URGONO CHIARIMENTI URGENTI

20/05/2019

 

Ho rinvenuto nella Determinazione Dirigenziale n° 1282 del 15 maggio 2019. alcune stranezze che meritano di essere approfondite.

La prima: la determina 1282 si riferisce ad un lavoro realizzato più di un anno fa (aprile 2018) ma il cui iter autorizzativo vede la luce solo in queste ore, ovvero è passato un anno per regolarizzare un lavoro già eseguito. Chiedo, dunque, è prassi quella di realizzare un’opera e "far finta" che si inizi solo quando la determina viene pubblicata? Siamo al cospetto di un falso in atto pubblico?

La seconda: l'ordine di servizio è del 26 marzo 2018 eppure il DURC (il DURC è il documento unico di regolarità contributiva e serve a certificare che un’impresa sia in regola con il versamento dei contributi INPS, INAIL e Casse Edili) è stato acquisito per via telematica, quindi per le vie brevissime, dagli uffici comunali solo dopo molti mesi dalla esecuzione dell'opera ovvero con prot. n°14908728 il 28.01.2019. Perché questo ritardo nella richiesta di un documento la cui assenza non avrebbe consentito l'affidamento dei lavori alla impresa aggiudicataria?

La terza: come mai per pagare alcune opere realizzate occorrano molti mesi se non anni e per altre i mandati di pagamento sono più veloci della luce?

Fin qui l’aspetto tecnico-burocratico della vicenda ma ne esiste anche uno strettamente politico che riguarda gli amministratori del nostro comune.

Sono i nostri governanti a conoscenza di quanto accade negli uffici? Questo sistema che sembra andare avanti ormai da tempo è oggetto di attenzione da parte di chi ha la responsabilità dell’indirizzo politico?

Su questo aspetto sarebbe il caso che il sindaco o chi per lui dicessero una parola chiarificatrice non fosse altro perché il silenzio suonerebbe come una irritante acquiescenza …… o peggio.

 

Sergio Nucci

“Buongiorno Cosenza”

LA SOMMA E' STATA ACCANTONATA SI O NO?

13/04/2019

 

Abbiamo letto con attenzione la sentenza 770 del 10 aprile u.s. della corte di appello di Catanzaro che vede protagonisti Equitalia e il Comune di Cosenza e che, linguaggio tecnico a parte, risulta abbastanza comprensibile ai più. Poi abbiamo letto con pari attenzione la nota dell’ufficio legale del Comune di Cosenza in risposta alle considerazioni che la sentenza ha stimolato nei giornalisti che alla questione hanno dedicato l’attenzione che meritava.

E proprio esaminando la risposta del Comune non abbiamo rinvenuto la risposta alla domanda più ovvia che i cittadini oggi si pongono: da quando è stato notificato il pignoramento delle somme da parte di Equitalia, il Comune di Cosenza ha corrisposto integralmente l’indennità al Sindaco oppure la stessa indennità  è stata accantonata nella sua totalità ? Oppure è stata accantonata per una parte ?

Questa è la questione a questo punto, non altre.

La somma è stata accantonata si o no? E se si, in quale capitolo è rinvenibile?

Domanda semplice, risposta semplice.

Dopo e soltanto dopo ci sarà da interrogarsi  sulla questione della candidabilità del sindaco pro-tempore; al momento è bene che al Comune rispondano con chiarezza sulla condotta tenuta dall’Amministrazione nella vicenda.

E’ la città che lo vuole.

 

Sergio Nucci

"Buongiorno Cosenza"

 

IL DUBBIO E' IL SALE DELLA CONOSCENZA

20/02/2019

 

Lo dico sommessamente e davvero con sincera preoccupazione: c’è qualcosa che non torna nelle modifiche urbanistiche che l’amministrazione Occhiuto sta realizzando nella città di Cosenza.

C’è qualcosa di poco chiaro che per me, che non sono un tecnico, appare ancor di più strano e preoccupante. Il mio è un parere, ripeto non da tecnico, corroborato però da una certa frequentazione delle aule consiliari e dei regolamenti comunali. E’ più la mia esperienza, dunque, a farmi parlare e non la puntigliosa conoscenza delle norme procedurali. Più il buon senso ad orientarmi che la sicurezza interpretativa della norma. Parlo, come tanti in questi giorni, del Parco del Benessere. Un’opera che ad alcuni (pochi) piace e che ad altri (tanti) dispiace e non poco, per le ricadute sul commercio, sul traffico, sulla qualità della vita e chi più ne ha più ne metta.

