MEMORIA CUSTODE DI TUTTE LE COSE

21/11/2003

 

“Memoria est thesaurus omnium rerum et custos”. La memoria è tesoro e custode di tutte le cose, ma la memoria in questa città a volte, viene cancellata dalle debolezze dell’animo umano che prevalgono sulle logiche della ragione.

Non so se compiacermi perché questa piazza diventa oggi ufficialmente il luogo del ricordo di un cosentino che amava la sua terra o perché, a 70 anni dalla morte, Cosenza ripara ad un errore perpetrato per così lungo tempo.

In realtà il tributo a Michele Bianchi era giunto già nel 1993 allorquando la commissione toponomastica presieduta da Paolo Veltri, sostenitore leale e deciso della mia richiesta al pari degli altri componenti, licenziava il piano della toponomastica cittadina poi approvato all’unanimità da un consiglio comunale che di li a qualche giorno si sarebbe sciolto.

Michele Bianchi è stato personaggio politico di primo piano nel paese ed è stato co-fondatore di un partito che dopo la sua morte si macchiò di colpe indicibili.

Qualcuno sostiene, e forse a ragione, che un Michele Bianchi in vita ed in attività non avrebbe consentito la deriva sanguinaria che il regime negli anni a venire intraprese.

Michele Bianchi è stato si fascista, e tanti lo furono per poi dimenticarlo, ma è stato soprattutto un figlio degno di questa terra e che alla sua terra ha donato ciò che ha potuto quando ha potuto.

Un meridionalista ante-litteram che guardò al meridione ed alla Calabria con l’occhio di chi deve rimediare alle ingiustizie di uno stato che aveva fino ad allora visto il sud del Paese non come una risorsa ma un problema.

Le realizzazioni di Bianchi furono tante, a Cosenza soprattutto. Opere delle quali la città tutta ancora oggi gode.

A 47 anni finì il suo percorso terreno e l’oblio degli sconfitti lo avvolse fino a quando la memoria che e tesoro e custode di tutte le cose lo ha riportato nel pantheon dei figli migliori.

Credo che il tributo odierno a Michele Bianchi sia solo un atto dovuto, tardivo certo, ma dovuto.

 

Sergio Nucci

Consigliere Comunale di Cosenza

 

VUOI IL MIO POSTO? PRENDI IL MIO HANDICAP!

 

I parcheggi per disabili a volte sono occupati da autovetture abilitate alla sosta in base ad un contrassegno posto fuori uso dal Consiglio Comunale, giusta la delibera n° 20 del 14 Marzo 2007 .

Secondo la delibera, i contrassegni azzurri - diversi per forma, colore e diciture dai precedenti giallo-arancio - dovevano servire per adeguarsi a raccomandazioni del Consiglio Europeo e soprattutto per censire gli aventi diritti a questo tipo di servizio.

Ad oggi solo in pochi si sono dotati del nuovo contrassegno. Molti, invece, per le ragioni più svariate, usufruiscono del vecchio pass.

L’uso del vecchio contrassegno, per delibera consiliare mandato in soffitta, da un lato consente usi impropri del permesso (potrebbero non sussistere più le condizioni per il rilascio dello stesso come il decesso dell’avente diritto, il trasferimento dell’avente diritto, l’alienazione del mezzo da parte dell’avente diritto etc. etc,), dall’altro testimonia come questa amministrazione finanche sulle cose minime non riesce a offrire una parvenza di efficienza.

Vedremo se a quest’altra a pagina di cattiva amministrazione, mista a scarsissimo senso civico di chi usurpa un “doloroso” diritto, verrà posto rimedio.

 

Sergio Nucci

Capogruppo UDC – Comune di Cosenza

 

Allego la foto di un cartello che potrebbe campeggiare benissimo anche sulle nostre strade.

Il consiglio è gratis ed è naturalmente usato in tante cittadine italiane:

 

PALAZZI NEI GIARDINI

05/08/2009

 

Ho letto con attenzione l’articolo del 4 agosto scorso dal titolo “Tutto in regola per l’edificio”, circa la costruzione di un fabbricato tra viale degli Alimena e via Parisio, iguardante la cronaca di un incontro tenutosi, sulla vicenda, nella terza circoscrizione.

Se fossi stato invitato, non avrei di certo fatto mancare il mio contributo alla discussione ma, avendo perso l’occasione, approfitto della vostra ospitalità per alcune semplici ma dovute riflessioni.

