini quando era ancora in vita?

Eccoli, dunque, i “fieri oppositori” che con tanta solerzia approvavano con pareri tecnici, voti in giunta o in Consiglio bilanci e decisioni.

L’elenco dei “pentiti” è lungo ma è necessario.

Non possiamo non partire dal Sindaco Perugini, Consigliere Comunale dal 1997 e successivamente Presidente del Consiglio. Perugini sotto la Catizone passò addirittura dall’opposizione alla maggioranza nonostante il “responso elettorale” avesse parlato chiaro. Roberto D’Alessandro, Consigliere e Assessore della Giunta Catizone. Maria Francesca Corigliano Assessore di Mancini  e Vice-Sindaco con la Catizone.

Salvatore Dionesalvi, Consigliere ed Assessore con la Catizone ed il suo capogruppo Carlo Salatino, per un periodo Presidente del Vallecrati.

Tra i DS Maria Lucente Consigliere di maggioranza e Assessore con la Catizone, Enrico Carnevale già Presidente del Consiglio, Damiano Covelli Consigliere. L’indecisa Carmencita Furlano e per l’Udeur Salvatore Magnelli, Francesca Lopez  e l’attuale Vice-Sindaco Giancarlo Morrone.

E ancora, Amedeo Pingitore ed Agostino Conforti. Menzione a parte merita l’On. Franco Ambrogio che a fianco di Giacomo Mancini ha trascorso gran parte della sua parabola politica comunale degli ultimi17 anni (sic!). Presidente Amaco, poi assessore con la Catizone. Un esempio di rara longevità “politica”.

E senza dire dei tanti che hanno beneficiato negli anni di consulenze o incarichi pagati con quei soldi che oggi si scopre non essere più nelle casse del Comune.

Questa è la verità per dirla tutta.

Chi scrive non ha avuto né chiesto nei dodici anni di giunte Mancini prima e Catizone poi né incarichi, né consulenze, né contributi, né altro che possa accomunarci a coloro che pur avendo ricoperto ruoli di primo, secondo o terzo piano, oggi demoliscono una stagione che fu tra le più significative per la nostra città.

Una città che paga un prezzo altissimo per rancori e veleni che non si placano.

Nel “Rapporto alla città”, atto di coraggio ed onesta intellettuale avrebbero imposto al Sindaco un intervento di altro tenore.

Avremmo gradito proposte di spessore: più soldi alle manutenzioni per dare più risposte ai cittadini. Nessun aumento delle imposte che potranno essere incrementate solo dopo aver offerto ai cosentini i servizi per i quali già pagano ingenti somme. Nessun posto di lavoro perso nel rispetto anche di tutte le situazioni lavorative che oggi sono presenti in città, perché individuare ruoli diversi per cooperative sociali non può significare mettere per strada chi oggi, ad esempio, cura la pulizia dei palazzi comunali.

Più soldi ai dipendenti comunali ed ai Vigili Urbani per straordinari che a volte si rendono necessari per garantire una qualità vita migliore.

Azzeramento delle costose consulenze (non ce ne vogliano gli amici Franco Santo ed Enzo Aprile o la Dirigente esterna Capo Sabina Barresi) e riduzione del numero di assessori per dare un seguito concreto alla sbandierata politica del rigore.

Avremmo voluto sentir parlare di una filiera istituzionale già in moto per il rilancio di Cosenza o, grazie ai buoni uffici di qualche “prezioso” alleato, del reperimento di nuove forme di finanziamento per opere e attività nella città.

Avremmo gradito che non si parlasse di discontinuità o fine di un ciclo ma di come l’esperienza Mancini poteva e doveva diventare il punto di partenza di una nuovo percorso che proiettasse Cosenza verso traguardi ancora più ambiziosi.

Avremmo gradito che queste cose il Sindaco le dicesse ma non le ha dette. Tuttavia, siamo fiduciosi che a breve possa dirle, il che significherebbe consentire anche a noi di sostenere la sua azione di governo con quell’amore e quel disinteresse che fino ad oggi hanno caratterizzato la nostra attività politica.

 

Sergio Nucci                                                                           Carmine Vizza

 

Consiglieri Comunali di Cosenza

Gruppo Consiliare della “Grande Alleanza con la Rosa nel Pugno”