Questo benedetto Parco del Benessere, spuntato come un fungo all’indomani di una giornata piovosa di fine estate, presenta aspetti quanto meno dubbi circa l’iter procedurale che ne ha segnato la ideazione/realizzazione.

Premetto che un sindaco che ha un mandato per governare e soprattutto rispetta le leggi può realizzare quanto ha in animo. Se ha poi il consenso della opinione pubblica meglio, tuttavia se realizza in ossequio alle norme può fare e disfare ciò che ritiene giusto o quanto meno utile a lui in primis, e poi agli altri. Se è, ripeto, rispettoso delle leggi e dei regolamenti.

Ora la questione è proprio questa. Non sono del tutto sicuro che il Parco del Benessere, ed aggiungo anche la nuova viabilità parallela a via Popilia (e perché no la metro) per come in cantiere possano essere realizzati. Mi spiego meglio. Il Parco del Benessere e la nuova viabilità (anche se su questa vanno ben analizzati i vecchi piani regolatori), costituiscono delle evidenti modifiche urbanistiche ovvero variazioni al Piano Regolatore esistente, atteso che il PSC non è stato ancora approvato. La questione dunque è: il Parco del Benessere è una modifica sostanziale del piano regolatore o no? E se lo è per ogni modifica ad un piano regolatore è obbligatoria una approvazione da parte dell’assise consiliare ovvero i consiglieri devono esprimersi in modo palese in una seduta all’uopo convocata (Legge Urbanistica Nazionale n° 1150/1942)? Ed ancora, se è necessaria l’approvazione del Consiglio, i lavori fin qui eseguiti sono regolari (DPR 380/2001 - Testo Unico dell'Edilizia – art.14)?

Ecco, questo non mi torna. Non credo che il consiglio comunale sia stato chiamato ad esprimersi per quelle che io ritengo modifiche al piano sostanziali, ovvero che non ci sia stata la preventiva approvazione da parte degli organismi deputati considerato che un tavolo tecnico Comune-Provincia-Regione non avrebbe avuto, come non ha, potestà sulla questione.

Ripeto, ho un dubbio, non una certezza e non so davvero chi potrà illuminarmi sulla cosa . Magari, me lo auguro, qualche consigliere si prenderà la briga di informarsi e svelare l’arcano.

Io, dal canto mio non perdo la mia natura di interrogatore in ossequio a quel passo che Leopardi dedicava alla sorella Paolina nel suo Zibaldone. “La nostra ragione non può assolutamente trovare il vero se non dubitando; ella si allontana dal vero ogni volta che giudica con certezza; e non solo il dubbio giova a scoprire il vero, ma il vero consiste essenzialmente nel dubbio, e chi dubita sa, e sa il più che si possa sapere.”

 

Sergio Nucci

“Buongiorno Cosenza”

 

A PAGARE E' SEMPRE IL CITTADINO

14/03/2019

 

In questi giorni il Comune di Cosenza, con apposite determine, sta liquidando le spese e le competenze di lite relative ai ricorsi presentati da tanti cittadini per le contravvenzioni elevate nei varchi presenti in alcune vie cittadine.

Sono poche centinaia di euro per ogni determina ma, considerato che i ricorsi sono davvero tanti, che l’orientamento consolidato dei giudici di pace del nostro tribunale è quello di condannare l’ente al rimborso anche delle spese (variabili dai 200 ai 300 euro per verbale), che è sempre la somma che fa il totale, alla fine per il Comune di Cosenza si tratterà di un esborso economico davvero cospicuo.