Partirei dalle considerazioni espresse dall’architetto Barresi, la responsabile del settore Urbanistica del nostro comune, nonché persona preparata, disponibile ed accorta, circa l’opportunità o meno di costruire un fabbricato in quel contesto. E in particolare mi soffermerei su un passaggio che credo sia attribuibile proprio alla dirigente: ”un abbandonato terreno privato nel centro della città, pieno di sterpaglia, quindi facilmente incendiabile e ricettacolodiinsetti e topi, per i quali l’ASL non poteva intervenire”. Non mi soffermerò sull’istituto della ”Ingiunzione a danno”, che, come

comprensibile, viene eseguita dal comune a danno del proprietario negligente - sarebbe fin troppo banale - ma sull’assioma introdotto con quel ragionamento: se esiste un giardinomaltenuto in area di pregio questo può certamente lasciare il posto ad un fabbricato. O sbaglio architetto Barresi? E con il pensiero raggiungo idealmente un altro giardino, mal tenuto e collocato in area di pregio anche questo.

Parlo del giardino Passalaqua in pieno corso Telesio, di fianco al palazzo della provincia. Non si può certo negare che l’area sia di pregio, (il centro storico di Cosenza a parte l’immondizia di questi ultimi tempi) è certamente di pregio, né è confutabile che il giardino sia mal tenuto e pieno di sterpaglie, dimora ambita per insetti e topi. Per la logica espressa nel consiglio della terza, appare chiaro che se qualche costruttore si prendesse la briga di proporre la costruzione di un fabbricato in quel giardino, per gli stessi principi, la concessione dovrebbe essere concessa.

Ma forse mi sfugge qualcosa, ovvero che in questa città si continua ad adottarela logica diunpeso e di due misure.Mi chiedo e chiedo: i reliquati di via Simonetta o di piazza Fera possono essere in qualche modo equiparati a quello di viale degli Alimena - via Parisio? E se si perché per gli uni si adotta un atteggiamento e per l’altro si consente addirittura l’edificazione di un fabbricato?

Così come aspetto una risposta al fatto che nel nostrocomune nonsiano stati attuati i piani particolareggiati di iniziativa pubblica, così come prescritto nel decreto regionale approvato amargine della variante al PRG, mentre si è fatto largo uso, ed a volte

abuso, degli stigmatizzati PUR, sebbene fossero preclusi dalla regione, al fine  di consentire a tanti lotti interclusi di diventare aree edificabili e nonostante la saturazione in termini di insediamento urbano conseguenza dell’applicazione degli indici fondiari

più elevati. E da tempo che affermo he sulla linea del rispetto dlle regole sarò sempre

dalla parte di chiamministra a patto, però, che chi amministra bbia ben chiaro il

principio che la legge è uguale per tutti.

 

Sergio Nucci

Capogruppo UDC – Comune di Cosenza

 

MEDICINA A COSENZA

10/09/2009

 

Il dibattito scaturito in seguito alle dichiarazioni del Preside Andò circa l’istituzione ad Arcavacata della Facoltà di Medicina, mi spinge a ribadire una posizione già espressa nell’aula consiliare a più riprese circa la personale convinzione che il nostro ateneo, per i pregevoli risultati raggiunti in questi anni , ma soprattutto per l’innegabile ricaduta su tutto il territorio calabrese, è ormai maturo per l’istituzione della nuova facoltà.

Se si vuole imprimere alla nostra sanità una svolta epocale, ovvero se si vuole assurgere agli onori della cronaca non per il buco miliardario delle nostre ASP, o per la gestione clientelare e nepotistica di aziende ed ospedali o per le mille inefficienze, ascrivibili più che agli uomini alla politica di questi anni, è necessario cominciare a educare e “trattenere” le nostre belle intelligenze qui dove si formano. E affinché questo accada dobbiamo offrire strutture adeguate, centri di ricerca all’avanguardia e una classe politica incline più che al compromesso ed al piccolo interesse di bottega ai grandi e ambiziosi progetti che questa terra merita.

Certo, immaginare che una facoltà, di colpo, cambi le sorti della sanità locale, è troppo, ma è ragionevole pensare che, disponendo di ricercatori rigorosi, di strutture d’eccellenza, di personale motivato e gratificato, le magagne, i ricatti, gli “affarucci” che la politica oggi si consente, con arroganza e prepotenza,   subirebbero una drastica battuta d’arresto con il grave disappunto dei soliti burattinai.

Rimane tuttavia una considerazione. Per fare una facoltà di medicina, degna di questo nome, c’è bisogno di un dettaglio che non è né piccolo, né trascurabile: un nuovo ospedale.

Un ospedale, o meglio un policlinico universitario, è la condizione senza la quale non si può dar corso a questa legittima aspirazione. Il problema allora nasce se tra chi chiede la nuova facoltà ci sono anche coloro che ritengono che l’unico ospedale da realizzare nella nostra area urbana sia quello di Donnici.

Ora mi chiedo e chiedo: è compatibile la posizione di chi ritiene da un lato di volere la facoltà di medicina e dall’altro l’ospedale a Donnici?

