CHE SI VADA VERSO IL DISGELO?

14 Novembre 2006

 

Le considerazioni del Capogruppo Saverio Greco su un presunto comune sentire con gli esponenti della Margherita circa la pianificazione dei fondi comunitari per lo sviluppo regionale, con particolare riguardo al ruolo che le città devono svolgere, credo vadano intese nel loro senso più nobile e alto: una opportunità per avviare un sereno e auspicabile confronto tra forze politiche notoriamente alleate nel governo della cosa pubblica.

Non sorprende più di tanto, dunque, che su posizioni come quelle chiaramente affermate dalla GARNP possano ritrovarsi anche gli amici diellini, nonostante oggi essi siedano su banchi opposti a Palazzo dei Bruzi.

Che sia il preludio di un ragionamento più ampio e nel quale ognuno sia chiamato a portare il proprio contributo?

Staremo a vedere, per intanto constatiamo che quella che ai più appare come una “convergenza parallela” è in realtà la logica consecutio di una formazione politica affine anche se non omologabile e, comunque, non incompatibile. Ed è realmente strano che ancora oggi, nonostante l’assenza di incompatibilità ed il constatato perdurare di situazioni di disagio per la città ed i suoi abitanti, qualcuno non senta la necessità di un improcrastinabile coinvolgimento più ampio e più ragionato, che il Sindaco individua nella sbandierata Amicizia Civica.

Sul significato dei ragionamenti degli esponenti della Margherita ascoltati a Belmonte il problema era ed è uno solo: si ha intenzione di vedere la bottiglia mezza vuota o mezza piena? Nel primo caso le asprezze e le scorie di una campagna elettorale condotta sopra le righe difficilmente potranno essere smaltite, anche con il passare del tempo, nel secondo, invece, interpretazioni ampie e attente potrebbero aprire la strada a quanti nell’attuale maggioranza concorrono alla realizzazione del credo programmatico del Sindaco.

Intelligenti pauca.

 

Sergio Nucci

 

CARO FRANCO BRUNO TI SCRIVO

8 Novembre 2006

 

Le considerazioni avanzate dal senatore Bruno, e condivise dagli oriundi Naccarato e Santelli, circa l’opportunità di modificare la legge elettorale per le elezioni regionali in Calabria mi spingono ad alcune riflessioni.

Premetto che la mia formazione politica è molto simile a quella di Franco Bruno e, aggiungo, di Piero Minutolo, anch’egli intervenuto nel dibattito.

Abbiamo solide radici nella Democrazia Cristiana e nel Partito Popolare. Partiti di grande tradizione democratica e pluralista nei quali le opinioni diverse erano elemento di ricchezza e non di contrapposizione. Ciononostante, non posso non verificare che poco o nulla trovo di democratico e anche di cristiano nel ragionamento che Bruno fa e con il quale legittima la sua posizione. Anzi, se qualcosa noto, è la consapevolezza di una resa quasi incondizionata di fronte ad una situazione che, anziché risvegliare i propositi di ragionamento e di rivalsa, di cui Bruno è capace, lo tramortisce lasciandolo impotente spettatore di eventi e di fatti che non riesce a fronteggiare.

In sostanza Bruno, e questo lo sottolinea molto intelligentemente Minutolo, vorrebbe delegare alle segreterie dei partiti, o a qualche altro espediente, le designazioni dei prossimi candidati al consiglio regionale delegittimando di fatto, e ancora una volta, l’elettorato calabrese che ha il solo torto di vivere e in una regione nella quale atti e comportamenti di una ben individuata classe politica non hanno saputo mettere freno al dilagante fenomeno della ndrangheta.

Ed ecco la medicina sbagliata della quale parla Minutolo.

Bruno ritiene che delegando a terzi la possibilità di selezionare i quadri dirigenziali, si elimina il pericolo delle collusioni e delle camarille. Ma Bruno è in buona fede quando fa queste affermazioni? Sinceramente, per come lo conosco, ritengo di si.

Il senatore cosentino della Margherita non ignora certo che nelle scorse elezioni politiche i candidati, salvo rarissime eccezioni, sono stati scelti per logiche e meriti del tutto estranei a logiche e meriti politici.