In verità ci si poteva attendere un così gran numero di ricorsi da parte degli automobilisti, considerata, oltre alla dicitura fuorviante del display, ovvero “Varco Attivo” - a questo proposito giova ricordare che sull’A2 insistono cartelli con la dicitura “Varco Aperto” che indicano la possibilità di transito – anche la sentenza n° 23661/2009 della Cassazione nonché l’acclarata violazione dell’art. 79 del Codice della Strada che stabilisce uno spazio minimo di avvistamento del segnale di almeno 80 metri prima del varco affinché sia percepibile dall’automobilista sia di notte che giorno, ciononostante il Comune di Cosenza, anziché recepire le sacrosante rimostranze dei cittadini, improntate all’osservazione della giurisprudenza corrente, ha insistito nell’inoltro dei verbali e quindi nell’apertura di tanti piccoli contenziosi che stanno mettendo in seria difficoltà l’Ente.

A noi, attenti osservatori delle cose cittadine, a questo punto sorgono spontanee una serie di domande alle quali sarebbe bene dare risposte pronte e attendibili.

Dalle notizie in possesso dell’Ente quanti verbali sono stati elevati? Per quanti è stato fatto ricorso al giudice monocratico? Quante le sentenze che vedono il Comune soccombente? A quanto ammontano le spese che il Comune dovrà pagare, o meglio che i cosentini dovranno pagare? Chi può essere ritenuto responsabile di questo danno per le casse comunali? Si intende procedere nei confronti di colui o coloro che hanno inteso perseverare nelle riscossione di verbali per multe comminate in presenza di evidenti anomalie?

Ecco, tutte queste cose le vorremmo sapere se non altro per ringraziare qualcuno per questo ennesimo danno a carico di tutta la cittadinanza.

 

Sergio Nucci

“Buongiorno Cosenza”

 

 

E' CHIEDERE TROPPO?

29/11/2018

 

Il 21 novembre scorso, la stampa locale ha pubblicato la notizia di quel dipendente comunale che ha fatto causa al Comune di Cosenza per la modica somma di 500 mila euro. Il dipendente in questione è uno dei vincitori del concorso per dirigente che, a causa dell’illegittima revoca della procedura concorsuale, si è visto privato, in tutti questi anni, della posizione retributiva di dirigente, di chance di progressione di carriera, di eventuali opportunità che la nomina gli avrebbe consentito e ancora oggi, vittima della ingiustificata inerzia dell'amministrazione, attende l'assunzione.

Ma questa è solo una delle storie che si intrecciano con la vicenda dei vincitori di quel concorso. Il 23 novembre, sempre dalla stampa, apprendiamo che i criteri di scelta dei dirigenti esterni al comune di Cosenza sono sotto la lente degli inquirenti: si sospetta che le modalità di selezione e scelta dei dirigenti a tempo determinato non siano del tutto limpide.

Ma non finisce qui. Nelle scorse ore presso le Procure della Repubblica di Cosenza e della Corte dei Conti di Catanzaro è stato presentato, dai vincitori del concorso per dirigenti, un esposto denuncia per verificare se,a causa della loro mancata assunzione, possano configurarsi ipotesi di reati penali e, ancor di più, se ci siano danni di tipo erariale per l’ente.

C’è da giurare che le Procure interessate non resteranno con le mani in mano e accerteranno la fondatezza della denuncia. Soprattutto saranno chiamate ad esprimersi, un volta confermato il danno (che ammonta a diversi milioni di euro), da chi debba essere risarcito, ovvero da noi cittadini, incolpevoli nella vicenda, o da chi politicamente e burocraticamente non ha ostinatamente dato seguito a quel concorso, assumendo i vincitori della selezione e continua tutt'oggi a non adempiere.

Sarebbe grave se le Procure accertassero che la decisione di Palazzo dei Bruzi ha effettivamente creato un danno così cospicuo in termini di risarcimento, ma sarebbe ancor più grave constatare che, a cagionare quel danno, sia stata una precisa volontà politica riconducibile ad individui facilmente identificabili con nome e cognome.

Non si possono certamente anticipare esiti di indagini che verranno, ma si può assolutamente invocare che la giustizia faccia al più presto il suo corso, magari prima di importanti scadenze elettorali.

La graticola non è un bene per nessuno, soprattutto per i cittadini che con il loro voto devono scegliere persone adamantine e al di sopra di ogni sospetto.

E chiedere troppo?

 

Sergio Nucci

"Buongiorno Cosenza"