Ammesso che la nostra area urbana avrà in futuro un nuovo ospedale, ed ammesso che verrà istituita la facoltà di medicina è pensabile un ospedale universitario a Donnici?

Non capisco come ci si ostini, e sempre per motivi di campanile (lo stesso campanile che privò la nostra università di Medicina, Giurisprudenza ed Architettura) a pensare che un ospedale fuori il perimetro cittadino indebolisca il ruolo del capoluogo.

Avere l’università a Arcavacata è stata una grande opportunità per l’intera area urbana, che chi meglio chi peggio ha sfruttato secondo le proprie capacità e secondo le proprie vocazioni. Se Cosenza ha perso quella grande occasione non è per colpa di altri ma solo per demerito proprio.

Non cadiamo nel solito becero vizio di demolire il prossimo per giustificare il nostro insuccesso.

Vorrei uscire da questa logica che ha fatto in tutti questi anni solo danni e ribadire con forza che se davvero si vuole una facoltà di medicina in primo luogo ci si unisce a destra come a sinistra e la si rivendica con convinzione ed consonanza, successivamente, ragionando scevri da personalismi, si individua la migliore collocazione, funzionale in primo luogo al compito (che è quello di centro di ricerca), infine, la si lega al territorio con infrastrutture degne di un paese civile.

Diversamente si fa un pessimo servizio alla collettività, a noi stessi ed ai nostri figli. E quel che è peggio si turlupinano, per l’ennesima volta, i nostri concittadini.

 

Sergio Nucci

Capogruppo UDC – Comune di Cosenza

 

URBANISTICAMENTE PARLANDO

06/07/2009

 

I mugugni che da più parti si sollevano sulla gestione dell’urbanistica nell’era Perugini non ci lasciano indifferenti.

In passato, e senza infingimenti, avevamo salutato fiduciosi la nomina, come dirigente dell’ufficio del piano, dell’architetto Barresi, a detta dei bene informati, persona irreprensibile e al di sopra ogni sospetto.

Pensavamo che con il tempo la professionista avrebbe fatto valere le sue “ragioni” sia all’esterno che all’interno del Comune. Per quello che registriamo, però, l’auspicio è rimasto tale.

Chi, con grande enfasi, si era candidato promettendo rinnovamento e ripristino delle regole, ben presto ha dovuto uniformare il proprio agire ad un modus operandi  ben noto in città e secondo il quale “gli amici degli amici sono amici”, favorendo circostanze che marchiano pesantemente non solo l’amministrazione ma quanti nell’urbanistica rivestono un ruolo di primo piano (escludendo, naturalmente, l’assessore al ramo che sembra ancora non essersi insediato tanto è evanescente il suo contributo). Alla faccia di chi accusava Mancini di aver cementificato indiscriminatamente Cosenza…

Ad additare al pubblico ludibrio questa gestione disinvolta dell’urbanistica, tuttavia, non sono consiglieri della o delle minoranze che potrebbero accampare ragioni di ogni tipo, quanto autorevoli esponenti della maggioranza, come l’ex presidente della commissione urbanistica Mazzuca, che svela altarini sospettati ma mai ufficializzati, circa presunte corsie preferenziali seguite da alcuni per il disbrigo “urgente” di pratiche delicate.

Gli episodi sotto la lente sarebbero diversi. Tra i più eclatanti meritano menzione la riqualificazione della Centrale del Latte, operazione lampo sponsorizzata da un imprenditore della grande distribuzione e della quale oggi non si ha più traccia; c’è poi il famoso albergo a 5 stelle, giunto in Consiglio come un missile e sostenuto da un esponente del PD cittadino, che per pubblica utilità triplica la sua cubatura arrivando a 24000 m3; si continua con l’incomprensibile silenzio sulle denuncie del Comitato Città 2000, acclarate da una apposita commissione di inchiesta e finite nel dimenticatoio della burocrazia comunale, per arrivare,  infine, ai giorni nostri con il “palazzo a cinque piani su un giardino degli anni venti” che verrà costruito tra via Parisio e viale degli Alimena senza colpo ferire, se non il giustificato allarme  del Presidente dell'Ordine degli Architetti.

Saranno coincidenze, saranno fatti concreti, fatto sta che Perugini ed i suoi non sembrano proprio aver trascurato gli aspetti “urbanistici” della nostra città.

Se a ciò si aggiunge che alcuni mal pensanti ritengono che i concorsi per dirigente vengano espletati solo per ricompensare alcuni per la disponibilità dimostrata nella gestione di alcune pratiche scottanti, il quadretto che emerge è completo.

 

Sergio Nucci - Carmine Vizza

Consiglierì Comunalì di Cosenza Gruppo "Costituente di Centro - UDC”