Franco Bruno sa quanta sofferenza morale hanno provato anche gli elettori calabresi che pur di votare il proprio partito hanno dovuto bere l’amaro calice di premiare i “migliori” delle segreterie politiche.

E dove sono finite le critiche alla legge elettorale del centro destra?

Se non fosse che conosco l’onesta intellettuale di Franco Bruno abbastanza per non dubitarne, penserei che dietro questi ragionamenti c’è qualcosa di utilitaristico.

Neanche un improbabile condizionamento mafioso, onestamente marginale rispetto alla popolazione calabrese, può giustificare la riproposizione del pastrocchio elettorale ideato per le passate elezioni centellinando fedeltà, subordinazione e ricompense. E a nulla valgono le assicurazioni che altre assemblee, magari quelle delle primarie, si occuperanno della scelta dei candidati. E’ passato, e spero per sempre, il tempo  dei congressi celebrati conteggiando pacchetti di tessere di iscritti immaginari.

Io non credo che questa logica ci appartenga. Non credo neanche che possa essere una logica lontanamente riconducibile a chi pensava alla riforma elettorale come ad uno strumento di maggior democrazia. È molto simile invece alla logica dei Podestà o dei Commissari Politici ma non certamente a quella cattolico-democratica degli Sturzo, dei De Gasperi e dei Moro, che, chi ha la nostra storia, deve necessariamente testimoniare con il proprio impegno.

Caro Franco, e consentimi il caro visti i trascorsi, ritengo per come ti conosco, che la tua idea fosse animata dai migliori sentimenti, tuttavia, quando il rimedio è peggiore del male si può correre ai ripari anzi, si deve fare una sana e corretta “autocritica” … ma forse anche l’autocritica non ci appartiene.

 

Sergio Nucci

Consigliere Comunale di Cosenza

 

SUL CASO CALABRIAORA UNA NOTA DI SERGIO NUCCI

3 Novembre 2006

 

"L'acquisizione dei messaggi di posta elettronica del Direttore di Calabriaora da parte della autorità giudiziaria, viola le più elementari norme di riservatezza garantite per ogni individuo ma ancor di più per chi come Paride Leporace svolge una professione nella quale la riservatezza e la discrezione sono elementi fondamentali nella ricostruzione dei fatti di cronaca.

Lascia perplessi come una parte della magistratura anziché agire in sinergia con le forze positive della regione, e Leporace ne è un esempio, diventi protagonista di vicende come quella che vede coinvolto il Direttore Calabriaora difficilmente comprensibili se non criticabili.

Auspico che in una regione ad alto rischio criminalità come la nostra possano prevalere sentimenti di solidarietà e collaborazione e non di sterile contrapposizione che finiscono con l’indebolire l’azione culturale di una certa stampa che sostiene e testimonia le ragioni della Calabria onesta”

Sergio Nucci

 

 

 

LO SCIOPERO DEI DIPENDENTI DELLA VALLELCRATI

7 Novembre 2006

 

Lo sciopero dei dipendenti della Vallecrati, programmato per il prossimo 16 Novembre, è assolutamente legittimo. Le condizioni nelle quali operano i dipendenti della Azienda a partecipazione comunale sono al limite della sopportazione. Stipendi non pagati, condizioni di lavoro insalubri, turni massacranti sono alla base della sacrosanta protesta.

E arrivato il momento che il Consiglio Comunale di Cosenza si faccia carico della questione e che anche i soci privati della Vallecrati dichiarino i propri intenti.

Se Cosenza vuole riacquisire la sua centralità anche nel settore della igiene urbana deve chiaramente tracciare la rotta e fare in modo che su progetti e proposte  si apra un dibattito che non escluda aprioristicamente la voce delle maestranze.

 

Sergio Nucci

Consigliere Comunale di Cosenza

A PROPOSITO DEL CIMITERO DI COSENZA

27 Ottobre 2006

 

Con il Consigliere Massimo Bozzo dell'UDC ci siamo occupati oggi della preoccupante situazione in cui versa il Cimitero di Cosenza.

La carenza di loculi che si registra è un problema che va affrontato con urgenza e determinazione. Facciamo in modo che il triste fenomeno delle liste d'attesa rappresenti solo uno spiacevole ricordo.

Seguiremo il problema.